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'Draunara', l'installazione di Federica Cellini al Maxxi per raccontare lo sbarco dei migranti

(Roma) Si inaugura oggi, mercoledì 14 gennaio alle ore 19.30 al MAXXI di Roma, "Draunara", un'installazione di Federica Cellini che sarà allestita dal 15 – 21 gennaio 2015. Ogni giorno sulle coste di Lampedusa si riversano a migliaia uomini...

(Roma) Si inaugura oggi, mercoledì 14 gennaio alle ore 19.30 al MAXXI di Roma, "Draunara", un'installazione di Federica Cellini che sarà allestita dal 15 – 21 gennaio 2015. Ogni giorno sulle coste di Lampedusa si riversano a migliaia uomini assetati, stanchi, impauriti che – disperati – hanno lasciato la loro terra. Ammassati su piccole imbarcazioni di legno, schiacciati l'uno contro l'altro, approdano smarriti dopo giorni in mare sospesi tra la vita e la morte. Gli sbarchi vanno avanti per ore, per giorni, creando un imponente flusso dorato che stordisce e confonde l'isola siciliana. Secondo un'antica credenza sicilianala tempesta di vento proveniente dal mareera una "cuda di draguni".
Il lavoro di Federica Cellini è un'installazione basata su due livelli narrativi: gli scatti fotografici del giorno dell'arrivo dei migranti e i suoni realizzati in collaborazione con Aleksander Protic, sound designer che ha lavorato con il regista serbo Emir Kusturica.I suoni raccontano la storia del viaggio dei migranti dal centro Africa ai camion roventi lanciati nel deserto, fino all'arrivo in Libia, dove spesso vengono detenuti mesi, a volte anni, in attesa di raggiungere il "carico umano" sufficiente a far partire un'altra barca. E poi la traversata del Mediterraneo, fino allo sbarco – per chi è sopravvissuto – nella piccola isola di Lampedusa.
L'installazione è allestita in un container buio con dei piccolissimi fori a parete: solo avvicinandosi è possibile scorgere le immagini retroilluminate e ascoltare l'audio. Come in una sorta di via crucis con differenti fermate che abbinano audio e immagini, i visitatori possono avvicinarsi a questo viaggio.Gli scatti ricordano i vue d'optique: stampe popolari nell'Europa del XVIII secolo, poste in un particolare cassone di legno e offerte alla visione tramite dei fori, a volte dotati di lenti d'ingrandimento. Queste stampe erano spesso illuminate dal retro del cassone e accompagnate da racconti e descrizioni ricche di suggestioni.Prodotta a Belgrado, l'installazione della giornalista e regista romana è stata presentata per la prima volta nel 2013 al Mikser Festival in Serbia e successivamente al Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli.

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