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Commozione ai funerali del caporal maggiore Francesco Troiano

Sparanise - La data di sabato 17 luglio rimarrà nella memoria di ufficiali, sottufficiali e soldati del Raggruppamento Unità Addestrative (RUA) di Capua come "giornata di grande dolore": tutti mobilitati e visibilmente commossi per i funerali del...

La data di sabato 17 luglio rimarrà nella memoria di ufficiali, sottufficiali e soldati del Raggruppamento Unità Addestrative (RUA) di Capua come "giornata di grande dolore": tutti mobilitati e visibilmente commossi per i funerali del caporal maggiore scelto Francesco Troiano, che ha perduto la vita nel tremendo incidente stradale di venerdì 16 sull'autostrada A1. Il sindaco di Sparanise, Mariano Sorvillo, per quella giornata ha proclamato il "lutto cittadino" e accanto a lui, durante il rito funebre, le massime autorità provinciali -dal prefetto Ezio Monaco al questore Guido Nicolò Longo- e il generale di Brigata Attilio Claudio Borreca, comandante-padre del Rua afflitto per l'improvvisa scomparsa di uno dei suoi uomini. Agli onori militari si è unito il sincero cordoglio dell'intero popolo di Sparanise (dove Francesco viveva) che si è stretto intorno ai familiari inconsolabili: i genitori Salvatore e Maddalena, la moglie Simona, i due figli in tenerissima età. Ad essi, innanzitutto, ha rivolto toccanti parole di incoraggiamento, nel corso dell'omelia, l'ordinario militare, mons. Vincenzo Pelvi, che ha presieduto la concelebrazione funebre con il cappellano del RUA, don Claudio Recchiuti, e don Ernesto Messuri, parroco della "chiesa madre" dedicata al patrono San Vitaliano in cui la triste cerimonia religiosa s'è svolta. Innumerevoli i volti attoniti e rigati di lacrime per una giovane esistenza spezzata, per una famiglia tanto duramente colpita. Tanta gente, che non era riuscita ad entrare in chiesa, sostava in rispettoso silenzio nella piazza Giovanni XXIII densamente gremita. Nei momenti principali della liturgia e della benedizione della salma, avvolta nel tricolore e coperta di fiori e di medaglie, mesti squilli di tromba ferivano ancor più i cuori di tutti i presenti. Soltanto i sacri brani eseguiti dalla schola cantorum parrocchiale riuscivano ad aprire brevi squarci di cristiana accettazione del mistero della morte. Essenziale ma vibrante il discorso commemorativo che il generale Borreca ha tenuto dall'altare a conclusione della Santa Messa: rievocati, con forte rimpianto, i meriti professionali ed umani di Francesco, il comandante del RUA, che parlava coi toni di un padre, ha voluto ricordare che l'Esercito Italiano non abbandonerà la famiglia dello sfortunato caporal maggiore. Ma quando un urlo s'è levato altissimo dai primi banchi per gridare l'immenso dolore per i due figli rimasti orfani, il generale, con autorevole rispetto, ha ritenuto di non dover aggiungere più nulla: nessuno e in nessun modo, infatti, potrà mai colmare appieno, per quei bambini, una perdita così irreparabile.
Oltre ad altri tre militari lievemente feriti, nel terribile impatto rimase coinvolto in maniera grave anche il caporal maggiore capo Michele Vinciguerra, originario di Maddaloni ed effettivo al Reparto Supporti del RUA. Le ultime notizie fornite dalla dott.ssa Lucchese, capo del Servizio Stampa dell'ospedale San Camillo Forlanini di Roma, confermano che è tuttora in sala di rianimazione. Per Francesco continua il pianto; per Michele si prega e si spera.

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