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Scomparso 'Mario il Marziano', il meccanico della classe operaia

San Prisco - Ad appena 57 anni, vissuti intensamente, dopo una battaglia contro il male che lui con la sua grande forza di volontà aveva sconfitto, purtroppo non ce l'ha fatta; dopo l'ultimo intervento a Milano, sono sopraggiunte complicazioni che...

Ad appena 57 anni, vissuti intensamente, dopo una battaglia contro il male che lui con la sua grande forza di volontà aveva sconfitto, purtroppo non ce l'ha fatta; dopo l'ultimo intervento a Milano, sono sopraggiunte complicazioni che venerdì alle ore lo hanno strappato alla sua famiglia allargata. Lascia la moglie Teresa, una ragazza semplice di Pontelatone, conosciuta ad appena 15 anni, e i due figlioli, Antonio e Giuseppe; erano i suoi due angeli custodi nell'azienda di famiglia, una moderna officina meccanica in Via Sambuci. Cosa dire di Mario Vardaro. Ebbene il comandante dei vigili urbani, Giuseppe Violante, in poche parole ha espresso il suo pensiero:" Era un grande amico nonché meccanico autodidatta, ma la sua passione da piccolo erano i ciclomotori, con i quali dialogava e modificava secondo le esigenze dei clienti". Quattro anni di vita vissuta con l'amico Carmine, da 13 a 17 anni, a scorazzare da Bellona a Camigliano, da Pontelatone a Castel di Sasso, con una Fiat 600 verde Abarth , che modificava di notte nella casa paterna, presso una masseria nelle adiacenze di Via delle Rose, ove tutte le notti lo attendevano con ansia e trepidazione il papà Antonio e la mamma. Era definito da tutti il meccanico della "classe operaia" perché lui cercava di andare incontro a tutti, anche quando alcuni clienti non avevano i soldi per pagare le riparazioni, ebbene lui li rincuorava dicendo:" Mi dai qualcosa alla volta" e pensa a campare. Con i fratelli, Angelo, Andrea ,Vincenzo, Salvatore e "L'INGLESE" andava sempre d'accordo; tutti lo hanno aiutato nei momenti di difficoltà, e lui con la sua grande disponibilità li ripagava tutti con la sua presenza assidua. I nipoti stravedevano per lui, e l'altra sera sul letto ove era deposta la bara vi era lei , Giovanna, accanto allo zio Mario che diceva:" Questa volta non è riuscito a superare se stesso". Tanta la gente ai funerali ieri alle 11.30 nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, con il rito funebre celebrato da don Giuseppe Cappabianca, e tanti i manifesti delle associazioni alle quali era iscritto. Però il più toccante, quello dei due nipotini, il più grande portava il suo nome, Mario, al quale nei ritagli di tempo insegnava la guida dell'auto in aperta campagna. Ebbene questo ragazzino l'altro giorno disperato, esclamava:" te ne sei andato nonno, ora chi mi insegnerà a portare la macchina". E vero, perché a Mario Vardaro nessuno aveva insegnato la guida dell'auto; infatti da 14 a 18 anni aveva collezionato una serie di articoli 80 per guida senza patente che gli avevano creato tanti problemi quando da maggiorenne dovette fare gli esami per conseguire la sua patente di guida.

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