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Brian Eno celebra lo splendore della Venaria Reale

(Torino) Il grande Brian Eno, maestro indiscusso della cultura contemporanea, teorico musicale, celebre produttore discografico, inventore dell'ambient music e indiscusso innovatore del linguaggio sonoro moderno regala alla Galleria Grande...

(Torino) Il grande Brian Eno, maestro indiscusso della cultura contemporanea, teorico musicale, celebre produttore discografico, inventore dell'ambient music e indiscusso innovatore del linguaggio sonoro moderno regala alla Galleria Grande, capolavoro settecentesco di Filippo Juvarra e simbolo nel mondo dello splendore della Venaria Reale, una sua colonna sonora originale.
Ho incominciato a comporre 12 Seasons. Music for the Great Gallery nel mio studio di Londra. Avevo visto fotografie e planimetrie della Reggia di Venaria ed ero piuttosto sicuro di sapere come affrontarlo: ho quindi lavorato per qualche settimana su un pezzo che ho portato in prova alla Reggia nel maggio 2012.Non appena l'ho ascoltato nel contesto straordinario della Galleria Grande ho però capito che non andava bene. Quello che avevo composto - dal mio studio di Londra immerso nel grigio clima inglese - era qualcosa di introspettivo e, in qualche misura, buio. Non c'era dubbio che si trattasse di un brano da "interno". Tuttavia, la cosa più sorprendente della Galleria Grande (e ne puoi avere la percezione reale solo quando la visiti e ci sei dentro direttamente) è che è immersa nella luce e nello spazio: non ha nulla a che vedere con uno sguardo interiore. Juvarra l'aveva progettata per invitare il mondo a entrarvi, e allora mi è sembrato che la musica dovesse esistere tanto all'interno quanto all'esterno dello spazio, quasi fosse una nuvola o un'atmosfera che permeasse l'edificio provenendo da fuori.Concettualmente, questa musica è simile a certi miei lavori di circa quarant'anni fa (es. Discreet music, 1975). Continuo a essere affascinato dalla gamma di trasformazioni possibili a partire da uno "stock" limitato di note originarie, e questo pezzo ne è un ulteriore esempio. Ciononostante, contiene anche un nuovo punto di partenza. Consapevole dell'impostazione classica della Reggia, volevo far sì che il brano si componesse di una serie di "movimenti" invece di porsi come un blocco unico. Così, del modo originale di sette suoni su cui avevo deciso di lavorare, soltanto 4 o 5 o 6 trovano impiego in ogni singola sezione. Questo significa che la qualità emozionale di ogni sezione è leggermente diversa, e nel progredire il pezzo si sviluppa assumendo via via sfumature diverse.Adoro la Galleria Grande della Venaria, è come una cattedrale laica, e spero che questa mia musica invogli la gente a trascorrervi più tempo di quanto già non faccia normalmente. Brian Eno
12 Seasons. Music for the Great Gallery of the Palace of Venaria, nella sua versione finale, è composta da due tracce sonore di circa un'ora divise in 12 sezioni. Il sistema utilizza solo 4 casse, due poste all'ingresso e due all'uscita della Galleria, con i fronti sonori diretti verso il centro della sala. In questo modo, il visitatore che passeggia in Galleria, viene avvolto da due distinti flussi sonori: man mano che si avvicina al centro della sala, l'eco dei suoni alle sue spalle si trasforma in ricordo mescolandosi con i deboli riverberi dei suoni che lo attendono.
Due movimenti che si completano nel momento in cui si incontrano nel cuore della Galleria. Le tracce sonore sono formate da nuclei melodici appena accennati e sussurrati. Note più calde di veri violini hanno sostituito gli archi campionati. Le pause e i silenzi giocano con il particolare effetto di riverbero. I suoni prodotti, avendo un lungo tempo di decadimento, persistono nello spazio, si inseguono in maniera potenzialmente infinita, galleggiando nell'aria, alterando la percezione della Galleria Grande, allargandone le dimensioni, riempiendola di altra luce.
La musica viene elevata a tassello indispensabile per il nuovo "arredamento" della Galleria, un colore, un profumo, quasi fosse una nuova "campagna di decorazione", dopo quelle di Juvarra e di Alfieri. Una musica come complemento dello spazio".

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