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Palatino: il percorso augusteo Museo Palatino Casa di Augusto Casa di Livia

(Roma) "Questo, questo è l'uomo di cui spesso odi annunziare l'avvento, Augusto Cesare, figlio del Divo che al Lazio porterà il secolo d'oro di nuovo, sui campi ove un giorno ebbe regno Saturno" . Virgilio, Eneide, libro VI Il nuovo allestimento...

(Roma) "Questo, questo è l'uomo di cui spesso odi annunziare l'avvento, Augusto Cesare, figlio del Divo che al Lazio porterà il secolo d'oro di nuovo, sui campi ove un giorno ebbe regno Saturno" . Virgilio, Eneide, libro VI Il nuovo allestimento del Museo Palatino, l'ampliamento del percorso di visita della Casa di Augusto e un nutrito intervento di musealizzazione della Casa di Livia, con la presentazione in entrambi i siti di decorazioni pittoriche inedite, rappresentano la seconda tappa del ricco programma realizzato dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, in collaborazione con Electa, per celebrare la ricorrenza dei duemila anni dalla morte di Augusto. Per il bimillenario, la Soprintendenza ha privilegiato l'intervento sul patrimonio in sua gestione, e in questo caso nell'area monumentale del Palatino, dove Augusto stabilì di risiedere nel culto della memoria di Romolo e della fondazione della città, secondo un preciso programma politico, fatto di tradizione e innovazione, che caratterizzerà tutto il suo Principato. Il programma dei lavori per il Bimillenario augusteo ideato da Mariarosaria Barbera, alla guida della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, ha impiegato negli ultimi due anni circa due milioni e mezzo di euro ricavati dal bilancio ordinario, destinati al quadrante augusteo sul Palatino. I fondi sono stati impiegati per restituire alla visita ambienti chiusi al pubblico, altri logorati dal tempo, altri ancora obsoleti alla visita. A questi lavori di restauro, consolidamento e rinnovamento delle antiche strutture si sono aggiunti una nuova pannellistica direzionale e didattica, il sistema di videosorveglianza, il percorso per disabili, fruibile anche da genitori con figli in passeggino, per l'intero settore augusteo. In questa ricorrenza si è ritenuto doveroso riordinare e riorganizzare il Museo Palatino. Creato nella seconda metà del XIX secolo nell'edificio del convento ottocentesco delle monache della Visitazione, il nuovo allestimento ne accentua lo stretto legame con i complessi monumentali esterni, stabilendo una funzione di raccordo e di sintesi della visita che si sviluppa sull'intero colle. Questi aspetti sono ulteriormente rafforzati dagli apparati multimediali che consentono di comprendere appieno lo sviluppo del Palatino dall'età protostorica al tardo antico. Oltre ad aver risistemato gli spazi esterni al museo, gli ambienti dell'intero edificio sono adesso dotati di impianto di climatizzazione e di un rinnovato sistema di illuminazione. Il Museo Palatino conserva alcune delle più straordinarie testimonianze dell'epoca augustea, cui si sono aggiunte adesso delle opere conservate nei depositi, o scoperte in recenti scavi dei palazzi imperiali.
