Forum Culture: arriva ex Ministro francese dellIstruzione Luc Ferry
Caserta - Domenica 11 maggio (ore 11 Reggia di Caserta) Dialogo con la partecipazione del filoso Luc Ferry, ex Ministro francese dell'Istruzione, famoso per il suo divieto nelle scuole di portare simboli religiosi come il velo islamico che scatenò...
Domenica 11 maggio (ore 11 Reggia di Caserta) Dialogo con la partecipazione del filoso Luc Ferry, ex Ministro francese dell'Istruzione, famoso per il suo divieto nelle scuole di portare simboli religiosi come il velo islamico che scatenò grandi polemiche. Condurrà l'incontro il professore Piero Craveri, presidente della Fondazione Croce. "Religione e globalizzazione" l'oggetto del confronto che chiude il primo ciclo degli eventi curato da Paolo Macry sull'ampia tematica "Città in movimento, geopolitica, culture e diritti dei migranti" in collaborazione con Piero Craveri (presidente Fondazione Croce), Daniela Luigia Caglioti (Università Federico II di Napoli) e Michele Affinito (Università Suor Orsola Benincasa), nell'ambito della IV edizione del Forum Universale delle Culture. In serata, alle 20,30, al Teatro Comunale il concerto della Grande Orchestra Reale per il saluto ai relatori, convegnisti ed ospiti di questa prima tranche del Forum. Pubblico numeroso e attento sabato mattina ad ascoltare nella Cappella Palatina il dialogo tra il filosofo Massimo Cacciari e lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua sollecitati dall'intervistatore Maurizio Molinari, giornalista corrispondente in Medio Oriente del quotidiano La Stampa. Fra le autorità intervenute, il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, Carmela Pagano prefetto di Caserta e Pio del Gaudio sindaco della città. Grande chiarezza, semplicità espositiva sul tema delle "patrie", sul fenomeno sempre più massiccio delle immigrazioni, sulle cause e responsabilità che ne sono a monte, su quanto a valle – nei Paesi scelti dai migranti cioè –, non si fa per l'accoglienza finalizzata alla completa integrazione di quella parte di sfortunate popolazioni che riesce a salpare dall'Africa e varcare il Mediterraneo: di questo hanno parlato e insieme si sono detti d'accordo su punti di arrrivo cui pervenivano per strade diverse Massimo Cacciari e Abraham Yehoshua. Sul concetto del federalismo più che su quello di patria per una integrazione fra i popoli senza confini territoriali che non conoscano più predominanza di uno nei confronti di altri, ha posto l'accento Cacciari. Sulla necessità che invece i territori abbiano confini, come una casa deve avere la propria porta, ma sia primi come la seconda siano aperti all'accoglienza il punto di vista di Yehoshua. I due intellettuali hanno trovato piena convergenza sulla necessità che l'Europa attui un piano Marshall per aiutare i paesi da cui partono tanti migranti, non certo una riproposizione del colonialismo ma una soluzione affinchè non si perdano le identià di patria, il tutto salvaguardano i diritti dei rifugiati politici. "Venezia incontra Tel Aviv in un posto magnifico come la Reggia di Caserta – ha osservato in conclusione Maurizio Molinari –, un luogo dove sono stati lanciati grandi idee e messaggi concreti sul fenomeno delle migrazioni e della integrazione fra i popoli". Nel saluto conclusivo il sindaco Pio del Gaudio ha osservato: "Con orgoglio mi sento di affermare che oggi, dalla reggia di Caserta, è partita una grande lezione sul futuro d'Europa e, direi, del mondo. La portata di questo evento culturale ha reso ancora più nobile e bella la reggia che è emblema della nostra città". Sintetica l'osservazione del presidente della regione Caldoro: "Mi complimento e ringrazio gli organizzatori del Forum, il professor Macry di questo primo segmento che offerto spunti di discussione e confronto di grande spessore. L'immigrazione, problema non di oggi ma che oggi viene affrontate con più concretezza per i numeri che esprime. L'Europa deve dialogare con gli Stati dell'altra sponda del Mediterraneo, programmare soprattutto: ma siamo in grado di farlo, e ci sono Stati che possano interloquire? E' paradossale osservare che era più facile ai tempi di Gheddafi, interlocutore maggiormente identificabile. Oggi è questo, forse, il problema principale da risolvere".