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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Istat, scende ancora l'inflazione. Federconsumatori e Adusbef: situazione gravissima

(Roma) Nel mese di luglio 2014, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,1% nei confronti di luglio 2013 (era +0,3% a...

(Roma) Nel mese di luglio 2014, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,1% nei confronti di luglio 2013 (era +0,3% a giugno), confermando la stima preliminare.Il rallentamento dell'inflazione è principalmente imputabile all'ampliarsi della flessione su base annua dei prezzi degli Energetici regolamentati. Il contributo di altri raggruppamenti di prodotto è marginale.L'"inflazione di fondo", al netto dei beni energetici e degli alimentari non lavorati (la cui flessione si stabilizza a - 2,9%), scende allo 0,6% (dallo 0,7% di giugno); al netto dei soli beni energetici si porta allo 0,3% (da +0,5% del mese precedente).
Il calo mensile dell'indice generale è da ascrivere principalmente ai ribassi dei prezzi della Frutta fresca (-9,0%) e dei Vegetali freschi (-3,8%) - su cui incidono fattori di natura stagionale - e dei prezzi degli Energetici regolamentati (-3,1%); a contenere questo calo sono i rialzi mensili dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+0,8%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,5%), anch'essi influenzati da fattori stagionali.L'inflazione acquisita per il 2014 è stabile allo 0,3%.Rispetto a luglio 2013, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,6% (era -0,3% a giugno) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi rallenta (+0,7%, da +0,8% del mese precedente). Di conseguenza, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di due decimi di punto percentuale rispetto a giugno.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,7% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da -0,5% del mese precedente).I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,3% rispetto al mese precedente e crescono dello 0,2% nei confronti di luglio 2013 (dal +0,3% registrato a giugno).L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce del 2,1% su base mensile - principalmente a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto - e fa registrare un tasso tendenziale nullo (era +0,2% a giugno). Anche in questo caso, si conferma la stima preliminare.L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% su base mensile e cresce dello 0,1% rispetto a luglio 2013.
I dati diffusi dall'Istat sulla contrazione della spesa delle famiglie nel 2013 non fanno altro che confermare una situazione gravissima, che denunciamo da tempo.Una fortissima contrazione dei consumi dovuti ad un potere di acquisto delle famiglie ridotte ai minimi termini e una situazione occupazionale gravissima.Preoccupano in particolar modo l'aumento delle rinunce nel settore alimentare: cresce il numero di famiglie costrette a ridurre la quantità e la qualità della spesa per i generi alimentari (dal 62% del 2012 al 65% nel 2013). Aumenta anche il numero di famiglie che si rivolge all'hard discount (dal 12,3% al 14,4%).Diminuisce in maniera significativa la spesa per la carne -3,2%. Un segnale chiaro di come, a causa della crisi, le abitudini della famiglie stiano cambiando in maniera drastica. Un andamento inevitabile, vista la forte contrazione del potere di acquisto di oltre il 13,4% dal 2008 ad oggi.La grave contrazione della domanda interna, come abbiamo visto in questi anni, continua a determinare ripercussioni negative sull'intero andamento del sistema economico, alimentando crisi e disoccupazione.Per questo è indispensabile avviare dei provvedimenti urgenti ed improrogabili che siano in grado di porre un argine a questa pericolosa spirale depressiva.In primo luogo è necessario risollevare il potere di acquisto delle famiglie, estendendo la platea dei beneficiari del bonus di 80 Euro anche a pensionati, incapienti e famiglie numerose. In tal modo, secondo le stime dell'O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, i benefici sulla della domanda di mercato potrebbero far segnare una risalita vicina al +0,8 / +0,9%.Oltre a ciò, per operare un cambiamento radicale e duraturo, è necessario intervenire sul versante occupazionale, definendo un piano straordinario per il lavoro nel quale siano convogliati tutti gli sforzi e tutte le risorse necessarie. "Rilanciare l'occupazione, specialmente quella giovanile, è la strada maestra per restituire potere di acquisto alle famiglie, non solo quelle giovani, ma tutte, dal momento che attualmente la mancanza di reddito dei più giovani ricade sui bilanci di genitori e nonni." - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

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