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A 'lo Sguardo di Ulisse'. Sul palco, King Naat Veliov e Kocani Orkestar + Enzo Avitabile

Napoli - La spettacolare fanfara che ha saputo tradurre in una performance pirotecnica le melodie tradizionalidei Balcani. Il sound è quello tipico portato al successo da Goran Bregovic, con un pizzicod'istrionismo in più e tante contaminazioni. È...

La spettacolare fanfara che ha saputo tradurre in una performance pirotecnica le melodie tradizionalidei Balcani. Il sound è quello tipico portato al successo da Goran Bregovic, con un pizzicod'istrionismo in più e tante contaminazioni. È questa la versione originale della Kocani Orkestar, cheha nel trombettista Naat Veliov un vero grande leader, nonché un personaggio capace di sedurre(artisticamente) Vinicio Capossela e Paolo Rossi, e che nel 2007 è stato nominato ufficialmenterappresentante della cultura macedone nel mondo.
Per questa edizione de "lo Sguardo di Ulisse", il collettivo si presenta sul palco con una formazionecomposta da NAAT VELIOV (tromba), ORHAN VELIOV (tromba), ELSAN ISMAILOV (sassofono eclarinetto), ALI MEMEDOVSKi (darbouka), DALKRAN ASMETOV (tuba baritono), HIKMET VELIOV(basso tuba) e REDZAIM JUSEINOV (percussioni). Ospite speciale, sarà il cantante e polistrumentistaEnzo Avitabile, per una notte partner dell'ensemble per "Paisà", "Tarantella bruna" e molti altri titoli…
Si parla spesso dei musicisti gitani come dei semplici virtuosi dell'imitazione: grande orecchio, grandetecnica. Stop. In realtà nell'irrequieta cultura musicale tzigana, alla fase dell'assorbimento di unacultura "ospite" segue sempre un momento di pura, vertiginosa creazione. Per questo motivo la scia diottoni/sassofoni/clarini lasciata nell'attuale Macedonia dalle bande dell'esercito ottomano, sostituendogià nel secolo scorso i tradizionali oboi, nelle mani dei Rom, ha generato una specialità tutta tzigana:la brass band balcanica.
Nella regione balcanica, le bande costituite sul modello della fanfara sono soprattutto specialitàtzigane. Dalla Serbia occidentale alla Macedonia, gli tzigani modificano con grande immaginazione ilruolo delle bande tradizionali. Queste bande musicali sono state create nel corso del XIX secolo suimitazione delle bande dell'esercito ottomano che sostituirono, dal 1928, le bande "Mehterhanes" deigiannizzeri turchi. Con tutta probabilità essi hanno preso il posto dei vecchi esempi tradizionali deglioboi (zurla o mizmar) e delle grancasse.A Kocani, una città della nuova Repubblica di Macedonia, la muisca tzigana di banda viene chiamataRomska Orientala Musika. Nella Macedonia, la maggior parte degli tzigani sono musulmani, imusicisti suonano sia per la loro stessa gente che per i gadjes, i non gitani. Essi hanno assorbitomoltissimi stili con cui giocano costantemente tenendo, comunque, anche nelle loro bande, la nozioneorientale del contenuto e della linea melodica, adottate in precedenza dai suonatori di oboe cheutilizzavano tecniche di respirazione continua e circolare.Le introduzioni lente e improvvisate, sprovviste di battute, sono chiamate con il termine turcodi "tadzim" o "trapeza" nella lingua macedone, le arie romantiche sono indicate in vari modi: "gazel"dal turco, "sevdak" o "sevdalinka" in macedone e serbo, termini anch'essi derivanti dal turco "sevda"che significa passione e amore. Queste "sevda", squisitamente orientali, che sono state abbellite nellearee urbane, hanno mantenuto l'intervallo di seconda aumentato, tipico della musica orientale. Glistili sono quindi costantemente frammischiati, che siano essi turska (turchi), romski (gitani), bylgarska(bulgari), rumunski (rumeni) o srpsko (serbi). Oltre a queste influenze regionali, è possibile risalireall'ispirazione orientale degli tzigani fino alle radici della stessa poiché alcune melodie sono stateimportate dall'India. La maggior parte dei ritmi usati nei brani strumentali si basano su motivi didanze tradizionali chiamate cocek, nel caso di danze femminili; oppure oro per le danze collettive incircolo. Anche in questo caso le formule ritmiche sono tratte da fonti d'ispirazione antiche e moderne Venerdì 17 la rassegna prosegue con il set elettronico dei Mouse on Mars, duo tedesco compostoda Andi Toma e Jan St. Werner che a Napoli presenterà in anteprima i brani dell'imminente nuovoalbum (la pubblicazione è prevista per marzo 2011 su etichetta Domino Records) supportati davisual dall'impatto filosofico-psichedelico, e che non trascurerà importanti album del passato: traquesti, "Vulvaland" e "Radical Connector".
L'indomani, sabato 18, ecco le atmosfere di "Querer partir" e "La retirada", due tra i capolavori scritti eeseguiti dal Tango Negro Trio guidato dall'argentino di Buenos Aires Juan Carlos Cáceres, pianista-cantante-pittore affiancato da Carlos el tero Buschini e Marcelo Russillo per un repertorio che sposacanti rituali e tribali a musiche popolari, allegorie carnascialesche e habanera a candombe, murgaporteña e andamento milonga.
Domenica 19 settembre, infine, sempre dalle 21 la chiusura della rassegna con "L'anima della terra(vista dalle stelle)", che affianca alla cantante Ginevra di Marco (già militante dell'avventura rock-filosofico-letteraria C.S.I., poi P.G.R., con Giovanni Lindo Ferretti, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo,Massimo Zamboni e Francesco Magnelli) l'astrofisica Margherita Hack e lo scrittore Marco Vichi,tutti e tre in cerca di stelle misteriose, buio, spazio e esplosioni di emotività. Con la direzione artisticadello stesso Magnelli, e il tempo storico-introspettivo scandito da tre orologi sul palco, si procederàa un'indagine sull'immigrazione/emigrazione, le nuove energie sociali, il lavoro e la corruzione,rievocando canzoni popolari cubane, italiane, macedoni, bretoni e cilene.

biglietti a 10 euro. Inizio spettacolo ore 21.info: www.losguardodiulisse.it

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