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Parte stasera su Rai1 la fiction su Peppe Don Diana

Casal di Principe - Nel ventennale dell'assassinio di Don Giuseppe Diana, la Rai presenta una miniserie in due puntate, diretta da Antonio Frazzi, con Alessandro Preziosi, per ricordarne la figura e l'impegno per la legalità, per l'educazione dei...

Nel ventennale dell'assassinio di Don Giuseppe Diana, la Rai presenta una miniserie in due puntate, diretta da Antonio Frazzi, con Alessandro Preziosi, per ricordarne la figura e l'impegno per la legalità, per l'educazione dei giovani, per il riscatto della propria terra. In prima visione su Rai1, martedì 18 e mercoledì 19 Marzo.
Così la Presidente della RAI Anna Maria Tarantola all'anteprima del film che è stato oggetto del dibattito durante il Terzo incontro del mese dell'antimafia in Parlamento: "Sono lieta che la Commissione Antimafia abbia scelto il film della Rai su questo testimone della legalità per il suo Terzo Incontro. Un sentito ringraziamento alla Presidente Bindi che ha ritenuto che questo nostro film / fiction potesse essere uno strumento per la lotta contro le mafie, portatore di un messaggio di coraggio e di speranza soprattutto per i giovani e un modo, attraverso Don Diana, per onorare insieme a lui tutte le vittime di tutte le mafie".
Le riprese si sono svolte tra il 9 settembre e il 9 novembre 2013 prevalentemente a Frignano, a pochi chilometri da Casal di Principe, e in altri comuni dell'Aversano in provincia di Caserta. Il territorio reale in cui si sono svolte le vicende raccontate. E' la prima volta in assoluto che delle riprese televisive si svolgono quasi totalmente in queste terre. Questa novità, la popolarità degli attori e il tema trattato hanno suscitato l'entusiasmo della popolazione. Nello sviluppo del progetto e nella realizzazione produttiva, sono stati coinvolti i principali comitati anti camorra che nel nome di Don Peppino Diana si battono ogni giorno per il territorio; la Chiesa, in particolare il Vescovo di Aversa Mons. Spinillo e i Parroci di Casal di Principe e Frignano, molti dei quali hanno conosciuto Don Diana; le autorità amministrative e politiche locali. Durante la lavorazione la popolazione locale e il territorio è stato fortemente coinvolto. La miniserie ha una cinquantina di ruoli minori e circa 800 comparse selezionate tra gli abitanti dei comuni interessati alle riprese e anche i cestini sono stati forniti da una organizzazione denominata NCO (acronimo per Nuovo Commercio Organizzato) che promuove una filiera alimentare etica promossa dal Comitato Don Peppe Diana. Considerata la finalità della miniserie, artisti come Pino Daniele, Claudio Mattone, Alma Megretta, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, hanno aderito al progetto e hanno concesso l'autorizzazione ad utilizzare dei loro brani musicali.
"Don Diana - spiega il regista Antonio Frazzi - è stato etichettato come un prete di strada, un prete coraggio e un prete anticamorra... ma lui amava definirsi un prete e basta. Ecco siamo partiti da questa semplice affermazione per costruire questo nostro film. Un prete e basta! Un prete calato in un habitat tra i più difficili e duri del nostro meridione. Un habitat, rimasto isolato e chiuso per secoli. Dove le leggi dello Stato non venivano rispettate e dove a comandare era la legge dell'illegalità e dell'ingiustizia. E' in questo far west nostrano, a un'ora e mezzo di auto da Roma, che ha operato venti anni fa don Giuseppe Diana. Ed è qui che è stato ucciso. Ucciso perché si è opposto ai soprusi della camorra che funestavano il territorio. Ucciso perché ha saputo mobilitare le coscienze di fronte ai tanti delitti che si verificavano nell'aversano. Ucciso perché ha sollecitato l'intervento dello Stato pressoché assente in quegli anni. Ucciso perché si è opposto al potere della camorra dimostrando che la camorra la si poteva contrastare liberando le persone dalla paura ed educandole alla legalità e alla giustizia. Ucciso perché è diventato un "simbolo forte"... e quindi un simbolo da abbattere". "Noi - continua Frazzi - questo nostro film siamo andati a girarlo proprio nei posti dove Don Peppe ha vissuto e operato: Casal di Principe, Frignano, Casapulla, Casaluce... E l'abbiamo fatto anche con la gente del posto. Facce autentiche, scolpite, di una straordinaria forza espressiva. E tutti con una entusiastica disponibilità a collaborare. Quando il primo giorno nella piazza di Frignano ci siamo trovati di fronte a un migliaio di persone che volevano assistere alle riprese del film, ho capito che stavamo per vivere qualcosa di straordinario perché volenti o nolenti avremmo dovuto fare i conti con tutta questa folla ingombrante. E che avremmo dovuto cambiare anche il modo di gestire la normale routine delle riprese. Quando impostata e provata la prima scena nel delirio e nella confusione più assoluta, ho gridato nel megafono: "Bene signori, silenzio...giriamo... ciac in campo... MOTORE!" Quella folla urlante, per magia o per miracolo non lo so... si è trasformata in un immenso tappeto di occhi muti... e un SILENZIO ASSOLUTO si è impadronito della piazza. Un silenzio impensabile dieci secondi prima! In quel momento la nostra concentrazione era sostenuta dalla concentrazione di tutte quelle centinaia di persone che si trovavano di fronte a noi. Ora che il film è finito mi sento di poter dire che la sua realizzazione è anche frutto della presenza di queste centinaia e centinaia di persone che ogni giorno, assistendo alle riprese, ci hanno costretto sì ad uno sforzo al limite massimo della concentrazione... ma allo stesso tempo, con i loro applausi entusiastici alla fine di ogni ciac, sono stati uno stimolo unico e irripetibile, mai provato prima nella mia ormai lunga esperienza professionale".

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