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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Economia

Nuovo codice degli appalti: sciopero di Cgil, Cisl e Uil: "150mila addetti a rischio"

I sindacati: "Si va a colpire su quei pochi settori che funzionano benissimo"

Cgil, Cisl e Uil hanno registrato una buona adesione allo sciopero di mercoledì proclamato dalle rispettive segreterie nazionali per chiedere l’abrogazione dell’articolo 177 del nuovo codice degli appalti.  "Stiamo cercando di far riflettere il governo e il parlamento che non ha senso intervenire su quei pochi settori delle concessioni del settore elettrico, del gas-acqua e dei rifiuti, che funzionano benissimo, che occupano 150 mila addetti dalla indiscussa professionalità e che durante la pandemia hanno garantito i servizi essenziali dichiara Raffaele Maietta della FP CGIL. 

"Ci sono tanti buoni motivi per cancellare l’articolo 177 del Codice degli appalti, che prevede l’obbligo per le aziende concessionarie di servizi , di esternalizzare l’80% di tutte le attività, destrutturando così i pochi comparti organizzati ed efficienti, in grado di assicurare servizi essenziali e fondamentali per l’intero Paese.  Con l’applicazione dell’articolo in questione, le conseguenze saranno immediate e nefaste: si provocherà una pericolosa frammentazione della capacità industriale delle imprese, le stesse che negli ultimi anni hanno investito sulla evoluzione tecnologica e hanno assecondato la richiesta sempre maggiore di sicurezza energetica e continuità dei servizi; si andrà incontro al depauperamento della quantità e della qualità degli investimenti e delle capacità professionali, con conseguenze preoccupanti rispetto alla qualità del servizio erogato; aumenteranno i rischi su quei luoghi di lavoro per la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, sia delle imprese concessionarie sia del sistema esistente degli appalti: altro che politiche “zero infortuni” in un sistema frammentato e privo delle risorse ed esperienze necessarie; 150mila addetti del settore, lavoratori qualificati e professionali che da un giorno all’altro rischierebbero di trovarsi in esubero".

"Lavoratori che in questi anni hanno dimostrato tutto il loro valore, determinando la fortuna delle loro aziende edistinguendosi per competenza, professionalità, serietà, affidabilità. Grazie alla loro dedizione gli ospedali hanno continuato a funzionare, abbiamo avuto gas e acqua nelle nostre case, la linea elettrica ci ha consentito anche di continuare a connetterci, l’igiene urbana non ha subito conseguenze sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti" dichiara Giuseppe Gravino della Fit Cisl.

Mentre Gianfranco Spanò della Uiltrasporti afferma: "Con l’articolo 177 tutto cambierà: ogni cittadino, ognuno di noi, rischierà di avere a che fare con aziende improvvisate, con personale non qualificato, non formato, senza esperienza, senza professionalità. Le preoccupazioni che emergono è che sul costo di questi addetti, sulle loro condizioni di lavoro, sui loro contratti, si giocheranno le gare per l’aggiudicazione degli appalti e nessuno avrà più garanzie.  Altro che transizione energetica, altro che ammodernamento delle reti, altro che sviluppo delle reti intelligenti, altro che qualità dell’ambiente, altro che rilancio dell’economia! Andiamo verso una deleteria frammentazione del servizio, affidato ad aziende che potrebbero non avere le necessarie competenze, le risorse, il know-how per garantire servizi indispensabili per il paese e non si garantirebbe persino  la sicurezza energetica". 

Tutti questi motivi, "compreso gli  inconcludenti confronti con il governo, hanno spinto le nostre Segreterie Nazionali, nonostante questa  difficile e delicata fase del Paese, a scendere in piazza con lo sciopero generale di oggi  30 giugno 2020, proprio per non  assistere inermi allo smantellamento di questi servizi e alla umiliazione che ne deriva per i lavoratori. Le scriventi tengono a chiarire che, pur in presenza di una massiccia adesione allo sciopero, abbiamo fatto in modo di garantire tutte le prestazioni essenziali previste dalla legge, nessun cittadino ha avuto disagi sui servizi essenziali, come non li ha avuti neanche durante il lockdown. È anche per questo motivo che invitiamo tutti gli italiani a solidarizzare con queste categorie di lavoratori, che rischia di essere letteralmente mortificata e avvilita dalle ingiustificate e inaccettabili scelte del Governo. Per tutte le motivazioni di cui sopra, abbiamo invitato il Governo a trovare una forma, una norma, un emendamento che superi questo clamoroso pasticcio".

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