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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura

Mostra Giorgio de Chirico 'La suggestione del Classico':50 opere tra dipinti, sculture e reperti archeologici

Cava de' Tirreni - Nell'ex convento di Santa Maria del Rifugio, ove ha sede la Galleria Civica d'Arte, circa 50 opere tra dipinti, sculture e reperti archeologici, rileggono il rapporto che ha legato il maestro della Metafisica al mondo Classico...

Nell'ex convento di Santa Maria del Rifugio, ove ha sede la Galleria Civica d'Arte, circa 50 opere tra dipinti, sculture e reperti archeologici, rileggono il rapporto che ha legato il maestro della Metafisica al mondo Classico.
Dopo il successo della mostra Il segno di Goya, dal 24 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010, la Galleria Civica d'Arte di Cava de' Tirreni (SA) ospiterà la mostra Giorgio de Chirico. La suggestione del Classico.
L'importante esposizione, curata da Matilde Romito, Sabina d'Angelosante, Victoria Noel-Johnson, promossa dal Comune di Cava de' Tirreni e dalla Provincia di Salerno, organizzata e prodotta da Alef – cultural project management, presenterà circa 40 opere tra dipinti e sculture, realizzati tra gli anni Venti e gli anni Settanta, in grado di rileggere il rapporto che legava il maestro della Metafisica al mondo classico greco, cui si affiancherà una serie di straordinari reperti provenienti dai Musei Archeologici della Provincia di Salerno.
Un progetto e una proposta espositiva inedita per valorizzare le ricche collezioni dei Musei Archeologici e illustrare uno dei motivi centrali della pittura dell'artista che testimonia la sua propensione all'antico, al mondo ellenico e ai valori plastici della scultura classica che ne fanno un artista colto e raffinato con una memoria del mondo antico sorprendente e fertile.
Gli elementi di quel mondo arcaico occupano, infatti, già dalla prima decade del Novecento gli scenari delle sue opere in modo prepotente, grazie ad un linguaggio che articola sapientemente evocazione e invenzione e che conducono di lì a poco a quel processo di pietrificazione dello spazio e del tempo caratteristici della pittura metafisica.
Il Mediterraneo, grande bacino di storia e di cultura, ha recitato nel movimento artistico della Metafisica e nell'evoluzione stilistica dello stesso de Chirico un grande ruolo, rappresentando l'immagine della conoscenza in filosofia, poesia, scultura e pittura.
De Chirico si avvicinava, infatti, al mondo classico con lo scrupolo e la sensibilità di un archeologo ma, al tempo stesso, con lo spirito romantico di un appassionato collezionista di calchi di sculture classiche.
L'anima, le forme, i personaggi del mito ellenico, la quieta grandezza della statuaria classica, gli assolati silenzi del paesaggio meridionale sono poi sempre rimasti gli spunti basilari della sua ispirazione: de Chirico si riappropriava dell'arte greca antica nelle teste marmoree, nelle anfore, e nelle statue conservate dai più importanti musei archeologici italiani.
Senza la scoperta del passato, era solito affermare de Chirico, non è possibile la scoperta del presente. In questo caso, il pittore è l'erede non solo delle grandi tendenze romantiche, quanto di quelle della migliore tradizione classica.
Nato a Volos, in Grecia nel 1888, de Chirico non poteva che porre alla base della propria autobiografia il paesaggio culturale della sua infanzia, non separato dalla considerazione dell'impatto svolto dal Mediterraneo come ispiratore di cultura.

