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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Vendo tutto, compro bitcoin, e aspetto il boom!

In molti devono avergli dato del pazzo quando Didi Taihuttu, trentanovenne olandese, ha deciso di vendere tutti i suoi averi per comprare criptovalute, adottare con la famiglia uno stile di vita minimal in una roulotte nei boschi e attendere il...

In molti devono avergli dato del pazzo quando Didi Taihuttu, trentanovenne olandese, ha deciso di vendere tutti i suoi averi per comprare criptovalute, adottare con la famiglia uno stile di vita minimal in una roulotte nei boschi e attendere il definitivo boom di bitcoin e altcoin vari.

Ad un primo impatto potrebbe sembrare la storia di un folle (e per alcuni versi lo è), ma Didi Taihuttu non è uno sprovveduto qualunque, bensì un profondo conoscitore del mondo cripto.

Ecco la sua storia.

Il primo contatto di Didi Taihuttu con le criptovalute avviene nel 2010, anno in cui, con alcuni amici, crea una “mining farm” per bitcoin (termine tecnico per indicare un insieme di computer potenti assemblati apposta per minare, ovvero creare, criptovalute) quando questi valevamo ancora meno di 1 $.

L’esperimento non ha particolare successo, a parte una brevissima ascesa dei prezzi dei bitcoin che consente a Didi di monetizzare un po’ l’investimento. Il prezzo subito dopo ritorna velocemente a pochissimi centesimi di dollaro.

Prova quindi a passare ai Dogecoin, altra promettente criptovaluta, che però, come moltissime altre criptomonete, inizialmente non ha particolare fortuna. L’investimento quindi non rende nonostante Didi arrivi a possederne un’enorme quantità.

L’avventura con la mining farm giunge quindi al termine nel 2013.

La storia si riapre agli inizi del 2016, purtroppo con un lutto. Il padre di Didi Taihuttu, ex calciatore professionista, muore di cancro a 61 anni.

Di lì a poco, Didi matura la decisione di lasciare tutto e viaggiare. Vende la propria attività (portata avanti per 11 anni), e parte per un viaggio di 9 mesi con la moglie e le tre figlie (possiamo quindi dire che il germe dell’avventura e del cambiamento era già abbastanza radicato nella famiglia Taihuttu.)

Decidono di visitare Australia e Sud Est Asiatico.

Il viaggio è un punto di svolta. Lì viene a contatto con diversi altri conoscitori del mondo cripto, semplici utilizzatori di criptovalute varie e trader esperti del settore. Inizia così un nuovo periodo di attrazione per le monete digitali, per il più grande universo chiamato blockchain, e per tutte le enormi potenzialità che in questi anni centinaia di imprenditori hanno solo cominciato a saggiare.

I contatti via Skype e le consultazioni con diversi altri esperti aumentano.

L’idea comincia quindi a maturare, e la vera chiamata, se così si può chiamare, arriva con l’incredibile impennata nel prezzo dei bitcoin di quest’estate, saliti in quel periodo a circa 3.000 dollari (per la cronaca oggi siamo a circa 5.600 $).

Tutti i pezzi del puzzle trovano il loro posto, e nella mente di Didi nasce la convinzione che il tempo è maturo per buttarsi completamente in questo investimento.

Ritorna in Olanda, e tenta addirittura di eseguire la vendita della casa (una lussuosa villa di 200 metri quadri) direttamente in bitcoin, bypassando le normali consuetudini bancarie e notarili, cosa che però non riesce per alcuni limiti strutturali ancora presenti nei sistemi tradizionali.

La vendita però avviene comunque. E non solo la casa: anche macchina, motocicletta, bici elettrica, giocattoli delle figlie, vestiti, scarpe. Tutto.

Una piccola parte dei soldi ricavati viene quindi usata per sistemarsi in un piccolo chalet in un campeggio. Tutto il resto, tutto, viene usato per acquistare bitcoin e altre criptovalute, in attesa di poterne (forse) incassare gli enormi ricavi, possibilmente entro il 2020, anno “target” che Didi si è prefissato per cominciare a saggiare i frutti del suo investimento.

E per sopravvivere durante il processo, la famiglia Taihuttu si è imposta uno stile di vita sempre più minimal.

<<Questo è stato il fattore definitivo che ha convinto mia moglie. L’educazione è la cosa più importante per i figli. Non va bene educarli ad essere troppo materialisti. Francamente, era proprio quello che stavamo facendo. Se le cose dovessero andare male, staremo per un po’ senza soldi. Non penso sia la cosa peggiore che possa capitare nella vita.>>

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