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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Documento Cisl fine anno - Dati 2010

Caserta - Situazione Italia:1.200.000.000 di ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni per 600.000 lavoratori; pressione fiscale al 43%; tasso di crescita del PIL il più basso tra i Paesi euro; livello dei salari tra i più bassi d'Europa. In...

Situazione Italia:
1.200.000.000 di ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni per 600.000 lavoratori; pressione fiscale al 43%; tasso di crescita del PIL il più basso tra i Paesi euro; livello dei salari tra i più bassi d'Europa. In queste cifre, nella loro implacabile durezza, sta la realtà del Paese, la realtà dei lavoratori italiani, le difficoltà di prospettiva e di futuro per migliaia di famiglie, il rischio di un impoverimento generale.

Anno 2010: situazione della provincia di Caserta
Dati sulla Cassa Integrazione Guadagni

- CIG ordinaria in edilizia: da 211.631 ore del 2008 a 439.470 del 2010, dato quest'ultimo rilevato solo fino a settembre;

- CIG ordinaria nell'industria: da 341.631 ore rilevate nel 2008 alle 1.132.803 rilevate fino a settembre 2010;

- totale di CIG straordinaria e di CIG in deroga: da 6.771.173 ore del 2008 arriva, fino a settembre 2010, alla cifra di 8.839.700 ore.

- le domande di pagamento diretto all'INPS di CIG/S in ore autorizzate passano da 3.831.364 del 2008 alle 7.470.947 fino a settembre 2010.

CASERTA
Se poi si da uno sguardo ai dati sulla popolazione complessiva di Terra di Lavoro e del rapporto tra popolazione e lavoro, ci si rende conto plasticamente di quale è la situazione sociale di questa provincia.

Rilevati al 1/3/2010 910.682 abitanti in provincia di Caserta, 228.400 di questi sono pensionati; 207.000 sono disoccupati (105.000 donne e 102.000 uomini); 48.000 vivono in situazione di precarietà (CIG ord., straord., deroga, mobilità) per un totale di 483.400 abitanti.
Se ai 435.582 che restano si sottrae la fascia di età compresa tra 0 e 14 anni e i giovani studenti, si comprende che il rapporto tra popolazione e occupazione rischia di azzerarsi.
Se poi si guarda ai dati sulle attività economiche si registra che nel 2009 vi sono: -794 aziende attive in agricoltura; -1956 in industria; +516 in edilizia, dato quest'ultimo solo apparentemente positivo perché risente dell'iscrizione di un gran numero di artigiani edili ex dipendenti di imprese edili.
E tutto questo al netto del lavoro nero e sommerso che cresce sempre di più e che rischia di essere il più grande ammortizzatore sociale.


In un contesto di grande crisi e di riduzione del numero di ore lavorate, il numero di infortuni mortali continua a crescere e in relazione alle ore in meno lavorate la % di infortuni invalidanti aumenta rispetto al 2009.
Anno 2010 (novembre) Anno 2009 (31/12/2009)

