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Festival di Roma, Fasulo vince il MarcAurelio d'Oro con 'Tir' ma e' polemica

(Roma) La Giuria Internazionale del Festival del Cinema di Roma, presieduta da James Gray e composta da Verónica Chen, Luca Guadagnino, Aleksei Guskov, Noémie Lvovsky, Amir Naderi e Zhang Yuan ha assegnato il Marc'Aurelio d'Oro per il miglior film...

(Roma) La Giuria Internazionale del Festival del Cinema di Roma, presieduta da James Gray e composta da Verónica Chen, Luca Guadagnino, Aleksei Guskov, Noémie Lvovsky, Amir Naderi e Zhang Yuan ha assegnato il Marc'Aurelio d'Oro per il miglior film a "Tir" di Alberto Fasulo. Ecco gli altri premi: Premio per la migliore regia: Kiyoshi Kurosawa per Sebunsu kodo (Seventh Code); Premio Speciale della Giuria: Quod Erat Demonstrandum di Andrei Gruzsniczk; Premio per la migliore interpretazione maschile: Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club; Premio per la migliore interpretazione femminile:Scarlett Johansson per Her; Premio a un giovane attore o attrice emergente: tutto il cast di Gass (Acrid); Premio per il migliore contributo tecnico: Koichi Takahashi perSebunsu kodo (Seventh Code); Premio per la migliore sceneggiatura: Tayfun Pirselimoğlu per Ben o değilim (I Am Not Him); Menzione speciale: Cui Jian per Lanse gutou (Blue Sky Bones).
Il documentario on-the-road "Tir" si è imposto sui concorrenti tra le critiche. Ecco la storia: da qualche mese Branko è diventato camionista. Una scelta più che comprensibile dato che adesso guadagna tre volte tanto rispetto al suo stipendio d'insegnante di prima. Eppure tutto ha un prezzo, anche se non sempre quantificabile in denaro. Da piccoli ci dicevano: "il lavoro nobilita l'uomo". Ma qui sembra diventato vero il contrario: è Branko, con la sua efficienza, la sua ostinazione, la sua buona volontà, a nobilitare un lavoro sempre più alienante, assurdo, schiavizzante. Note di regia Ancor prima che un film su un camionista questo è un film su un paradosso. Quello di un lavoro che ti porta a vivere lontano dalle persone care per cui, in fondo, stai lavorando. Il processo di scrittura è durato più di quattro anni. Durante questo tempo ho alternato fasi di ricerca sul campo ad altre in cui ci fermavamo a riflettere sul materiale raccolto, in una continua tensione creativa fra elementi di finzione e di documentario. Questo, mentre attorno a noi esplodeva una crisi senza precedenti, che definire solamente economica, ormai suona riduttivo se non addirittura sbagliato. Ma più che fare un racconto sociologico m'interessava entrare sotto la pelle del mio personaggio e riprenderlo in un momento di crisi personale, in cui si vedesse obbligato a compiere una scelta non solo pratica, ma anche etica ed esistenziale. In questo senso, la mia ambizione è che il film possa essere letto come una metafora della vita contemporanea e lo considererò "riuscito", solo nella misura in cui saprà parlare a tutti coloro che vivono sulla propria pelle questo paradosso.
Alberto Fasulo è nato 1976 in Friuli Venezia Giulia.Dal 2001 lavora nel cinema come assistente alla regia in filmdi fiction e in documentari di creazione, sotto la direzionedi diversi autori italiani. Impara il mestiere del cinema sulset attraversando i vari reparti del suono, della fotografia edella regia nei sette anni in cui vive a Roma. Nel 2008 dirige eproduce il suo primo lungometraggio, il documentario Rumorebianco, selezionato in molti festival internazionali e distribuitoin sala in Italia.

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