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V Congresso Cgil Caserta, plebiscito per Camilla Bernabei

Caserta - È fatta. La Cgil di Caserta si colora di rosa e festeggia il cambio di guardia al suo vertice, con l'elezione di Camilla Bernabei, prima donna a rivestire, qui, la carica di Segretario Confederale. Un risultato più che lusinghiero per la...

È fatta. La Cgil di Caserta si colora di rosa e festeggia il cambio di guardia al suo vertice, con l'elezione di Camilla Bernabei, prima donna a rivestire, qui, la carica di Segretario Confederale. Un risultato più che lusinghiero per la professoressa Bernabei, se si considerano i numeri della sua elezione. Con voto segreto, infatti, su 88 votanti, ben 78 sono stati i favorevoli, con 5 astenuti e appena 5 contrari. Camilla Bernabei, si è sempre distinta nell'ambiente sindacale, per la sua tenacia e la sua chiarezza di idee. Tali qualità l'hanno portata a ricoprire mandati molto ambiti, prima con la carica di segretario provinciale della Cgil - Flc, fino al 2004, e poi a divenire membro attivo del Centro Nazionale Flc di Roma, fino a qualche giorno fa. Incomincia adesso il suo cammino, per affrontare un compito che è apparso già chiaro nelle linee programmatiche illustrate, dalla neo eletta Segretaria, durante il suo intervento al congresso. Chiare, infatti sono state le sue parole, che non lasciano margini di dubbio alcuno: "Il mio sarà un impegno, un patto d'onore che prendo con tutti i nostri iscritti di "Terra di Lavoro", l'impegno di mantenere alto il ruolo di un'organizzazione sindacale presente da oltre cento anni su queste terre. (.) Mi rendo conto che molto si è fatto e molto c'è da fare. (.) Posso però assicurare, a chi ancora non mi conoscesse, che il lavoro e gli ostacoli non mi spaventano e non mi mancano determinazione e tenacia. (.) Molte sfide aspettano la nostra organizzazione, dal momento che ai problemi recenti e remoti di un territorio degradato nell'ambiente, con un'illegalità diffusa e con una assuefazione a fenomeni di criminalità organizzata, si aggiunge, aggravandoli, un sistema economico produttivo già in difficoltà e che l'attuale crisi rende ulteriormente più pesante". La professoressa Bernabei, ha continuato ponendo l'accento sull'assenza di un governo territoriale, e su un'Amministrazione Provinciale che ha la necessità di riacquistare autorevolezza politica, su una Confindustria chiusa in se stessa che non fa proposte di qualità, né si mostra determinata nei confronti di attacchi di criminalità, e sulla necessità di creare un modello di governance che possa fare sistema con i soggetti economici e istituzionali oggi presenti sul territorio, favorendo le filiere di distretto su progetti che possono attirare investimenti. Per la Segretaria Bernabei è necessario valorizzare - in particolare - l'industria agroalimentare, a cominciare dalla filiera bufalina, e rilanciare al contempo anche il tessile e l'industria della seta, occorre inoltre mirare ad ottenere una sanità efficiente e un'edilizia scolastica che non metta a rischio la salute degli utenti. "Il territorio deve essere la macchina motrice della nostra rappresentanza, per contrattare diritti, tutele e servizi, anche per una maggiore coesione sociale. (.) Le nostre sedi sono e lo devono diventare ancora di più, presidio di legalità specialmente laddove la malavita organizzata estende il suo controllo con intimidazioni, dove riesce ad infiltrarsi nell'economia, favorendo la corruzione. (.) Tra i compiti principali che dobbiamo affrontare vi è quello di creare un forte rapporto coi giovani che rappresentano il termometro della società e il nostro futuro". Non è mancato, da parte della professoressa Bernabei un doveroso riferimento alle quote rosa e alla necessità di favorire e facilitare la partecipazione delle donne all'attività sindacale, con permessi e con orari adatti alle particolari esigenze femminili, al fine di poter attuare pienamente il diritto alla partecipazione piena e paritaria di tutti. La professoressa Bernabei succede a Michele Colamonici, ed eredita, quindi, un incarico particolarmente impegnativo, in un momento critico per la nazione, ma soprattutto per la provincia di Caserta, ovvero nel pieno della più grave crisi finanziaria, economica e sociale che ha vissuto il paese dal dopoguerra ad oggi, dove purtroppo, i dati e i numeri, ogni giorno, mettono di fronte ad una realtà pesantissima, ad un tunnel di cui non si vede la fine e le cui conseguenze peggiori, secondo gli esperti, si vedranno, per il lavoro - a smentire chi parla di recessione superata - nel corso del 2010. L'Italia che ha perso nel 2009 il 4,9% della ricchezza nazionale, ha visto oltre 700.000 lavoratori licenziati nel 2009, portando il tasso di disoccupazione all'8,5%, secondo stime di Confindustria; se si considerano, poi, anche i cassintegrati senza prospettiva di rientro, tale percentuale supera abbondantemente il 10%. con una cassa integrazione aumentata del 180% nel 2009 rispetto al 2008, con i consumi drammaticamente ridotti, con sempre più famiglie sotto la soglia di povertà e con un crescente divario tra Nord e Sud del Paese. Nel territorio casertano, in particolare, i disoccupati censiti sono 207.000 di cui 102.000 uomini e 105.000 donne, una percentuale enorme rispetto alla popolazione attiva, con punte di oltre il 50% nei giovani. Il tasso di disoccupazione - come comunica l' Istat, sottolineando che è il dato peggiore da gennaio 2004 - continua a salire e a gennaio si posiziona all'8,6%, dall'8,5% di dicembre 2009.

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