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'La nostra Terra': Accorsi e Rubini sono l'antimafia che combatte piantando pomodori [video]

(Milano) Uscirà in sole 80 copie nelle sale italiane dal 18 settembre 2014 "La nostra Terra", distribuito da Visionaria e Videa. E' un film di Giulio Manfredonia con Stefano Accorsi, Sergio Rubini, Maria Rosaria Russo, Iaia Forte, Nicola Rignanese...

(Milano) Uscirà in sole 80 copie nelle sale italiane dal 18 settembre 2014 "La nostra Terra", distribuito da Visionaria e Videa. E' un film di Giulio Manfredonia con Stefano Accorsi, Sergio Rubini, Maria Rosaria Russo, Iaia Forte, Nicola Rignanese, Massimo Cagnina, Giovanni Calcagno, Giovanni Esposito, Silvio Laviano, Michel Leroy. Con la partecipazione di Bebo Storti, Paolo De Vita, Debora Caprioglio, Tommaso Ragno.
"La nostra Terra" è la storia di una strana antimafia, fatta piantando pomodori. E di qualcosa che viene prima: la terra. Quella che ci ospita, ci nutre e ci seppellisce. Nicola Sansone è proprietario di un podere nel Sud Italia che viene confiscato dallo Stato e assegnato a una cooperativa, che però non riesce ‐ per celati o dichiarati boicottaggi ‐ ad avviare l'attività. Per questo viene mandato in loro aiuto Filippo (Stefano Accorsi), un uomo che da anni fa l'antimafia lavorando in un ufficio del Nord, e quindi impreparato ad affrontare la questione "sul campo". Numerosi sono gli ostacoli che Filippo incontra, e spesso deve resistere all'impulso di mollare tutto: lo trattengono il senso di sfida e le strane dinamiche di questa cooperativa di insolite persone cui inizia ad affezionarsi, in particolar modo Cosimo (Sergio Rubini) l'ex fattore del boss e Rossana, la bella e determinata ragazza che forse ha un passato da riscattare. In un ribaltamento di ruoli, tra sabotaggi e colpi di scena, non appena le cose iniziano ad andare quasi bene, al boss Nicola Sansone vengono concessi i domiciliari. Riuscirà l'antimafia a trionfare?
"Al sud - spiega il regista - la legge viene quasi sempre percepita come un ostacolo, un qualcosa che si frappone tra te e il conseguimento di qualcosa. Lo Stato ti multa, lo Stato ti tassa, lo Stato ti costringe a procedure burocratiche lunghe e complicate. Lo Stato insomma ti impone delle regole. Ma che succede quando, proprio attraverso l'applicazione di queste regole, ti trova un lavoro, ti assegna un terreno da coltivare, la possibilità concreta di decidere sul tuo operato e di vedere i frutti di questo tuo decidere, buoni o cattivi che siano?
È la prima cosa che mi ha colpito di questa storia, la domanda da cui siamo partiti: che succede in un posto dove le persone vivono la legge solo come un Dovere quando questa gli si rivela anche e soprattutto come latrice di un Diritto? Quando si fa esempio concreto della possibilità di cambiare le cose?La nostra storia ha come protagonista un appezzamento di terra, passata negli anni di mano in mano attraverso soprusi e atti di prepotenza, testimone immobile e indifferente, soggetta solo alle sue immutabili leggi, ben più potenti di quelle degli uomini, che sono quelle della natura. Una legge che detta i tempi, che fa faticare, che va compresa e assecondata ma che, quando viene rispettata, dà sempre frutti. Su questa terra si incrociano i destini di tre persone: Filippo, uomo del nord esperto in carte e procedure ma incapace di affrontare le tensioni dei rapporti umani; Cosimo, che ha accettato di piegarsi a ogni prepotenza, capace di districarsi in quel dedalo di sottomissioni e compromessi che gli ha imposto la sua vita come un moderno Pulcinella ma che conserva un unico amore e un'unica fedeltà, quella che lo lega alla terra; e Rossana, giovane donna del sud ostinatamente attaccata al proprio territorio ma altrettanto ostinatamente decisa a cambiarlo, convinta che sia possibile modificare le regole che da sempre governano da quelle parti.
È l'incontro/scontro di tre culture, e per ciascuno di loro l'inizio di un percorso di formazione dal quale usciranno profondamente cambiati. Da principio costretti ad una forzata convivenza, i tre scopriranno che hanno molto da imparare l'uno dall'altro, tra loro si intrecceranno sentimenti forti e contraddittori: diffidenza e amicizia, condivisione e incomprensione, amore e rancore. Con loro un manipolo di reietti, che ha poco da perdere e che quasi inconsapevolmente si getta in un'avventura molto più grande di loro. Sembra un'impresa impossibile ma i nostri eroi scopriranno nel corso del film che non sono così soli come pensavano.Su questa terra si incontrano e si scontrano anche tre sistemi di potere: oltre alla legge dello Stato e a quella della Natura infatti, su questo territorio esiste un terza legge, più invisibile e subdola, che è quella della Mafia. È una legge che striscia piano piano nella mente delle persone, difficile da capire, soprattutto per chi come Filippo non l'ha mai vista operare, una legge che si fonda principalmente sulla paura, che trae forza e si nutre di questo sentimento. Paura di quello che fai, di quello che dici, di quello che pensi, di quello che sei. E quando governa la paura diventano intollerabili tutte le proprie debolezze, inconfessabili gli errori, inaccettabili i passi falsi. I nostri personaggi hanno tutti qualcosa da nascondere, sono vittime dei propri errori perché non sanno accettarli, perché li rinnegano, ne hanno paura. La loro più grande conquista, la libertà più grande che faticosamente otterranno sarà proprio questa, imparare ad accettare i propri errori".

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