rotate-mobile
Cultura Teano

Bicentenario, il dottor Salemi risponde al dottor Polito

Teano - Le celebrazioni del Bicentenario della nascita del Garibaldi hanno suscitato, specialmente nel Meridione, aspre critiche fra i sostenitori garibaldini e coloro invece che condannano l’aggressione, vile e subdola, ad un Regno sovrano...

Le celebrazioni del Bicentenario della nascita del Garibaldi hanno suscitato, specialmente nel Meridione, aspre critiche fra i sostenitori garibaldini e coloro invece che condannano l’aggressione, vile e subdola, ad un Regno sovrano, illuminato, privo di delinquenza, mecenate, primo in Europa, con il Banco di Napoli primo nella raccolta del denaro pubblico, che, dopo l’annessione, servì a Cavour per pagare i danni di guerra con gli inglesi. Abbiamo ricevuto, in risposta alla lettera apparsa qualche giorno orsono sulla Gazzetta da parte del dottor Polito, la missiva di Giovanni Salemi, medico in pensione e residente a Capua, profondo conoscitore della storia della nostra autentica e legittima Patria, le Due Sicilie. “Insieme a tanti compatrioti” – è scritto nella nota di Salemi – “cerco di riportare alla memoria il ricordo di una Patria quale quella rappresentata dalle Due Sicilie che, come scriveva Giacinto De Sivo, era “Il sorriso del Signore”. A volermi definire posso anche dire, molto semplicemente, di essere “un innamorato del Sud”. Ed è nel nome del Sud, voglio dire del Sud antico, quello che per sette secoli si estese dal Tronto a Pantelleria, che io dirò il mio pensiero a proposito di una lettera riportata dal Suo giornale il 31 ottobre scorso a pag. 14, lettera scritta dal dr. Polito, Direttore della Biblioteca di Pietramelara, come commento alla cronaca della commemorazione, fatta a Teano e a Vairano Patenora, del famoso “incontro di Teano”. Io desidero puntualizzare alcune affermazioni fatte in quella lettera : 1) Il Duca d'Aosta viene indicato come Capo della Reale Casa Sabauda. E allora il principe Emanuele Filiberto cosa rappresenta quando va girando paesi e città (specie del Sud) con atteggiamento di pretendente ? Questo mi sa un poco di ridicolo ! 2) Casa Savoia non ha mai precisato il suo parere su Teano o Vairano. La verità è che a Casa Savoia non le è mai interessato più di tanto quale era il paese giusto. Per Essa l'incontro fu importante perchè le consentì di far finta di ricevere in regalo il Regno, liquidando allo stesso tempo il Garibaldi. 3) Il convegno cui fa cenno il dr. Polito, svoltosi il 25 ottobre a Caserta non può far testo ben sapendo l'indirizzo giacobino e unitarista degli storici della Università di Napoli. Si deve essere sempre in due a parlare ! 4) I Professori di storia trovano mille carenze nello stato borbonico: certamente qualcuna ci fu, ma ciò non giustifica la aggressione messa in essere da Garibaldi e dal Savoia. Si trattò, comunque, come disse il diplomatico napoletano Wenspeare, di un affare “iniziato con l'inganno e terminato con la violenza”. 5) Il brigantaggio cui fa cenno il dr. Polito messo in opera da bande come quella dei Vardarelli si svolgeva in un momento di riassetto dopo gli sconvolgimenti napoleonici. Quella banda già realista ed antifrancese passò poi ad esercitare la violenza contro ogni legge e, perseguita dalla autorità statale, fu poi distrutta forse con metodi non pulitissimi ma spesso adottati dalle forze di polizia nella lotta al crimine. Spiritoso il dr. Polito nel citare il Re Nasone ! A questa citazione non vale la pena rispondere per non abbassare troppo il tono e la qualità della lettera. Il brigantaggio di cui vale invece la pena di parlare è quello con forte componente politica sviluppatosi dopo il 1860, nel nome della antica Patria e del suo legittimo Re, Francesco II. Fu questo brigantaggio, i cui attori scrissero pagine di eroismo e di sacrificio nel corso di una vera e propria guerra civile, che fu represso con la violenza e con la crudeltà dal nuovo stato unitario che impiegò nel Sud una forza militare pari a circa 120.000 uomini, causando lutti e rovine a non finire: paesi incendiati, razziati e distrutti, migliaia di morti, altrettanto di imprigionati, anche in maniera severa come ad esempio a Fenestrelle sulle Alpi piemontesi,e a seguire miseria ed emigrazione. In conclusione per un meridionale credo che ci sia ben poco da festeggiare nella ricorrenza di date collegate ad un dramma come quello che uccise le Due Sicilie. Giovanni Salemi, Capua”. E, aggiungiamo noi, prima dell’Unità d’Italia non esisteva nessuna “questione meridionale”. Da allora in poi il Sud d’Italia non è mai più riuscito a risollevarsi perché così volevano i regnanti di allora ed i politici subentrati dopo il referendum “monarchia/Repubblica”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bicentenario, il dottor Salemi risponde al dottor Polito

CasertaNews è in caricamento