La visita comincia con le cinque sale del piano terreno, due delle quali guadagnate traslocando i depositi, e si suddivide in sale tematiche. "Le origini di Roma" con i reperti preistorici e la storia della fondazione raccontata anche attraverso le immagini proiettate sul plastico del 1950 del monte Germalo dove furono stabilite le prime capanne; "Dalla monarchia alla repubblica" e "La repubblica" in cui si ripercorre la trasformazione edilizia del Palatino fino a diventare ambìto luogo di residenza della classe dirigente romana. "Il principato" presenta un film di 7' dal titolo "A-Elegia di Augusto" , dedicato alla figura dell'imperatore. Infine, la sala dedicata all'impero con un campionario di marmi costituito da Pietro Rosa, tra 1861 e 1870, rilavorando in formelle rettangolari i frammenti marmorei rinvenuti durante gli scavi da lui diretti. Nella stessa sala, un video wall riproduce un documento di 12' in cui scorrono le ricostruzioni architettoniche degli edifici costruiti sul Palatino, dalle capanne romulee alla residenza di Augusto, passando per la domus aurea e il palazzo dei Flavi, fino al Septizodium di Settimio Severo, ultima imponente costruzione palatina: una straordinaria carrellata in 3D che restituisce la ricchezza dei marmi e delle decorazioni architettoniche, musive e pittoriche degli interni dei palazzi imperiali introducendo alla visita del piano superiore. Al primo piano il visitatore è accolto dalla galleria dedicata alla scultura ideale nel palazzo imperiale. Visto nel suo insieme l'arredo scultoreo del Palazzo, pur nel ricorso attraverso il tempo a repertori e cifre stilistiche diverse, presenta in misura evidente un elemento peculiare, percepibile anche nella stessa visita del Museo: la frequente presenza di "doppi" , ovvero di più repliche risalenti al medesimo prototipo greco. Anche se i soggetti sono rievocativi di una dimensione culturale sentita come esemplare, questi sono talvolta duplicati per esigenze di simmetria, e subordinati all'utilizzo entro una rigida cornice architettonica in ambienti di nuova valenza: dimore di rappresentanza, aule di udienza, giardini di delizia, ninfei, come anche edifici termali, teatri, ville d'ozio. Tra i capolavori esposti, la scultura convenzionalmente indicata come Hera Borghese, ma in realtà raffigurante molto probabilmente un'Afrodite di età antonina, quasi barocca. Caratteristiche che si ritrovano nel busto drappeggiato esposto per la prima volta, proveniente dai depositi, e che per l'altissima qualità ben si giustifica con una committenza imperiale. Il percorso di visita continua con la sala dedicata ad Augusto. Questa è dominata dalla spettacolare vetrina che riunisce numerose lastre Campana in terracotta decorate, provenienti dal santuario di Apollo. Le lastre rappresentano scene mitologiche legate alla figura del dio. Una in particolare riproduce un soggetto nuovo, quello delle "Fanciulle che ornano un betilo" , simbolo aniconico di Apollo. L'uso di rappresentare la divinità per mezzo di un oggetto privo di aspetto umano, il betilo appunto (baitylos), pietra appuntita o pilastro di dimensioni variabili, è antichissimo. Il preciso riferimento sulla lastra fittile al dio scelto da Augusto come suo protettore non è casuale, né isolato: un betilo è raffigurato infatti anche nella decorazione pittorica di un ambiente della casa, la "stanza delle Maschere" . Un altro betilo si trova nella Casa di Livia, in questo caso dedicato a Diana cacciatrice. Sempre in questa sala sono esposte per la prima volta le ali marmoree, di straordinaria fattura, ritrovate negli scavi della domus tiberiana del 2011. La sala successiva è riservata ai reperti provenienti dalla domus transitoria di Nerone, cui segue la raccolta della decorazione architettonica che restituisce la ricchezza dei fregi, dei rilievi e dei marmi degli edifici del Palatino. La visita si conclude con una carrellata di ritratti provenienti dal palazzo imperiale, molti dei quali ritraggono personaggi di età tardoantica e altomedioevale, a conferma delle fonti storiche che attestano come la residenza imperiale continuò a lungo, dopo che Roma aveva cessato di essere la capitale dell'Impero, a essere abitata e utilizzata quale sede ufficiale da alti funzionari dell'amministrazione statale o dagli imperatori d'Oriente in visita nell'Urbe. Dopo la visita al museo si raggiunge l'area della Casa di Augusto, separata dal Germalo dove sorgevano le capanne di Romolo dalla Scala Caci, è stata sino ad oggi chiusa al pubblico in gran parte della sua estensione. Un innovativo sistema di