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Imprese e Sud, un sistema che non pu reggere a lungo

Frignano - "Mi chiedo come sia possibile, per una classe politica espressione diretta della classe imprenditoriale regionale,permettere la chiusura di numerosissime imprese campane, laboriose e competitive, senza che nessuno muovaun dito o...

"Mi chiedo come sia possibile, per una classe politica espressione diretta della classe imprenditoriale regionale,permettere la chiusura di numerosissime imprese campane, laboriose e competitive, senza che nessuno muovaun dito o proponga degli interventi mirati volti al sostegno delle industrie e delle imprese artigianali dellaRegione.
Il meccanismo a catena che sta azzerando il sistema produttivo nazionale (e quindi regionale) per effetto dellacrisi globale che ha investito i paesi occidentali rischia, nei prossimi due anni, di generare un vero e proprioesercito di disoccupati. Il fenomeno, in Campania, raggiunge vette inimmaginabili per ciò che concerne ilcomparto edile, solo fino al 2007, locomotiva di tutto il sistema economico regionale. Parlare degli artigiani deimille mestieri ridotti ormai alla stregua di "nostalgici" della commessa che mai arriva è, se possibile, ancor piùdisarmante.Un solco sembra essersi scavato, un divario acuitosi per effetto della crisi, fra classe operaia e imprenditoriabenestante, ma anche quest'ultimi annoverano fra le loro fila innumerevoli soggetti in difficoltà, forse perl'incapacità manifestata, negli anni delle "vacche grasse" ad essere parsimoniosi e metter qualcosa da parte per itempi duri che, francamente, nessuno si sarebbe aspettato arrivassero così perentori.
Chi può, e questo è il fulcro del problema, si rifugia all'estero. Si, non come esule politico, ma come investitoreall'ultima spiaggia. E' la cronaca delle ultime settimane a farci riflettere sul fenomeno. Basti pensare all'ipotesiFIAT – Serbia. La fuga di capitali ed investitori verso l'est europeo non è un idea esclusiva del grande gruppotorinese. Anche molti imprenditori campani guardano all'Ungheria, alla Romania, alle repubbliche della exJugoslavia, alla Polonia, quando non ai due colossi asiatici: Cina ed India.In media, nei paesi dell'ex blocco sovietico, allo Stato, un investitore straniero versa il 18% dei propri proventiannui ed un singolo operaio pesa, mensilmente, sui profitti per un salario compreso in una forbice fra i 250 e i300 euro.
Sulla scorta dei dati riassunti sopra, come è possibile non dar ragione a questi imprenditori che, pur di batterel'agguerrita e scorretta concorrenza asiatica, traslocano coi loro apparti produttivi nell'est europeo? Ciò salvaperò solo la classe imprenditoriale e le masse di operai ed artigiani? Qual è il loro futuro? E' lecito domandarsise essi sono pronti, in assenza di un sistema produttivo – industriale, a trasformarsi in operatori del terziario.La risposta è sicuramente no. Almeno non tutti.
Eppure, la politica (anche quella regionale) non sembra affannarsi a ricercare soluzioni utili a risolvere questecomplesse problematiche legate all'occupazione. Gli sprechi sembrano essere in continuo e disordinatoaumento, ne è prova la posizione critica del ministero della pubblica amministrazione rispetto allo smisuratocosto delle auto blu, senza citare faraonici stipendi elargiti a onorevoli, senatori e amministratori di comuniche superano i diecimila abitanti, pensioni a vita "regalate" a chi completa una sola legislatura, mentre poi cisi affanna a colpire le pensioni dei lavoratori, quelle sociali e quelle di invalidità. I sindacati, altra nota dolente,sono ormai inutili figure di contorno, incapaci di proporre soluzioni e tutelare gli interessi dei propri iscritti/rappresentati.
Una seria politica di tagli, specie agli stipendi faraonici degli amministratori, sarebbe auspicabile, benchénessuno sembra curarsene e all'orizzonte nulla sembra far presagire una inversione di tendenza.
Il sistema, tutti possono trarre questa conclusione, è ad un passo dal collasso. Esso non può reggere a lungo e,più cerco dati, più leggo lo scenario economico e politico del paese e più mi scopro preoccupato , per i miei trefigli per il loro e il nostro futuro".

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