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Reggia e identita' casertana, Sarnelli cita Nogaro: 'Nullatenenti di professione'

Caserta - Anche sulla questione del costituendo polo museale Napoli-Caserta, la frase più vera, anche se profondamente scioccante, non solo emblematica ma soprattutto lacerante per la nostra dignità di casertani, come al solito, nella Sua parresia...

Anche sulla questione del costituendo polo museale Napoli-Caserta, la frase più vera, anche se profondamente scioccante, non solo emblematica ma soprattutto lacerante per la nostra dignità di casertani, come al solito, nella Sua parresia viene da Padre Vescovo Nogaro: "Siamo diventati nullatenenti di professione!"
Condivido in pieno e nella sua profondità l'allarme del nostro amato Presule.Oltre al Rettorato ancora a Napoli, con la farsa del suo falso insediamento nella Reggia; oltre al nome di Seconda Università di Napoli, usurpatoci da ventitrè anni, da un potere napoletano che, non solo territorialmente ma anche per appartenenza ed identità non ha nulla in comune con la nostra istituzione formativa ma accaparrato solo per mero affarismo dei medici partenopei; oltre alla mancata realizzazione del Policlinico che, anche se, terminato non diventerà mai sede universitaria per funzionamento clinico, attesa la presenza del secondo policlinico ed il completamento del nuovo Loreto mare; oltre ad essere riusciti a rendere estraneo al nostro territorio un bene inestimabile quale quello della collezione Amelio, gestito da chi sa chi e chi sa come; oltre a tant'altro, senza scomodare la mancanza di tribunali, di conservatori, di interporti ed di aeroporti, ecco, ora, che per la Reggia vanvitelliana, - l'unico vituperato e svenduto bene casertano,- la verità ci viene dal bruciante ritratto nogariano : siamo nullatenenti di professione.L'identità casertana, la sua intellighenzia, la sua mai realizzata civitas cittadina, ancora una volta di fronte ad una vertenza forte come quella di avere l'autonomia gestionale e manegeriale del bene monumentale ed artistico, abdica miserevolmente alla sudditanza a Napoli.Nulla in contrario che il destino ravvicinato del bene borbonico preveda la soluzione, altrove sperimentata con risultati benefici, di avere una propria autonomia gestionale, organizzativa, artistica, manutentiva, promozionale cioè manegeriale nel senso più ampio della parola.
Lascia, al contrario, perplessità coniugare tutto questo con un polo museale commisto con Napoli, unione spesso foriera di volontà di perpetrare poteri politici nefasti, futuri veti e supremazie indesiderate, dipendenze culturali, etc.
Condivido, per questo, le stesse preoccupazioni del sempre attento Pasquale Iorio quando, insieme ad altri, rivendica "un'alternativa al polo Museale per non smarrire l'identità storica e culturale del nostro territorio che si regge proprio sui suoi maggiori monumenti come la Reggia, San Leucio e l'Acquedotto Carolino – che insieme costituiscono il sito UNESCO di Caserta soggetto a grave degrado. Ci sembrano da valutare con attenzione le considerazioni espresse nel documento che definisce la proposta di includere la Reggia nel Polo Museale di Napoli come insufficiente, inefficace e pericolosa">>.In caso contrario si rafforzerà in tanti di noi l'amarezza espressa da Padre Vescovo Emerito sulla nostra vocazione ad essere <> nonostante le battaglie per le cave, i rifiuti, lo sviluppo, la vivibilità, la cultura e tant'altro.

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