copertura consente oggi di restituire al pubblico tutto quanto resta della residenza imperiale. Non essendoci tracce archeologiche certe sul livello del piano superiore, il filo della copertura è stato idealmente fissato dal livello in cui cominciarono gli scavi di Carrettoni nel 1960 che hanno portato alla scoperta della domus. Il tetto è stato progettato a basso impatto paesaggistico, con una copertura a prato su una base di cellule di polistirolo che trattiene l'acqua e ricoperto da piante grasse. I materiali utilizzati, pultruso, Corten, vetroresina, legno consentono una facile reversibilità della copertura, diventata una terrazza con vista sul Gianicolo. Adesso gli ambienti dipinti della Casa di Augusto sono tutti protetti dalle intemperie. Di grande pregio, e per la prima volta visibile al pubblico, l'affresco della "Stanza delle prospettive" , così definita perché le pitture propongono schemi abituali decorativi con podi aggettanti, alte paraste, edicole e quinte architettoniche, non prive di senso prospettico ad ampliare e dare maggiore profondità all'ambiente. Visibili per la prima volta al pubblico lungo una passerella posta a protezione dei pavimenti di cui resta traccia delle geometrie dei marmi che lo decoravano, sono anche gli affreschi che decorano i locali dalla probabile funzione di biblioteche private e di sale dall'importante ruolo di ricevimento, quale l'ampio tablinum. Questa parte pubblica della casa doveva affacciarsi sul peristilio, per questo è oggi illuminata da una luce fredda che suggerisce l'ingresso negli spazi della luce naturale. La zona che conserva gli ambienti decorati con maschere e festoni, invece, goda di un'illuminazione più calda, perché erano gli ambienti chiusi e privati del princeps. Di questa zona sono giunti sino a noi i sobri mosaici pavimentali a tessere bianche con crocette nere. All'esterno della Casa di Augusto, è stato ideato un giardino a simboleggiare la probabile presenza d'acqua, là dove probabilmente si trovava la vasca al centro del peristilio. Per questo motivo sono state piantate le vinca minor che producono fiori blu pervinca e si dispiegano, come a filo d'acqua, su una ragnatela di fili. Il percorso augusteo prosegue verso la Casa di Livia. Importanti interventi di idraulica e cura del microclima consentono adesso di riaprire gli ambienti della dimora di I sec. a.C. abitata dalla terza moglie di Augusto. È stata osservata e controllata la risalita capillare dell'acqua proveniente dalla sommità del Palatino, quella dal sottosuolo – dovuta alle canalizzazioni delle acque meteoriche – e i fenomeni di formazione di sali. Le attività principali si sono concentrate sulla cura delle tettoie – gran parte delle quali completamente rinnovate – sulla sigillatura delle superfici interne ed esterne, delle superfici parietali e pavimentali, sull'illuminazione con lampade a luce fredda, sull'individuazione del numero dei visitatori che consentisse di non alterare il microclima. È stato anche collocato un montacarichi che consente l'ingresso alla casa ai portatori di handicap. Sanati i gravi problemi di umidità, gli affreschi di secondo stile degli ambienti già noti - il cortile su cui si affaccia il tablino e le ali che lo affiancano – sono stati sottoposti a un maquillage che ha restituito la leggibilità delle meravigliose pareti dipinte con festoni di frutta, scene di paesaggio e mitologiche. Si apre invece al pubblico per la prima volta l'ambiente del triclinio, che conserva una straordinaria decorazione pittorica su fondo rosso cinabro, più noto come rosso pompeiano, su cui si aprono edicole che svelano paesaggi sacri. Uno di questi rappresenta il betilo, simulacro aniconico, di Diana. Il Bimillenario augusteo ha offerto l'opportunità di rimontare alle pareti questi affreschi oltre a consentire la pulitura di tutti i frammenti fuori opera (circa 500) raccolti in cassetta e conservati nei depositi. È così stato possibile identificare e rimontare alcuni brani della decorazione: il timpano di un edificio e la punta del betilo nella scena Santuario di Artemide. Il restauro degli affreschi della Casa di Livia, così come per la Casa di Augusto, ha contribuito alla creazione di un sistema informatico di registrazione del work in progress assolutamente innovativo. Foto immersive a 360° ad alta definizione, sono state usate come contenitore di informazioni scientifiche relative al microclima e agli interventi di restauro. Il lavoro è consultabile online in ogni momento, anche da tablet e smartphone.

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