Infortuni Infortuni
Caserta 3.954 (-96) 4.050
Aversa 1.121 (-115) 1.236

INFORTUNI MORTALI
Caserta 17 (+6) 11
Aversa 6 (0) 6

Tutto ciò mette in evidenza come il sistema produttivo continua ad andare avanti senza regole e senza controlli.
La CISL ritiene che in questa fase molto delicata debba essere istituito un osservatorio composto dalla Procura della Repubblica, l'ispettorato del lavoro unitamente alle Organizzazioni Sindacali per un monitoraggio continuo nel rispetto delle regole e delle leggi in materia di sicurezza e lo stesso deve anche monitorare il lavoro nero e sommerso.
In questi dati, anch'essi crudi ed implacabili, si racchiude la sintesi di come la crisi generale del Paese si riversa nel Mezzogiorno, ed in particolare nel nostro territorio, con effetti economici e sociali ancora più drammatici.
E' in questo contesto, che non presenta attualmente contro-tendenze e che se lasciato alla sua dinamica può solo ulteriormente aggravarsi, che si è sviluppata nell'anno che volge al termine e che si svilupperà in quello che nasce l'iniziativa della CISL di Caserta.
Una CISL, la nostra, che nonostante il quadro drammatico sopra descritto, si presenta al nuovo anno con un bilancio organizzativo e di radicamento territoriale estremamente positivo.
Chiudiamo il tesseramento del 2010 con un totale di 55.188 iscritti (657 in più rispetto al 2009); i pensionati migliorano il proprio dato passando da 21.113 del 2009 a 21.275 del 2010 (162 in più); pertanto il maggior incremento è dato dalle categorie del lavoro attivo, confermando la tendenza storica della CISL di Caserta di essere la prima organizzazione tra quelle confederali in questo ambito.

Vogliamo quindi operare per rendere ancora più efficiente e rispondente ai bisogni degli iscritti la nostra macchina sindacale e dei servizi CISL, andando decisamente ad un rinnovamento del loro funzionamento.

Abbiamo aperto un sito (www.cislcaserta.it) con tre spazi: uno dedicato alle tematiche giovanili, un altro alle donne, uno agli anziani,,uno ai servizi e uno spazio alle attività delle nostre federazioni di categoria.
Per mantenere e sviluppare radicamento e proselitismo abbiamo deciso di investire nell'ammodernamento delle sedi, di dotazione della strumentazione che occorre per rendere operativo un decentramento delle attività sul territorio per essere più vicini agli iscritti e alle loro esigenze.
Il dato positivo che registriamo da un lato ci inorgoglisce perché dimostra la capacità della nostra organizzazione di crescere anche in una situazione difficile qual'è quella attuale, capacità che ci deriva da un forte radicamento sociale, da una grande unità interna, da una linea chiaramente riformista.
Dall'altro ci carica di ulteriori responsabilità perché chi si rivolge alla CISL e guarda ad essa con fiducia lo fa non in nome di vicinanze politiche o ideologiche, ma perché vuole risposte che possano modificare la sua condizione, per guardare al futuro con maggiore speranza.
E questo è infatti il tempo di dare risposte, di mettersi al lavoro per trovare soluzioni che da un lato gestiscano le emergenze e dall'altro mettano i mattoni per la ripresa e lo sviluppo.
In questa ricerca abbiamo tentato ripetutamente di incontrare la CGIL nella convinzione che l'unità, specie nel Mezzogiorno, sia un valore aggiunto: ma dobbiamo registrare con amarezza che questa organizzazione, anche a Caserta, sembra bloccata nella sua azione da troppe preoccupazioni di tipo politico, da un atteggiamento verso la Regione che impedisce la ricerca di tavoli idonei a trovare soluzioni.
A noi invece interessa il merito dei problemi e siamo convinti che il rapporto con la politica e le istituzioni non debba essere segnato né da pregiudizi negativi, né da subalternità o collateralismi ma invece da un dialogo serrato intorno ai problemi della gente che rappresentiamo.
Per questi motivi nelle scorse settimane, insieme alla CISL regionale, abbiamo messo in piedi l'iniziativa di incontrare, in sede di Comitato Esecutivo della CISL di Caserta il 22 novembre, la deputazione casertana e le istituzioni, Provincia e Regione, per discutere dei problemi reali e concreti e confrontare soluzioni e proposte.

