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Franceschini zittisce soprintendente: vagone Primo Levi devi rimanere in piazza

(Torino) E' polemica a Torino per una mostra sullo scrittore ebreo torinese Primo Levi. Gli organizzatori hanno portato in piazza Castello il vagone su cui lo scrittore venne deportato ad Aushwitz. Un gesto che il soprintendete dei Beni...

(Torino) E' polemica a Torino per una mostra sullo scrittore ebreo torinese Primo Levi. Gli organizzatori hanno portato in piazza Castello il vagone su cui lo scrittore venne deportato ad Aushwitz. Un gesto che il soprintendete dei Beni architettonici del Piemonte, Luca Rinaldi, non ha preso bene visto che ha bollato quel vagone come "baraccone" che contrasta con l'estetica della piazza. Non la pensa il sindaco della città Piero Fassino che si è espresso così: "E' il simbolo dello sterminio". .Sulla vicenda è intervenuto lapidario ieri anche il ministro Franceschini: "Il significato simbolico e morale della presenza in Piazza Castello a Torino di un vagone piombato a memoria della deportazione nei lager nazisti e del viaggio di Primo Levi è superiore mille volte a qualsiasi valutazione burocratica."
Ecco la descrizione del vagone che deportò lo scrittore Primo Levi nel campo di concentramento descritto nel libro:" Se questo è un uomo": "I vagoni erano dodici, e noi seicentocinquanta; nel mio vagone eravamo quarantacinque soltanto, ma era un vagone piccolo. Ecco dunque, sotto i nostri occhi, sotto i nostri piedi, una delle famose tradotte tedesche, quelle che non ritornano, quelle di cui, fremendo e sempre un poco increduli, avevamo così spesso sentito narrare. Proprio così, punto per punto: vagoni merci, chiusi dall'esterno, e dentro uomini donne bambini, compressi senza pietà, come merce di dozzina, in viaggio verso il nulla, in viaggio all'ingiù, verso il fondo. Questa volta dentro siamo noi".

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