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Kenuz, trenta opere tra disegni, sculture e dipinti realizzate da Fathi Hassan

Napoli - Circa trenta opere tra disegni, sculture e dipinti realizzate da Fathi Hassan con tecniche diverse saranno presentate il 3 dicembre alla Domus Artis Gallery, che con questo artista di livello internazionale inaugura anche i suoi nuovi...

Circa trenta opere tra disegni, sculture e dipinti realizzate da Fathi Hassan con tecniche diverse saranno presentate il 3 dicembre alla Domus Artis Gallery, che con questo artista di livello internazionale inaugura anche i suoi nuovi spazi. Tutto il lavoro di Hassan, vive dentro un pensiero di pittura-scrittura. Il deserto, il bianco e il silenzio divengono simboli e tracce dei suoi avi e della loro spiritualità che si ritrovano nei contenitori di memoria, sogni, luce, e nella serie di opere dedicate alle figure di santi, guerrieri neri, Madonne, foglie, mappe del mondo sacro. Hassan trasferisce nei suoi dipinti con colori solari e smaglianti, paesaggi e leggende di una terra antica. Nei suoi lavori si avverte sempre la incontenibile energia prodotta da un rapporto puro con la natura e con la vita stessa. Lontano da omologazioni senza tracce informali realizza un personalissimo linguaggio per raccontare la storia della sua terra. Tra arcaismo e postmodernità, realismo e onirismo, l'artista, attraverso la sua anima incontaminata e la sua gioia assoluta, forse incomprensibile alla sensibilità occidentale realizza composizioni che trasportano in un mondo di favola e un universo ricco di vibrazioni. L'esposizione risultato storico di stratificazioni culturali e di tagli geologici restituisce un rassicurante archivio della memoria dove le opere stesse intendono evocare atmosfere simboliche, sostenendo un'idea di primordialità nella quale si realizza un rapporto di simbiosi degli esseri viventi con la natura, sola e assoluta divinità che governa il mondo. Con estrema libertà, Hassan ci regala scenari luminosi anche se a volte legati ad una continua lotta per la sopravvivenza partecipando attivamente al ritmo della vita e rappresentando in modo grottesco, ma elegante l'uomo che perde la sua centralità. Hassan riempie lo spazio dei supporti con forme e segni e tanti colori dialogando con il mondo attraverso figure apotropaiche, tutti personaggi fatti di cifre e di stilemi che si ripetono tra accostamenti e abbinamenti e dove la prospettiva viene negata. Tutto il lavoro si presenta come un percorso intorno ad un perimetro mai completamente delimitato, un avvicinamento per gradi a qualcosa che si allontana sempre per riavvicinarsi e scoprire in questo movimento, la sua potenza .Sotto il frammento della materia e dietro la pena della separazione riconosce la forza dell'unità, il richiamo di un'origine che non riguarda più solo lui ma si apre all'universo intero. Spesso usa la sabbia del deserto segno tangibile della nostalgia della terra magrebina, ma anche elemento fisico che concede colore puro e lo spunto per inventare una qualità tridimensionale, segno dello scorrere del tempo del disperdersi nel nulla e dell'eterno ritorno di ogni cosa all'infinito. L'evocativo uso della sabbia, il candore del gesso, il nero delle mobili scritture dal significato incomprensibile, le citazioni fossili ordinatamente sparse danno forma a orizzonti e paesaggi lontani, irreali presenze umane, dromedari che assumono le sembianze di angeli, percorsi aperti verso l'infinito e contenitori di storia, mitologia sogno e realtà, presente e passato. I suo simboli contengono il sapore del deserto, della religione tramandata oralmente che sempre in Nubia si mescola alla favola e al mito delle origini. Rielaborazioni concettuali personalissime dove la memoria della millenaria storia di questo continente rivive e si materializza nel presente storico di un occidente che al contrario sembra aver dimenticato le sue radici. Enormi vasi costruiti con un arabesco di segni divengono contenitori di luce o contenitori sacri o celestiali giocati su un bicromismo di tinte inedite difficili, nero tulipano e oro brunito dalla lucentezza scura, mentre trame luminose costruiscono l'intreccio di foglie immense dove i malva pallidi si oppongono ai banchi di bianco ghiaccio sgualcito.

Domus Artis Gallery, Via Vincenzo Cuoco 4, 80121, Napoli 081-6063111

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