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La corale dei nomi propri, pronti a bissare il successo

Caserta - "La corale dei nomi propri" di Michele Pagano si prepara a bissare il successo dello scorso fine settimana. Appuntamento in via degli Antichi Platani, a San Leucio, sabato 14 novembre (ore 21) e domenica 15 (ore 19) per lo spettacolo...

"La corale dei nomi propri" di Michele Pagano si prepara a bissare il successo dello scorso fine settimana. Appuntamento in via degli Antichi Platani, a San Leucio, sabato 14 novembre (ore 21) e domenica 15 (ore 19) per lo spettacolo sulla violenza di genere che ha commosso le coscienze di quanti hanno già avuto modo di apprezzare il lavoro portato in scena da OfficinaTeatro.
Come in un incubo, l'urlo non fa rumore. Il dolore parla attraverso gli sguardi, dalla bocca aperta non esce suono; eppure è un grido di rabbia assordante quello de "La corale dei nomi propri". Nello spettacolo che sabato 7 e domenica 8 novembre ha fatto il tutto esaurito al botteghino di OfficinaTeatro, il regista Michele Pagano conferma la sua arte visionaria e sensibile. Sei donne in carne e ossa, sei "nomi propri" che si incontrano in una "corale"; sei storie vere che si intrecciano, tra fasci di luce e bui profondi, in una sinfonia dolorosa e rabbiosa. "Mi sento colpevole per il solo fatto di essere un maschio", ammette uno spettatore al termine della piece.
"La corale dei nomi propri" è un calcio nello stomaco, è la scarica elettrica del "malamore", è l'odore della carne viva che brucia, il lamento soffocato della bimba prostituta, l'ultimo respiro inciampato in un rantolo, la vita che pulsa nella pancia e il ricatto del padrone che dice: o il figlio o il lavoro.
Storie tratte da testi, tra gli altri, di Dacia Maraini e Concita De Gregorio, da articoli di giornali e fatti di cronaca delle nostre terre. Michele Pagano, coadiuvato da Laura Rossetti, ha rivisitato i testi e ne ha tirato fuori un lavoro che quasi schiaffeggia l'ammutolito spettatore.
Bravissime le attrici che hanno vestito i panni della giornalista Anna Politkovskaja (Fulvia Castellano), della compagna di Ricasso, Dora Maar (Tonia Bosso), e ancora di Valentina (Caterina Di Matteo), di Franca (Carmen Mennella), di Aisha (Teresa Perretta) e di Dalia (Carmela Gilda Tomei).

Dall'estro e dalla passione di Michele Pagano, che ne cura anche la direzione artistica, Officinateatro è il tentativo (riuscito) di dare spazio all'arte, alle libere espressioni teatrali. Un posto in cui l'arte si crea, si forma. Un'officina, appunto. E, infatti, Officinateatro è uno spazio ricavato da una vecchia fabbrica dimessa di San Leucio che oggi si presenta come una struttura indipendente di 90 posti. Uno spazio (s)componibile dove il palco diventa platea e viceversa, dove lo spettatore potrà vivere lo spettacolo da protagonista, trovandosi seduto ogni volta in un angolo diverso. Un luogo aperto che permette di sperimentare l'arte in ogni sua forma e in ogni suo genere senza obblighi e limiti di spazio.

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