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Daniele Timpano al Teatro Civico 14 con 'Ecce Robot!'ispirato a Go Nagai

Caserta - Continua la stagione di spettacoli del Teatro Civico 14 di Caserta.Questo fine settimana in scena Daniele Timpano in ECCE ROBOT! cronaca di un'invasione. Scritto, diretto e interpretato dallo stesso Timpano, lo spettacolo è liberamente...

Continua la stagione di spettacoli del Teatro Civico 14 di Caserta.Questo fine settimana in scena Daniele Timpano in ECCE ROBOT! cronaca di un'invasione. Scritto, diretto e interpretato dallo stesso Timpano, lo spettacolo è liberamente ispirato all'opera di Go Nagai, fumettista e scrittore giapponese autore di Goldrake, Jeeg Robot, Space Robot, Jet Robot, Il Grande Mazinga e Mazinga Z. ECCE ROBOT! Ripercorre per frammenti, in modo divertito ed autocritico, l'immaginario eroico di una generazione cresciuta davanti alla TV nell'Italia delle stragi, del rapimento di Aldo Moro, delle Brigate Rosse, dell'ascesa di Silvio Berlusconi e delle sue televisioni. Un attore ricostruisce la trama di un vecchio cartone animato giapponese. Tra resoconto delle trame dei singoli episodi dei cartoni (con particolare attenzione per la sceneggiatura di Mazinga Z) e ricostruzione storica di un'invasione (quella dei serial nipponici nei palinsesti pubblici e privati, ma anche quella della televisione dentro le nostre teste), lo spettacolo è il racconto della "Goldrake generation" che, ignara di vivere negli anni di piombo, cresceva tra robot d'acciaio.
Due importanti scienziati, il Dottor Kabuto e il Dottor Inferno, durante una spedizione archeologica presso l'isola di Rodi, scoprono complessi e letali manufatti meccanici appartenuti all'antica civiltà micenea. Il Dottor Inferno – un tedesco con trascorsi nazisti – decide di servirsene per conquistare il mondo. A difendere la terra sarà Mazinga Z, colosso meccanico costruito dal giapponese Kabuto e dotato di una resistenza e un armamento straordinari. Comincia così la guerra fra le forze del bene e i terribili mostri meccanici inviati dal perfido scienziato. La pace nel mondo e i buoni sentimenti sono nelle mani del giovane pilota di Mazinga: l'unica speranza viene dal Giappone.
Il testo dello spettacolo ECCE ROBOT! cronaca di un'invasioneè pubblicato da Minimum Fax all'interno dell'antologia: SENZA CORPO voci dalla nuova scena italiana a cura di Debora Pietrobono.
«Ero bambino, tra gli anni '70 e gli anni '80, quando arrivarono in Italia i "famigerati" cartoni animati giapponesi. Si gridò subito all'invasione: l'invasione gialla. In principio era Goldrake. "Ho visto un ragazzino cantarlo con grande fierezza e quasi con le lacrime agli occhi", scriveva un allarmato Silverio Corvisieri sulle colonne di Repubblica, a proposito del celebre brano musicale che accompagnava i titoli di testa del programma: "Si trasforma in un razzo missile/con circuiti di mille valvole/ tra le stelle sprinta e va...". In principio era Goldrake. Ma era solo l'inizio. Di lì a poco sarebbero seguite centinaia di serie televisive animate giapponesi a basso costo: "fatte male", diceva la gente; ma anche e soprattutto "violente, diseducative, kitsch, pericolose e incomprensibili": niente più che biechissimi prodotti di consumo – o almeno così venivano definite da schiere di sciocchi genitori, sciocchi intellettuali, sciocchi opinionisti e sciocchi sociologi dell'epoca. I cartoni animati di maggior successo, e i più criticati, erano quelli di genere robotico, per lo più incentrati su grossi automi meccanici impegnati a difendere la terra dal nemico di turno: culmine di ogni puntata il rituale combattimento del robot buono contro quello cattivo, con l'immancabile annientamento del secondo. Iniziata il 4 aprile del 1978 sulla seconda rete nazionale con Goldrake, l'invasione proseguirà su un'infinità di reti regionali, con particolare, mastodontica, incredibile abbondanza per tutti gli anni ottanta (fino al 1990 le serie animate trasmesse in Italia saranno oltre 350). I serial nipponici erano economicamente molto convenienti: niente di meglio per riempire i palinsesti. Era anche l'Italia delle stragi, del rapimento di Aldo Moro, delle Brigate Rosse e dell'ascesa di Silvio Berlusconi e delle sue televisioni, ma questo io non lo sapevo ancora. Trascorrevo i primi anni, un po' come tutti i miei coetanei, davanti alla Tv dalle 5 alle 7 ore al giorno. Ignaro di trovarmi nel bel mezzo degli anni di piombo, vivevo l'infanzia tra robot d'acciaio. Spigolosi, violenti, sessisti, scorretti, incuranti di qualsiasi bassa considerazione pedagogica (anche perché spesso originariamente non destinati a una fascia di spettatori under 12, bensì adolescenziale) molti di questi cartoni animati, che sulla carta sembrerebbero essere (e in parte sono davvero) dei semplici sottoprodotti della cultura di massa, sono stati invece miti e modelli di riferimento, occasione di spunti, di traumi, di crescita o viceversa di rimbecillimento per tutta una generazione. Diseducativi? Violenti? Pericolosi? Può darsi. D'altronde sono stati loro i nostri veri genitori. Tutto ciò che so, che sento e sono, è cominciato – nel bene o nel male – davanti alla TV.» Daniele Timpano

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