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Secondo incontro Biblico-Spirituale alla parrocchia Maria Regina

Cancello ed Arnone - Venerdì 25 novembre u.s. presso la parrocchia dedicata a Maria Regina di tutti i Santi, ha avuto luogo il secondo incontro Biblico-Spirituale, ad opera del parroco locale Don Sabatino Sciorio.Ancora una volta i fedeli sono...

Venerdì 25 novembre u.s. presso la parrocchia dedicata a Maria Regina di tutti i Santi, ha avuto luogo il secondo incontro Biblico-Spirituale, ad opera del parroco locale Don Sabatino Sciorio.
Ancora una volta i fedeli sono accorsi numerosi per ascoltare la parola del Vangelo, in quanto l'iniziativa è stata accolta con interesse ed entusiasmo, grazie a Don Sabatino Sciorio che è riuscito a coinvolgere tante persone, illustrando con mitezza, ma grandissima cognizione il Verbo del Signore.
Carissimi – egli ha detto – diamo inizio al secondo appuntamento sulla parola di Dio e cominciamo con una frase di Ignazio Silone, con la quale saremo introdotti nel tema centrale del presente incontro: La tentazione del potere è la più diabolica che possa essere tesa all'uomo, se Satana osò proporla perfino a Cristo… ma con Lui non ci iuscì. Ma perchè il potere è così diabolico? Perchè Gesù lo combattè così tanto? Il potere schiavizza e non permetterà mai all'uomo di raggiungere la pienezza umana. Dai Vangeli quello che emerge, ed è positiva, è l'autorità. Il potere può essere definito come la possibilità di imporre la propria volontà sulla condotta di altri (Weber). Si tratta, quindi, di un dominio che impone sottomissione. Dove regna la sottomissione c'è schiavitù. L'autorità è iun servizio basato sulla propria competenza. Nella comunità cristiana ognuno di noi ha delle qualità, delle capacità. Quando queste qualità e capacità non vengono usate per innalzarsi sopra gli altri, ma vengono adoperate a servizio degli altri perchè ne usufruiscano, queste capacità umane vengono potenziate dallo Spirito del Signore e si chiamano, con un termine tecnico coniato nel NT, "carismi". Allora, nella comunità cristiana c'è l'autorità, il servizio basato sulla propria competenza, ma il servizio cosa fa? vuole elevare chi lo riceve per renderlo libero. Un esempio: il maestro che insegna, perchè insegna? Non per creare persone dipendenti dal suo insegnamento, ma perchè l'allievo, ricevuto il suo insegnamento, se ne avvalga al punto di equiparare il suo maestro – e se è un vero maestro ne gode – e rendersi indipendente da lui per diventare ancora più bravo di lui. Questo fa l'autorità: è un servizio che rende libere le persone. il potere è un dominio che invece impedisce la libertà, per cui nessuna forma di potere è ammessa nella comunità cristiana, l'autorità sì. Quindi, il Nazareno propone come ideali la pienezza umana, lo spiegamento delle potenzialità dell'uomo, che egli orriene a misura che è mosso dal suo Spirito. In questo modo il seguace di Gesù è colui che fa dell'amore che comunica vita la sua unica norma di condotta, senza temere l'ostilità che questo gli può procurare da parte dei sistemi di potere e dalle loro ideologie.
Veronica Giuliani, nella sua comunità, visse in maniera eroica la dimensione del servizio, come possiamo dedurre dalle numerose testimonianze delle monache durante i processi di canonizzazione. Il supremo anelito della cappuccina fu proprio quello di farsi una cosa sola con Dio per divenire tutta viscere di carità coi prossimi. Sì,, tutta la sua esistenza fu un continuo dono ai fratelli ad imitazione delk suo Signore. Infatti, provvedeva all'ufficio di infermiera esponendosi a lavori forzati più duri, come il portare molta legna o acqua in infermeria, e quando aveva l'incarico di abbadessa si sentiva ultima e dimenticando se stessa teneva tutte le sorelle come suo capo e superiori e senza aspettare di essere chiamata serviva tutte, con la carità in mano, rifuggendo di essere servita. Non bisogna però ingannarsi credendo che questo atteggiamento di servizio le fosse congeniale. Tutta la vita di Veronica fu frutto di vigilanza e di dominio di sé, valori che proporrà con autorevolezza alle proprie consorelle, avendoli prima esperimentati sulla propria pelle. In alcuni momenti era coì angustiata che confessa: mi pareva di non poter sopportare me stessa. Mi venivano impeti così grandi di gridare colle sorelle; ma allora cercavo di fare tutto l'opposto, e cambiavo la gridata con fargli qualche atto di carità. Possa la Vergine santa fare della nostra esistenza un continuo dono a Dio ed ai fratelli.

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