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Economia Marcianise

I dipendenti sfidano la pioggia sotto la Prefettura: "Irricevibile offerta della Jabil"

I sindacati definiscono "irricevibile" la proposta di ricollocamento dell'azienda

È “irricevibile” il piano presentato da Jabil che, a detta dell’azienda, dovrebbe garantire un futuro lavorativo ai 190 dipendenti del sito di Marcianise che saranno licenziati dopo il 31 gennaio, quando scadranno gli ammortizzatori sociali concessi dal Governo. Lo dicono i sindacalisti che hanno preso parte alla manifestazione tenuta dai lavoratori dello stabilimento casertano, nonostante la pioggia battente, davanti alla prefettura di Caserta, per chiedere ancora una volta che le “istituzioni, Ministeri del Lavoro e Sviluppo Economico in primis, si facciano carico realmente della vertenza”.

La convocazione al Mise è arrivata per il 24 gennaio, ma è stato bocciato il piano di reindustrializzazione mostrato ieri, con apposite slide, durante l’incontro tenuto dai sindacati con l’azienda e la Regione Campania, che prevede che i dipendenti, una volta licenziati da Jabil, dovrebbero poi essere riassunti (a spese della stessa Jabil come avvenuto in passato con il ricollocamento in altre aziende come Softlab e Orefice) in una nuova società creata dalla Tme di Portico di Caserta e da Invitalia (società del Ministero dell’Economia).

“Blocco immediato dei licenziamenti e la creazione di una cabina di regia coordinata dalla prefettura grazie alla quale consentire un effettivo coinvolgimento delle istituzioni a cominciare da Regione Campania per affrontare la vertenza Jabil”. Questa è la richiesta congiunta della segretaria generale della Cgil Sonia Oliviero e del segretario generale della Fiom Cgil Caserta Francesco Percuoco al termine del presidio che si è svolto questa mattina. “Il piano di ricollocamento presentato da Jabil è irricevibile – hanno evidenziato i due esponenti della Cgil – perché non garantisce certezze ai lavoratori e, a prescindere, non coinvolge tutti e 190 i dipendenti che saranno licenziati il prossimo 31 gennaio. Le maestranze dovrebbero essere assunte da una società creata da Tme e Invitalia che, al momento, non ha neanche uno stabilimento con il rischio di replicare situazioni di mancati pagamenti di stipendi già vissute con le esperienze di Softlab e Orefice. In più questo fantomatico piano sarebbe rivolto solo a 140 dei 190 dipendenti coinvolti nelle procedure di licenziamento”.

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