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Economia Marcianise

Licenziamenti Jabil, la protesta arriva al Consolato Usa

Lunedì la manifestazione di protesta contro il taglio di 190 dipendenti

Licenziamenti Jabil, la protesta arriva al Consolato Usa.

Per lunedì 24 ottobre è stata organizzata una manifestazione di protesta dopo la decisione della multinazionale statunitense di tagliare 190 dipendenti dello stabilimento di Marcianise entro il 2023.

La vertenza si trascina dal giugno 2019, quando la Jabil di Marcianise annunciò un piano di esuberi per 350 lavoratori, cui si sono aggiunte altre 100 unità nel piano industriale della scorsa primavera. Tre anni fa erano 700 circa i dipendenti, e per convincerli a lasciare Jabil in modo poco traumatico, fu attivato, con il coinvolgimento e il monitoraggio di Mise e Regione, lo strumento della ricollocazione in altre aziende del casertano a spese della stessa Jabil, che ha dunque pagato per la ricollocazione sia i lavoratori licenziati che le aziende che li hanno riassunti.

Strumenti finanziari ora non più disponibili, anche se poi le ricollocazioni non hanno portato a concrete reindustrializzazioni, visto che le aziende in cui gli ex Jabil sono stati riassunti sono in seria difficoltà; gli oltre 200 ex Jabil assunti in Softlab sono spesso in cassa integrazione e spesso manifestano per ritardi negli stipendi, i 23 assunti in Orefice, azienda sarda, sono stati licenziati perché non hanno accettato il trasferimento in Sardegna, e sono in attesa di sapere del loro futuro.

Mentre l'ultima ipotesi di ricollocazione, quella nella new-co che avrebbero dovuto creare la Tme di Portico e Invitalia, non si è ancora concretizzata e anzi sembra possa saltare. E intanto il 28 ottobre si terrà il terzo round, i primi due hanno dato fumata nera, del confronto sui licenziamenti tra i vertici Jabil e i sindacati.

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