Noi non siamo animati in questa ricerca faticosa da chissà quale apertura di credito verso il quadro politico attuale: la CISL non ha né "governi amici" da fiancheggiare né "governi nemici" da contrastare , non li ha oggi, non li ha avuti ieri, non li avrà domani.
Ciò che ci anima è il patto di fiducia e di rappresentanza che abbiamo sottoscritto con i nostri iscritti, con i lavoratori e i pensionati che, specialmente in questa provincia, si rivolgono in maggioranza a noi: e in questo patto c'è scritto che tocca a noi, forse proprio perché più autonomi, di caricarci il peso di esercitare proposte più che agitare bandiere.
La situazione del nostro territorio non ammette distrazioni: l'apparato industriale è in ginocchio, come dimostrano,le ultime in ordine di tempo, la crisi del FIREMA (circa 490 addetti), azienda portante del settore del materiale ferroviario e di Competence nata dall'acquisizione dei titoli societari della JABIL, operante a Marcianise nel comparto delle telecomunicazioni, oggi conta 799 dipendenti di cui il 50% in CIGS.
La CISL parte dalla considerazione che nella moderna economia globalizzata la competizione si svolge non solo tra imprese, quanto piuttosto tra territori integrati: il livello di integrazione di un territorio e le offerte che è in grado di mettere in campo sono la cifra che consente alle stesse imprese di misurarsi con successo in un mercato sempre più complesso e difficile.
Inoltre il livello di integrazione di un territorio è anche la condizione per affrontare e difendersi meglio in un contesto di crisi, per approntare risposte più immediate, per tutelare meglio gli interessi più esposti e deboli. 4
Pertanto, se questo è l'orizzonte, occorre che il 2011 sia l'anno non più delle analisi, ma della svolta, l'anno in cui si comincia a decidere del futuro di un territorio che continua a brillare per la sua capacità di essere sempre agli ultimi posti di tutte le classifiche.
Alla Regione Campania e al Presidente CALDORO, come all'Assessore VETRELLA, abbiamo detto e ribadiamo che la campagna elettorale è finita da un pezzo e che l'argomento in base al quale la "colpa è di quelli di prima ", non ci convince e non serve a niente.
Alla Provincia abbiamo detto e ribadiamo che il suo ruolo deve essere quello di programmare con le parti sociali le azioni che occorrono per rilanciare il territorio a partire dalla partita sulla formazione continua dei lavoratori: i fondi interprofessionali ci sono, occorrono progetti, non si possono perdere, come si sono persi, 30 milioni di euro in questo campo.
La Provincia deve inoltre istituire un Tavolo di monitoraggio per avere un quadro completo della situazione industriale del territorio e contemporaneamente una Cabina di regia per individuare gli strumenti occorrenti da un lato a salvaguardare le preesistenze e le eccellenze presenti e dall'altro per individuare un nuovo sistema di servizi alle imprese che ne favoriscano la permanenza e lo sviluppo nel nostro territorio.
Registriamo intanto che questa Cabina di regia non è ancora decollata, nonostante gli impegni presi dal Presidente e ciò sarà certamente oggetto della nostra ferma protesta.
La Provincia infine deve rappresentare presso la Regione Campania le difficoltà e le esigenze del territorio casertano, finora piuttosto trascurate per dare voce ad altre priorità: bisogna invertire la tendenza di considerare la provincia di Caserta la pattumiera del Capoluogo regionale e il luogo in cui si scaricano le eccedenze e le tensioni del territorio partenopeo.
Pertanto restano aperte tutte le questioni su cui da anni insistiamo perché strategiche rispetto alla possibilità di uscire dalla crisi e di rilanciare lo sviluppo del territorio.
Innanzitutto le infrastrutture: Interporto Marcianise-Maddaloni, e Aeroporto internazionale di Grazzanise nella considerazione che la provincia di Caserta è al centro di assi viari importanti, di collegamento tra Nord e Sud e tra Est e Ovest; la sua vicinanza con Napoli e con il suo porto ne fanno un retroterra invidiabile per sviluppare il settore della logistica e del trasporto intermodale di uomini e merci.