Nota biografica
Giorgio de Chirico nasce il 10 luglio del 1888 a Volos, capitale della Tessaglia (Grecia) da Evaristo, ingegnere, e da Gemma Cervetto, nobildonna di origini genovesi. In questi anni Giorgio, assecondato dal padre nella passione per l'arte, prende le prime lezioni di disegno dal pittore greco Mavrudis. Proprio ad Atene de Chirico realizza il suo primo quadro dal titolo "Natura morta con limoni". Nel 1906, a seguito della morte del padre, la famiglia de Chirico si trasferisce in Germania dove Giorgio frequenta l'Accademia di Belle Arti ed entra in contatto con la cultura artistica, letteraria e filosofica tedesca. Legge Schopenauer, Nietzsche e Weininger, approfondisce lo studio della pittura antica e studia l'arte di Arnold Böcklin. Nel 1908 rientra in Italia raggiungendo la famiglia; nel 1910 si trasferisce a Firenze e subisce l'influenza di Giotto e della pittura primitiva toscana, indirizzandosi verso una pittura ricca di impianti prospettici e di costruzioni a forma di arcate. Nasce così uno dei suoi primi quadri metafisici: "Enigma di un pomeriggio d'Autunno". Nell'estate del 1911 raggiunge con la madre il fratello Alberto a Parigi dove ha inizio la sua vera carriera artistica, a contatto con gli ambienti dell'avanguardia artistico-culturale francese e in seguito con il poeta Guillaume Apollinaire. Nello stesso anno, grazie all'interessamento del fratello, viene presentato a Pierre Laprade, membro della giuria del Salon d'Automne, per il quale espone tre opere: "Enigma dell'Oracolo", "Enigma di un pomeriggio" e "Autoritratto". In occasione dell'esposizione, nel 1913, di altre tre sue opere al Salon des Indépendants a Parigi viene notato da Pablo Picasso e Guillaume Apollinaire grazie ai quali de Chirico stringe amicizia con Brancusi, Braque, Jacob, Soffici, Léger e Derain. Nell'autunno di quello stesso anno Apollinaire organizza nell'atelier dell'artista una mostra di trenta opere e recensisce de Chirico su "L'intransigeant" utilizzando il termine "metafisico". Riviste e giornali pubblicano le sue opere ed elogiano le sue qualità creative. Scoppia la Prima Guerra Mondiale e i due fratelli de Chirico rientrano in Italia. Giorgio viene assegnato all'Ospedale di Ferrara dove svolge un lavoro sedentario in quanto considerato inabile al lavoro. Continua a mantenere stretti rapporti con l'ambiente parigino ed entra in contatto con il movimento Dada. Nel 1916 dipinge i suoi celebri "Ettore e Andromaca" e "Le Muse inquietanti" e frequenta l'ambiente artistico di Ferrara: conosce Filippo de Pisis ed inizia una corrispondenza con Carrà, che conoscerà durante un ricovero in ospedale militare. Carrà rimane affascinato dal mondo poetico e dai temi artistici di de Chirico, dipingendo una serie di opere di chiara matrice metafisica. Nasce la "pittura metafisica", teorizzata di li a poco sulla rivista "Valori Plastici". Nel 1918 de Chirico ottiene il trasferimento a Roma. Qui collabora alla suddetta rivista ed espone nelle sale del giornale "Epoca" insieme a Prampolini, Carrà, Soffici. Nel 1919 presenta la sua prima mostra personale alla Galleria d'Arte di Anton Giulio Bragaglia e pubblica lo scritto "Noi metafisici". Da questo momento in poi inizia per de Chirico un periodo ricco di esposizioni in tutta Europa, in particolare in Francia, ed un discreto interesse per le sue opere nasce anche negli Stati Uniti. La pittura di de Chirico viene apprezzata da tutti i massimi artisti dadaisti e surrealisti ma anche dagli artisti tedeschi del Realismo Magico, quelli del Bauhaus e della Nuova Oggettività. Nel 1925 sposa la ballerina russa Raissa Gurievich Kroll. Nel 1928 tiene la sua prima personale a New York presso la Valentine Gallery, poco dopo espone a Londra. Pubblica il romanzo "Hebdòmeros" nel 1929. In questi anni, oltre alla pittura, si dedica infatti alla scrittura ma anche alle scenografie per spettacoli teatrali e balletti. Continua a esporre nelle più importanti gallerie d'arte sia in Europa che in America, e incontra Isabella Far, che diventerà nel 1952 la sua seconda moglie. Pochi mesi dopo il suo novantesimo compleanno, il 20 novembre 1978, Giorgio de Chirico muore a Roma. Le sue spoglie sono conservate nella Chiesa Monumentale di San Francesco a Ripa, a Roma.

