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Assemblea dei Lavoratori per linterruzione dei Servizi dellAmbito Sociale C1

Marcianise - Assemblea dei lavoratori impegnati nei Servizi dell'Ambito Sociale C1 di Maddaloni e Comuni Associati, in stato di agitazione dallo scorso mese di agosto. All'Assemblea interverranno i Sindacati di appartenenza dei lavoratori...

Assemblea dei lavoratori impegnati nei Servizi dell'Ambito Sociale C1 di Maddaloni e Comuni Associati, in stato di agitazione dallo scorso mese di agosto. All'Assemblea interverranno i Sindacati di appartenenza dei lavoratori. Oltre alle ulteriori azioni, essi discuteranno e assumeranno una decisione definitiva sulla interruzione dei Servizi Sociali d'Ambito.
Ecco la nota stampa diffusa dalla Cooperativa sociale Arca:
L'ARCA COOPERATIVA SOCIALE - MARCIANISE 22/09/2010 Il disagio dei nostri lavoratori, impegnati nei Servizi dell'Ambito Sociale C1 di Maddaloni e Comuni Associati, è stato oggetto di diversi articoli e commenti nelle cronache locali delle ultime settimane.
Come ricorderà chi si è interessato e ha memoria delle vicende dei Servizi Sociali del nostro territorio, non è la prima volta che i lavoratori del settore sono costretti a protestare. E' almeno dal 2007 che la protesta arriva ai giornali, ciclicamente, dopo la pausa estiva. Il disagio di chi lavora nei Servizi, però, è costante. Il punto è, che la grave situazione finanziaria dell'Ambito persiste negli anni. E si aggrava, anziché risolversi. Senza motivi oggettivi e con responsabilità chiare e inequivocabili che certo non sono dei lavoratori.
Sono la Amministrazioni dei Comuni titolari a mancare, sistematicamente, i loro impegni finanziari per i Servizi. E sono sempre i Comuni titolari a perpetrare gli errori e le omissioni nelle procedure per l'accesso agli altri importanti fondi per i Servizi, quelli regionali, che sono la causa prima dei ritardi e degli ammanchi finanziari che stanno cumulandosi. Puntualmente, all'esame del Piano di Zona d'Ambito, la Regione deve rilevare la "forte debolezza e approssimazione degli atti amministrativi" prodotti dall'Ambito e la mancanza di "riscontro riguardo i rilievi evidenziati dalla Commissione di valutazione dei Piani di Zona".
Sono questi i fatti. Non è tollerabile la leggerezza con la quale, anche da parte sindacale, sono state paventate sanzioni per chi dovesse interrompere l'Assistenza. Lo sottolineiamo a difesa dei nostri lavoratori, che dovrebbero essere più tutelati dalla Legge e dal Contratto Collettivo CGIL CISL e UIL da noi applicato, ma anche di tanti altri lavoratori, degli altri Servizi, che non trovano voce al momento.
E' da tempo che osserviamo la loro dispersione e rarefazione. Si sta impoverendo quel minimo di sistema di protezione sociale che pure resisteva sul territorio. E' bene che ci si preoccupi seriamente per come si stanno mettendo le cose. Per i Cittadini e gli Utenti dei Servizi, prima di tutto, sui quali le conseguenze di questa situazione cadranno obtorto collo. Almeno, i lavoratori stanno assumendo da sé le decisioni.
La loro posizione definitiva uscirà dall'Assemblea convocata per giovedì 23 settembre. Ma l'aria che si respira è la stessa degli inizi dell'anno 2006, quando – ricordiamo ancora a chi non se ne accorse o lo ha dimenticato – i principali Servizi del Piano di Zona d'Ambito non solo furono interrotti, ma rimasero chiusi per ben tredici mesi.
Dobbiamo rimarcarle le responsabilità di un eventuale nuovo azzeramento dei Servizi. Esse sono ancora nei fatti di oggi, nelle ultime azioni annunciate dai Sindaci, che tanto risalto hanno trovato nei giornali. Non sappiamo che idea se ne sono fatta i Cittadini. Certo è, che la deliberazione del Coordinamento Istituzionale dell'Ambito – di andare a recuperare le somme dovute dai Comuni da loro amministrati con Ingiunzioni di pagamento agli stessi Comuni – lascia sconcertati.
E' un paradosso giuridico, istituzionale e politico che non apporta nulla di concreto, né rispetto alla immediatezza dei problemi finanziari, né tantomeno rispetto ai gravi problemi strutturali che affliggono il Sistema dei Servizi Locali messo su negli otto o nove anni trascorsi dalla prima programmazione d'Ambito, dei quali i problemi finanziari sono solo la conseguenza oggi più evidente.
E' questo 'ripudio' della responsabilità politica a preoccuparci di più. Ai Sindaci, anche dei Comuni che sono stati definiti più 'virtuosi', come il nostro, Marcianise, alle cui Amministrazioni va certo riconosciuto di aver sempre corrisposto le proprie quote di compartecipazione alla spesa, dobbiamo dire che essere in regola con gli impegni finanziari non basta.
Soprattutto di fronte alla gravità delle denuncie da noi fatte, in particolare negli ultimi mesi. Denuncie tanto gravi da attrarci minacce di querela da parte dei più diretti interessati.
La fine annunciata dei Servizi Sociali, già lo scorso due agosto, da parte nostra, resta responsabilità delle Amministrazioni in carica nei Comuni titolari. Ci saremmo aspettati, nei quasi due mesi trascorsi da allora, pochi e semplici atti dovuti, almeno sul fronte finanziario, se non già su qualcuno dei tanti problemi strutturali dell'Ambito.
Dovendo scongiurare l'interruzione dei servizi in corso, dopo quasi nove mesi di lavoro già svolto dal primo di gennaio potevano essere messi insieme i fondi comunali per il 2010. Queste risorse ammontano ad oltre 1.100.000,00 €. Sono molto poche rispetto ai crediti maturati dagli Enti Gestori, ma potevano essere sufficienti a scongiurare il blocco totale dei Servizi essenziali funzionanti, soprattutto se spesi in modo 'oculato'.
Quello di una Spesa più giusta dei pochi fondi che arrivano a liquidazione è uno dei problemi strutturali da noi evidenziati più volte.
E' da tempo immemore che chiediamo un minimo sistema di controllo, almeno quantitativo, dei livelli di Offerta effettivamente realizzati dai diversi Servizi d'Ambito e della relativa Spesa da preventivare nel Piano di Zona.
Da ultimo, con la nostra comunicazione del 17 giugno, abbiamo proposto anche dei semplicissimi moduli per il rendiconto delle prestazioni effettivamente erogate agli Utenti dei Comuni residenti.
E, sebbene come soluzione estrema, peraltro già più volte discussa nelle sedi d'Ambito, si poteva anche avere il coraggio di avviare una graduale riduzione dei livelli di offerta, a partire dalle prestazioni non essenziali, in quei Comuni le cui Amministrazioni non avrebbero versato immediatamente le risorse dovute per il Piano di Zona 2010.
Sappiamo che gli Utenti e i lavoratori, se non anche gli altri Cittadini ed eventualmente la Legge, sapranno imputare la responsabilità di questa situazione inverosimile".

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