L'Università, "infrastruttura" decisiva nel campo della ricerca, del rapporto con il mondo del lavoro e della produzione: se non si investe in un campo come questo, decisivo nella moderna economia, il territorio è destinato ad un declino inesorabile anche per la fuga da esso delle giovani generazioni.
Per quanto attiene all'Accordo di programma per le aziende IXFIN, COSTELMAR, FINMEK e ex 3M, la nostra iniziativa ha già prodotto qualche frutto.
la nostra pressione ha fatto sì che la Regione, nella persona dell'Assessore VETRELLA si stia impegnando per dare attuazione al progetto per la parte di competenza regionale, per aprire un Tavolo nazionale per
dare attuazione alla parte dell'Accordo di competenza del Governo e per far sì che gli ammortizzatori sociali per i lavoratori delle quattro aziende vengano unificati nella motivazione e nelle
scadenze legandoli non più alla crisi aziendale ma alla realizzazione dei progetti industriali. 5
Altrettanto impegno occorre mettere in campo per portare a termine la realizzazione dell'Accordo di programma della ex FORMENTI di Sessa Aurunca.
E un impegno forte va messo per dare soluzione alla crisi del FIREMA, importante azienda del settore Materferro, un impegno che spetta anzitutto alla Regione.
Fra le tante situazioni di crisi industriale esistenti nel nostro territorio quella del FIREMA è certamente la più anomala perché si tratta di un'azienda che ha commesse e possibilità di lavoro, ma che è travolta da una pesante crisi di liquidità che non la mette nelle condizioni di poter pagare i fornitori.
E' importante quindi che la Regione, che è anche committente del FIREMA, metta l'azienda in condizione di poter lavorare anche attraverso anticipazioni di cassa, come è importante attivare un Tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico per individuare prospettive anche attraverso sinergie con ANSALDO BREDA.
Infine abbiamo insistito fortemente affinché la Provincia, la Regione e la deputazione casertana si facciano promotrici verso il Governo nazionale di un Tavolo sul cosiddetto Modello Caserta.
Noi siamo d'accordo con il Ministro Maroni quando parla di esportare il Modello Caserta quale esempio di successi conseguiti nella lotta alla criminalità organizzata.
Ma noi vogliamo che il Modello Caserta non sia solo un esempio di efficace repressione del crimine ma anche un modello di impegno e risorse per creare sviluppo, lavoro, buona occupazione a partire da un intervento straordinario per la bonifica integrale del territorio anche perché la nuova emergenza dei rifiuti che colpisce prevalentemente l'area metropolitana di Napoli rischia di scaricarsi pesantemente sull'immagine dell'intera regione.
Non basta arrestare criminali se poi in alcune zone, per tanti giovani l'unica attrazione diventa la manovalanza del crimine; occorre superare il dato drammatico di una disoccupazione giovanile che supera il 50% e che mette i giovani in condizione di abbandonare il territorio per trovare altrove occupazione (nel primo semestre del 2010 la percentuale della fuga dei giovani è salita al 37% ).
Intorno a tutte queste questioni, intorno alla necessità che nella crisi il territorio deve sviluppare iniziative di difesa dei cittadini, di tutela dei redditi e dei servizi, la CISL lancia l'iniziativa delle 6 piazze.
Metteremo in campo sei presidi nelle sei principali città: AVERSA, MADDALONI, MARCIANISE, PIEDIMONTE MATESE,SESSA AURUNCA, e, infine, CASERTA, iniziative dedicate ai territori alla vertenza generale e allo sviluppo del welfare territoriale.
Se non ci sarà ascolto da parte delle istituzioni, la CISL trasformerà Piazza Vanvitelli a Caserta (lato Prefettura e lato Comune) in un presidio permanente con striscioni di tutte le situazioni e vertenze aperte.
Pertanto la CISL ritiene che nessuno può farcela da solo, né parti sociali, né istituzioni, né parti politiche.
Crediamo che il 2011 debba essere l'anno in cui si realizzi una nuova alleanza dove ciascuno, pur nel mantenimento del proprio ruolo e della propria funzione, faccia rete e squadra con tutti gli attori politici e sociali del territorio. 6

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