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L'Irpinia Sacra e Profana incanta il capoluogo

Avellino - Il viaggio nella storia, nella musica e nelle tradizioni della kermesse "Tra Sacro e Profano…Arcano dalla terra di mezzo" conquista il capoluogo. Un successo la due giorni della manifestazione tra luci, suoni e colori dell'Irpinia per...

Il viaggio nella storia, nella musica e nelle tradizioni della kermesse "Tra Sacro e Profano…Arcano dalla terra di mezzo" conquista il capoluogo. Un successo la due giorni della manifestazione tra luci, suoni e colori dell'Irpinia per la festa di fede e folclore targata assessorato al turismo della Provincia di Avellino. E per un mese la struttura cittadina, mirabile e raro esempio di architettura panottica, sarà il centro di un mix che unisce sacro e profano. Sarà autunno irpino tra fede e folclore in un Carcere Borbonico ritrovato e trasformato nella vetrina d'eccezione delle più belle rievocazioni storiche di tutta l'Irpinia.
Sabato sera per Amor Sacro e Amor Profano, Riti sacri e profani di scena i Fucilieri di Rotondi, il corteo storico di Altavilla, il corteo delle Sacre spine di Ariano. Ad animare gli scorci più belli, del polo culturale di piazza d'Armi, ci sono stati I Tammuriarè con Valerio Ricciarelli e le magiche suggestione in note della flautista Caterina D'Amore e dell'arpista Pina Rubino e l'animazione teatrale di Salvatore Mazza. Gran finale sulle note Blues de I Ciardi Ranucci. Il tutto incalzato dai ritmi incalzanti e travolgenti della tarantella montemaranese.Ma non solo. Speciale fuori programma per la festa, con la sfilata dei gruppi lungo il salotto buono della città. I cortei si sono snodati lungo il corso Vittorio Emanuele, animando il passeggio cittadino, incantando il pubblico, trasportando i visitatori in un viaggio indietro nel tempo, attraverso quello che è il nostro patrimonio folcloristico e culturale.
Soddisfatto l'assessore al Turismo, sport e spettacoli della Provincia di Avellino Raffaele Lanni."La manifestazione è stata premiata da numeri da record di visitatori – spiega Lanni -. Un successo che conferma la straordinaria vocazione a polo culturale, e soprattutto di attrazione turistica del Carcere Borbonico. I visitatori hanno potuto in una sola location di particolare suggestione conoscere e apprezzare alcune delle più belle rievocazioni storiche del nostro territorio, a conferma di come la promozione della nostra provincia debba passare per una concreta valorizzazione delle nostre eccellenze storiche, culturali e folcloristiche".
Pietà popolare e folclore, inni alla natura e alla vita, scandiranno i ritmi della festa per un mese di eventi e appuntamenti che porteranno, al Carcere Borbonico, una vera e propria antologia delle manifestazioni più caratteristiche del territorio. "Fino al prossimo 23 ottobre – spiega l'assessore al Turismo, Raffaele Lanni - uno dei monumenti più importanti del capoluogo si trasformerà nella vetrina d'eccezione di riti, cortei, processioni, mostre, concerti e teatro della terra irpina, diventando punto di riferimento culturale per tutto il territorio provinciale e centro di raccordo di tutte le manifestazioni del progetto". E ieri sera è stata sempre grande festa di folklore popolare, tra suoni (tarantelle e gruppi folcloristici), cortei, palii e rievocazioni storiche, ma sopratutto workshop sulle tradizioni, le arti e mestieri. Per la serata di ieri protagonisti il corteo storico di Andretta, il Palio di San Martino di Monteforte. "Il progetto - spiega Lanni - vuole "far rivivere" in un unica location i momenti più importanti di una storia comune, che si snoda nei diversi borghi e nei diversi momenti, ma che trova nell'identità irpina una radice forte e condivisa. Attraverso luci dinamiche, audiovisivi e allestimenti multimediali verranno ricostruiti i palcoscenici virtuali di un tempo lontano, ma fortemente condiviso per i valori e i significati trasmessi. E saranno soprattutto i giovani i nostri principali interlocutori artistici, proprio per creare quel ponte virtuale fatto di folclore e cultura, pietà popolare e tipicità, che riesca a trasmettere alle nuove generazioni l'importanza e il valore delle nostre tradizioni".

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