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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Confindustria 'processa' i partiti. Bonomi: "Interessati solo alle elezioni"

Il presidente nazionale all'assemblea casertana lancia l'allarme: "Il 16% di imprese ha già sospeso produzione. Ora rischia un altro 30%. Problemi segnalati a novembre, non ci hanno ascoltati". De Luca: "Serve taglio del cuneo fiscale"

“La crisi c’è, ma non è legata solo alla guerra in Ucraina. Noi lo diciamo da novembre 2021 che il Paese stava rallentando”. E’ il messaggio che Carlo Bonomi, presidente nazionale di Confindustria, ha lanciato questa mattina da Marcianise, dove si è tenuta l’assemblea organizzata dal gruppo di imprenditori casertani guidato da Beniamino Schiavone. “I prezzi energetici erano in salità già alla fine dell’anno; la produzione industriale era in rallentamento da settembre. Eppure nessuno ci ha dato retta, nessuno ci ha ascoltato. Questa è una tempesta perfetta, creata da una intercetta politica a cui stiamo andando incontro”. Bonomi non ha lesinato accusate ai partiti, avviando una sorta di ‘processo’ a chi guarda troppo alle elezioni. “Paghiamo decessi di scelte sbagliate. Molte delle cose che stanno accadendo noi le avevamo annunciate. Avevo chiesto un piano energetico nel giorno della mia elezione, mi è stato risposto che non ce ne era bisogno”. Non manca la stoccata sui navigator. “Oggi la discussione è se stabilizzare o meno, cioè trovare lavoro, a chi doveva trovare lavoro a chi un lavoro non lo aveva”. Ed ha aggiunto: “All’interno di un’azienda ci sono tre fattori: materie prime, energia e costo del lavoro. Avevamo chiesto un taglio del cuneo fiscale che sarebbe andato a favore dei dipendenti, invece abbiamo deciso di spendere 8 miliardi per un taglio dell’Irpef che nessuno ha sentito. Ci è stato detto che non ci sono le coperture”. Qui arriva la stocca ai partiti. “La nostra impressione è in tutta la politica italiana non ci sia un partito che ascolti le ragioni dell’industria italiana. Ma non lo dico per una questione di corporativismo, ma perché l’industria italiana è quella che ha retto il Paese nelle crisi. Lo abbiamo fatto nel 2008 ed anche nella pandemia. Il problema non è il presidente Draghi. Il problema oggi sono i partiti, concentrati su battaglie identitarie, non su quelle che servono al Paese. Perché sono concentrati sulle elezioni. Il problema per loro è quello. O noi entriamo nella visione strategica che l’industria italiana è un fattore di sicurezza nazionale o non faremo mai quei provvedimenti che servono. Oggi il 16% delle imprese italiane ha sospeso la produzione causa materie prime o costi energetici. E se non cambia nulla, potrebbe farlo un altro 30% di imprese”.

De Luca: “Serve il taglio del cuneo fiscale”

Prima di Bonomi, era toccato al governatore della Campania Vincenzo De Luca affrontare i “temi caldi” dell’attualità, tra pandemia e guerra in Ucraina. “Io sono fra quelli che non hanno condiviso totalmente la nostra posizione in relazione alle forniture energetiche” ha affermato, non lesinando frecciate al ministro degli Esteri Luigi Di Maio ed al premier Mario Draghi. “Abbiamo firmato un accordo con l'Algeria ma vedo un eccesso di ottimismo che, dal mio punto di vista, non è assolutamente motivato. Se immaginiamo di sostituire con questi contratti frazionati le forniture dalla Russia del gas - ha aggiunto De Luca - credo che illudiamo l'Italia. Non sarà così. Noi abbiamo bisogno perlomeno di due o tre anni per avere il livello minimo necessario di autonomia rispetto al gas russo". Ed ha aggiunto: “Leggevo in questi giorni che l'Ucraina non rinuncia al gas russo. Il gasdotto della Russia attraversa l'Ucraina che percepisce royalties per un miliardo di dollari l'anno. Questa cosa mi ha colpito: sembravamo noi quelli che erano permanentemente in guerra, poi avevamo un Paese direttamente interessato che può bloccare il gasdotto della Russia in trenta secondi con una bomba, ma non lo fa nessuno”. Questo per dire che probabilmente all'Italia conviene avere una posizione di grande nettezza nei confronti di chi ha aggredito l'Ucraina, ma anche di grande attenzione agli interessi dell'Italia. L'interruzione delle forniture di gas da parte della Russia non significa ridurre il condizionamento di aria per le nostre abitazioni, significa ridurre i 40% delle attività produttive e questa cosa è intollerabile". Per dare risposte agli imprenditori, secondo De Luca, bisognerebbe “prendere decisioni importanti nei confronti del sistema industriale del nostro Paese. Noi avremo probabilmente la riduzione di produzione per l'aumento dei costi dell'energia, ma avremo anche una riduzione della domanda. Io sono fra quelli che riterrebbero necessaria almeno una misura chiara: rastrelliamo tutte le risorse che disperdiamo in mille contributi che diamo a mille soggetti nel nostro Paese, recuperiamo tutto quello che si può recuperare, arriviamo a 15-20 miliardi e facciamo un sola misura, tagliamo il costo del lavoro, tagliamo il cuneo fiscale”.

vincenzo de luca confindustria caserta-2

Schiavone: "Non cerchiamo favoritismi, ma c'è sentimento antindustriale"

I lavori dell’assemblea erano stati aperti dal presidente di Confindustria Caserta, “Prospettive significa volgere lo sguardo al domani, per superare la crisi e tornare a costruire il nostro futuro. Non vogliamo certo ignorare le numerose difficoltà che riguardano la classe imprenditoriale e l’intero Paese, in primis la guerra in Ucraina, il caro energia, l’aumento dei carburanti, ma abbiamo il dovere di mostrare coraggio e raccogliere la sfida del futuro” ha affermato Beniamino Schiavone. Abbiamo superato momenti complessi, come quello legato alla pandemia in cui è emerso forte il senso di responsabilità di un Paese che ha compreso la necessità di soffrire, ma che non ha mai perso la voglia di rialzarsi dall’immane tragedia vissuta. Da medico voglio ringraziare tutti gli operatori sanitari per il loro straordinario lavoro e il Presidente De Luca per la gestione esemplare della pandemia in Campania. ‘Prospettive’ oggi vuol dire essere vicini alle imprese. Non cerchiamo scorciatoie o favoritismi, ma chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di poter lavorare. Abbiamo bisogno di stabilità, perché non possiamo più reggere i continui cambi di direzione di una politica che molto spesso modifica le regole in corso d’opera. L’industria è il vero motore del Paese. Va sovvertito quel sentimento antindustriale che molto spesso pervade noi imprenditori, costretti a vivere questa sensazione dinanzi ad azioni illogiche ed incomprensibili, che non rendono merito al nostro operato. Occorre accelerare nel compiere un processo di transizione ecologica e digitale. Per riuscire nell’intento, però, sarà fondamentale portare a termine un’attività di sburocratizzazione che ci consenta di avere tempi certi per realizzare i progetti di sviluppo di cui l’intero Paese ha bisogno”.

beniamino schiavone confindustria caserta-3

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