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Pasquale Iorio (Aislo) sul distretto culturale di Terra di Lavoro

Caserta - "Nei giorni di ferragosto si è animato un vivace ed interessante dibattito, che ha preso spunto da alcune notizie ed eventi: come quella relativa alla richiesta della Reggia da parte della top model Naomi Campbell per le sue nozze ed il...

"Nei giorni di ferragosto si è animato un vivace ed interessante dibattito, che ha preso spunto da alcune notizie ed eventi: come quella relativa alla richiesta della Reggia da parte della top model Naomi Campbell per le sue nozze ed il Forum della cultura a Napoli.
In una sua recente nota Iolanda Capriglione ha sottolineato come un successo politico l'iniziativa del Presidente Zinzi di dare voce e protagonismo alla realtà casertana, alle sue prestigiose bellezze storiche e culturali, da inserire nei programmi delle manifestazioni internazionali del 2013. Ma, come lei stessa sostiene, non basta vigilare tutti su "una scommessa sul futuro". E' giunto il momento di avanzare proposte più ambiziose e preparare progetti in grado di rilanciare una strategia di sviluppo che faccia perno sulle principali risorse disponibili : il sapere diffuso ed i giacimenti di cui è così ricco il nostro territorio.
In primo luogo bisogna fare una scelta netta a sostegno di una crescita economica e sociale ecosostenibile e di qualità, che salvaguardi l'ambiente ed il nostro habitat naturale, spesso distrutto e vandalizzato da una politica di rapina e di devastanti speculazioni (come nei casi più eclatanti delle cave sui Monti Tifatini, del Litorale Domitio, della gestione camorrista dei rifiuti tossici, ecc.).
In secondo luogo – come hanno sostenuto numerosi interventi di studiosi ed intellettuali (da Raffaele Cutillo a Sergio Vellante, da Tomaso Montanari a Adolfo Russo)non basta fermarsi ad una visione di mera contemplazione e conservazione dei musei e dei tanti straordinari monumenti (alcuni dei quali gridano vendetta per il loro stato di degrado ed abbandono, come il Real Sito di Carditello ed altri centri storici) . Personalmente sono convinto che bisogna aprire le porte ad azioni di mecenatismo, di moderno marketing sostenuto da imprese sane, che sono interessate ad investire (come da tempo sostiene Francesco Marzano) per poter sopperire e compensare la carenza di risorse finanziarie destinate al settore del turismo e dei beni culturali, anche a seguito delle miope scelte fatte dal governo nazionale e dalle istituzioni locali.
A tal fine mi sento di riproporre all'attenzione una idea che abbiamo elaborato come Aislo – Associazione Italiana per lo sviluppo locale – con un progetto di ricerca-azione dal titolo eloquente: "Ri-conoscere Caserta.Cultura, identità e sviluppo", a cui hanno partecipato attivamente tutti i principali attori sociali, produttivi, culturali ed istituzionali della nostra provincia. Dalla ricerca è emersa la prospettiva fattibile di realizzare un vero e proprio "distretto culturale" (di tipo museale o evoluto), sulla base delle più moderne ed avanzate esperienze, delle buone pratiche attive a livello mondiale (come quelle di Modica in Sicilia e di Bilbao in Spagna, per fare solo alcuni esempi a noi più vicini).
Su questa idea si potrebbe cominciare a lavorare in modo concreto, anche per offrire un contributo di fattibilità alle nuove linee guida di programmazione e di pianificazione territoriale avanzate dal Presidente Zinzi al Consiglio Provinciale. Per evitare il riproporsi di astratte dispute teoriche o di contrapposizioni ideologiche tra conservazione e sviluppo, è necessario un contributo ed uno stimolo attivo da parte delle migliori competenze e professionalità, a partire da quelle che già si sono espresse in queste settimane sulle pagine della stampa locale e regionale.
L'idea forza ed innovativa del distretto culturale sta nella volontà di ricostruire una identità della civitas casertana (come da tempo sostiene il VE Raffaele Nogaro) e di Terra di Lavoro, fondata su una rinnovata capacità di fare rete ed integrazione tra tutti gli enti pubblici (a partire dalla Provincia, dalla Camera di Commercio fino all'università), le forze sociali e produttive (a partire dai sindacati alle associazioni datoriali e delle piccole imprese), il mondo dell'associazionismo culturale e del volontariato (al partire da Aislo e dall'Unesco, dal Forum del Terzo settore fino al CSV Assovoce e alle varie aggregazioni ambientaliste).
Potrebbe sembrare un'utopia in una realtà alle prese con pesanti problemi di tenuta sociale, occupazionale e produttiva. Ma forse può rappresentare una strada da esplorare per creare nuove prospettive di crescita e di coesione sociale (come dimostra su un altro campo l'esperienza dell'uso sociale e produttivo dei beni confiscati alla camorra). Per questo, almeno una volta proviamo ad alzare il nostro sguardo su un orizzonte e su un futuro più aperto alle nuove opportunità offerte dalla conoscenza e dal sapere globale".

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