Fondazione Giorgio e Isa de Chirico
La Fondazione Giorgio e Isa de Chirico nasce nel 1986 per volontà di Isabella Far de Chirico, vedova del celebre pittore e di Claudio Bruni Sakraischik, curatore del Catalogo Generale, per tutelare la personalità intellettuale e artistica di Giorgio de Chirico. Nel 1987 Isabella Far de Chirico dona allo Stato italiano le 24 opere dell'artista che sono entrate a far parte delle collezioni della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Alla morte di Isabella Far, avvenuta a Roma nel novembre 1990, la Fondazione eredita la casa del pittore e la maggior parte del suo patrimonio artistico. Nell'agosto 1991 si spegne a Los Angeles Claudio Bruni Sakraischik, lasciando alla Fondazione il suo archivio di Giorgio de Chirico.
Nel 1993 la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico ottiene il riconoscimento della personalità giuridica e quindi l'autorizzazione ad accettare il patrimonio relitto. Da allora opera attivamente per il conseguimento delle sue finalità attraverso: la raccolta e conservazione della documentazione inerente all'opera complessiva di de Chirico, la prosecuzione dell'archiviazione delle sue opere autentiche per contrastare il fenomeno delle falsificazioni, l'istituzione di borse di studio per favorire la conoscenza e gli studi sull'arte del Maestro, la promozione di mostre e convegni, sia in territorio nazionale che all'estero, e la pubblicazione di studi sull'Artista.
Nel novembre 1998, a vent'anni dalla scomparsa di Giorgio de Chirico, la Fondazione ha aperto al pubblico la sua abitazione romana in Piazza di Spagna, nel seicentesco Palazzetto dei Borgognoni, come Casa-Museo.

Musei Archeologici della Provincia di Salerno
Gli splendidi reperti archeologici presenti in Mostra provengono dai Musei Archeologici della Rete dei Musei Provinciali del Salernitano. Il Museo di Salerno rappresenta il primo Museo Provinciale approdato nel 1964 nel prestigioso complesso conventuale di San Benedetto restaurato da Ezio De Felice. Con l'acquisizione dell'area archeologica di Fratte di Salerno, nascono il Museo Archeologico della Lucania Occidentale, nella Certosa di Padula (1957), e il Museo Archeologico dell'Agro Nocerino nel Convento di S. Antonio a Nocera Inferiore (1964), seguiti dall'acquisto del Castello medievale di Salerno (1960) e dellaTorretta Belvedere nel parco della donata Villa Guariglia a Raito di Vietri sul Mare (1972), che ospita il Museo della Ceramica dal 1981. Nel 1990, con l'annessione al Castello della Bastiglia, la Provincia è proprietaria della intera fortificazione sulla collina Bonadies. Nel 2004 nasce il Museo Archeologico dell'Alta Valle del Sele nel Castello di Oliveto Citra, quale sezione distaccata del Museo di Salerno e nel marzo del 2001 decolla la Pinacoteca Provinciale nello storico Palazzo Pinto a Salerno (ancora una proprietà provinciale) dove sono stati esposti circa 150 dipinti, in parte raccolti fin dagli anni Venti. Nel 2009 nella restaurata Villa De Ruggiero di Nocera Superore viene realizzata la "Raccolta delle Arti Applicate" del territorio Salernitano. Il Museo di Salerno resterà sempre l'Istituto topografico centrale della provincia, espressione di V. Panebianco, direttore dei Musei Provinciali del Salernitano per circa quarant'anni, scaturita dalla considerazione del ruolo svolto dal Museo fin dalla sua istituzione, quale principale motore di attività. I reperti selezionati per la mostra Giorgio de Chirico. La suggestione del classico comprendono vasi a figure nere con scene di battaglia, elementi di decorazione architettonica come antifisse, gronde, teste fittili soprattutto femminili, gruppi scultorei (figure panneggiate), appendici di lucerne, elmi e cuspidi di lancia.

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