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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Patto Confindustria-Regione: "Burocrazia zero per favorire investimenti stranieri"

Sottoscritto alla Reggia di Caserta il protocollo. Traettino: "Cambiare paradigma su multinazionali". De Luca alle imprese: "Arricchitevi rispettando ambiente e relazioni sociali"

Semplificare, sburocratizzare. E' questo l'appello che arriva dalle imprese alle pubbliche amministrazioni. Due temi ribaditi come una sorta di "mantra" nel corso del vertice alla Reggia di Caserta, promosso da Confindustria Campania, per la firma di un protocollo sottoscritto dagli industriali con la Regione Campania per fidelizzare e supportare le multinazionali che operano sul territorio e creare le condizioni affinché implementino gli investimenti nelle aree in cui sono già presenti.

L'intesa si inserisce nell'ambito di un percorso di retention e di sensibilizzazione sull'importanza delle imprese a capitale estero al quale hanno già aderito Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Umbria e Piemonte con la Campania - che conta 1300 aziende e più di 40mila addetti - che è la prima regione del Sud a sottoscrivere l'accordo. Secondo i dati forniti dalla vicepresidente per l'internazionalizzazione di Confindustria Barbara Beltrame Giacomello, complessivamente in Italia sono presenti 15.779 realtà estere, che costituiscono lo 0,4% del totale delle imprese italiane. Esse occupano l’8,7% degli addetti, generano il 19,3% del fatturato prodotto da tutte le imprese italiane e il 16,3% del valore aggiunto. Inoltre, le multinazionali estere realizzano investimenti in ricerca e sviluppo per 4,3 miliardi di euro, pari al 26% del totale della ricerca privata.

"Confindustria sottolinea da tempo a Governo ed enti territoriali l’importanza delle imprese italiane a capitale estero come fattore strategico per la crescita del Paese - ha evidenziato Beltrame Giacomello - Le grandi imprese estere generano con le pmi un legame virtuoso in un’ottica di filiera. Infatti, da un lato le grandi aziende internazionali trovano fornitori di altissimo livello, flessibili nell’adattare rapidamente la produzione e, dall’altro, le nostre pmi hanno l’opportunità di entrare a far parte delle grandi reti internazionali e diventare più competitive. Per questo – ha concluso Beltrame – è importante creare le condizioni perché le imprese estere continuino a credere nel nostro Paese e supportarle nel cogliere in anticipo nuove opportunità di investimento". 

Dopo una tavola rotonda alla quale hanno preso parte Pasquale Frega (presidente ed Ad di Novartis Italia), Emanuele Iannetti (Ad Ericsson), Marco Travaglia (Ad Nestlè Italia) e Marco Hannappel (Ad Philip Morris Italia) nel quale sono state evidenziate le criticità del comparto industriale sono arrivate risposte positive dall'assessore regionale alle Attività Produttive Antonio Marchiello che ha ribadito come "con questo protocollo le multinazionali possono ricorrere a noi in fase preventiva in modo da sviluppare insieme percorsi capaci di far crescere il territorio e creare lavoro". Positivo il riscontro anche dal Commissario straordinario del Governo della Zes (Zona Economica Speciale) Campania Giuseppe Romano che ha espresso l'esigenza di "calibrare le misure sulla base delle eccellenze".

Il protocollo tra Confindustria e la Regione

“È necessario un cambio di paradigma - ha spiegato il Presidente di Confindustria Campania, Luigi Traettino - che porti a considerare le multinazionali non come aziende straniere, ma come imprese italiane a capitale estero. Gli enti e le istituzioni locali devono uscire da questo equivoco, comprendendo finalmente che queste grandi realtà rappresentano delle notevoli opportunità di sviluppo ed occupazione, consentendo la crescita di piccole e medie imprese locali, che possono diventare dei partner importanti. Anche le multinazionali, però, - ha proseguito Traettino – devono integrarsi compiutamente nel territorio circostante, contribuendo ad un percorso di rigenerazione urbana e di rilancio delle comunità”.

A chiudere i lavori è stato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. "Il Pnrr nasce per recuperare tre ritardi: il divario Nord -Sud, soprattutto sul piano infrastrutturale, il divario sociale, cioè di povertà e reddito tra Nord e Sud, il divario occupazionale e di genere. Nasce per questo il Pnrr, anche se qualche nostro amico del Centronord se lo è dimenticato. Questi 209 miliardi sono arrivati per questo, non per il Covid, ma per consentire all'Italia di colmare i suoi divari e squilibri storici - ha evidenziato De Luca - Quando parlo di rapporto Nord-Sud con i miei colleghi del Nord, dico - ha ricordato - che oggi risolvere il problema Nord-Sud è nell'interesse del sistema del Nord. L'Italia è Italia se c'è la grande finanza di Milano, ma anche se c'è Napoli, la sua cultura, la sua filosofia, il suo teatro, il suo umanesimo. Altrimenti, l'Italia non è l'Italia, ma un'altra cosa molto più povera". 

Il tema del Pnrr e degli investimenti per De Luca è strettamente connesso con la battaglia per la sburocratizzazione con un affondo al Ministero della Cultura che "dorme in piedi". ""Abbiamo mandato al Ministero dei Beni culturali da 5 anni - ha aggiunto De Luca - la bozza di piano paesaggistico della Campania. Vogliamo modificare il piano paesaggistico perché paralizza mezza regione ed è una di quelle materie nelle quali, purtroppo, c'è una legislazione concorrente, dobbiamo farlo insieme con il Ministero. Non si capisce per quale motivo per decidere l'assetto del territorio in Campania dobbiamo concordarlo con il Ministero. 'Ministero' poi significa la figura di qualche direttore generale perduto in qualche stanza dei Ministeri, se ne perdono pure le tracce, non si sa neanche dove sono, serve il navigatore solo per trovarli. Noi dovremmo interloquire con questi. Sono 5 anni e mezzo e ci rinviano continuamente a fare gli approfondimenti con la Soprintendenza regionale, poi con le Soprintendenze".

Infine gli obiettivi fissati all'agenda del governatore: "In un anno e mezzo faremo della Campania la Regione più digitale d'Italia ed elimineremo tutti i pareri inutili. Abbiamo un'occasione straordinaria per investimenti in infrastrutture, mobilità e digitale ma dobbiamo correre. Cominciamo a valorizzare quello che c'è". E alle imprese da De Luca arriva l'invito: "non vi tratteremo come rapinatori armati. Arricchitevi, fate soldi. Non possiamo prospettare agli imprenditori la missione dei monaci trappisti ma solo di rispettare relazioni sociali ed ambiente", ha concluso De Luca. 

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