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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Mondragone

Comuni e Balneari insieme per salvare il Litorale Domizio

Mondragone - Istituzioni Comunali ed imprese balneari presenti nei 42 km di costa Domitiana congiuntamente hanno fortemente voluto questo documento, al fine di far emergere il lento, continuo, costante degrado del litorale Domizio. Un abbandono ed...

Istituzioni Comunali ed imprese balneari presenti nei 42 km di costa Domitiana congiuntamente hanno fortemente voluto questo documento, al fine di far emergere il lento, continuo, costante degrado del litorale Domizio. Un abbandono ed un'incuria che hanno tolto il mare, la macchia mediterranea, le dune e la straordinaria bellezza dell'ambiente alle comunità della costa e dell'entroterra, ai forestieri, agli ospiti delle città costiere e alle imprese della balneazione. Aziende queste che costituiscono un esempio della piccola impresa meridionale che sa anche innovare nella tradizione e resistere, nonostante tutte le avverse condizioni, continuando a dare lavoro a migliaia di occupati ed occasioni di vita operativa all'indotto imprenditoriale locale, che intorno alla balneazione trova la forza di poter continuare la propria attività anche in un momento di crisi acuta, come la presente. Una crisi però che non si confonde solo con quella generale che attanaglia il Paese, ma trova storia e ragioni nel mancato riconoscimento di fattori di debolezza locali, sui quali ora si richiede di agire .

La questione più sofferta e conclamata, quella che incide più pesantemente negli equilibri aziendali, compromettendo la vita stessa delle imprese, e la sopravvivenza di migliaia di posti del lavoro è certamente l'onerosità dei canoni, assolutamente sproporzionati rispetto alle condizioni ambientali in cui si opera. Su quest'argomento e per le ragioni qui di seguito illustrate
SI RICHIEDE– senza alcuna remora ma con tanta seria consapevolezza – che venga imparzialmente e correttamente applicata la normativa, nell'interpretazione più equa e per le seguenti ragioni: Si consideri che con legge regionale 26 gennaio 1972, n, 1, la Regione Campania ebbe ad istituire tributi propri, tra cui l'imposta sui " concessionari "in materia di " demanio marittimo " e lo ebbe a fare decretando misure finanziarie e fissando, le stesse, con qualche gravosità per i balneari. E lo fece: a) con addizionali, per i concessionari di spiaggia; b) mentre talune concessioni furono esonerate sia perché la " gestione " e " i soggetti di competenza " erano ancora dello Stato. Ad ogni modo, la Regione Campania, come altre Regioni, ebbe a istituire questo canone e relativa misura tenendo conto delle " realtà ambientali e delle ricadute territoriali in termini di utenza e di soggetti imprenditoriali titolari delle concessioni.
Queste " realtà ", ovviamente, dovevano fare da presupposto per ogni maggiorazione di canone, per cui i balneari si aspettavano delle agevolazioni di pari passo al degradare della situazione territoriale ed ambientale tenendo conto del flusso turistico e delle sue varianti , sempre più negative , particolarmente su determinate fasce litoranee, come quella genericamente indicata come fascia Domitiana che si estende per 40 km . da CastelVolturno a Sessa Aurunca , inglobando , logicamente , Mondragone e Cellole . E si dicono " varianti negative " per eventi storici e cristallizzati in"documenti" istituzionali, correlati al post/ terremoto del 1980, alla presenza di elementi malavitosi, d'immigrati clandestini e di un disastro ambientale riferito in particolare all'inquinamento marino e fluviale. Fattori che hanno nociuto alla costa e alle " gestioni " della stessa, poiché ufficialmente, da parte della stessa Regione Campania, veniva emesso il divieto di balneazione anno dopo anno.
In sostanza gli operatori della balneazione da un lato operavano in un ambiente sempre più problematico e dall'altro subivano gli incrementi dei canoni. La maggiorazione dovuta alla legge, n.1 del 27 gennaio 2012, art.12, per fortuna attualmente ridimensionata, dava il senso dello scollamento tra tassazione e territorio affidato in concessione e – soprattutto – allo scollamento fra tributi ed effettiva capacità di reddito delle concessioni. Di qui, da parte del Sindacato o di altri soggetti coinvolti in questa maggiorazione "insostenibile ", anche iniziative di carattere giudiziario. Di qui, ora, l'auspicio di un deliberato di " solidarietà " e di condivisione da parte delle locali Amministrazioni e di tutti i soggetti " istituzionali " che si correlano ad interessi non solo economici ,ambientali , ricreativi , con ricadute sul mondo del lavoro , in un periodo già di per sé difficile e disastroso ma agli interessi sociali e comunitari . Di qui l'auspicio anche di interventi, a livello della Regione, di esponenti politici e territoriali che con suggerimenti di emendamenti, in sede legislativa regionale, o, comunque, con immediati correttivi o risoluzioni " interpretative ", abbiano a far " sospendere "al momento, ogni applicazione di queste maggiorazioni, in attesa di deliberati, anche legislativi, che tengano conto di quanto rappresentato, che sta trovando, intanto affermazione nelle aule giudiziarie, come dimostra una recente sentenza del tribunale di Sanremo.
A ben riflettere una corretta e meditata applicazione della normativa può consentire l'accoglimento delle istanze del SIB per la rideterminazione di canoni dell'ultimo decennio. Nella legge 494/93 art 3 e legge27.12.2006 n°296 art 1 comma 251 lettera c e circolare 22 del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti del 25.5 2009, serie 1Demanio marittimo prot 6843 art 3.3, c.1, sono contenuti gli elementi risolutivi della vertenza.Questo documento, con l'obiettivo di un rilancio del litorale vuole sostenere dunque l'accoglimento delle istanze di un'intera Comunità non solo perché fondate ma anche perché le imprese balneari non hanno esclusivamente una funzione economica ma sono un autentico presidio per il territorio.
Appare evidente che in un contesto così critico essi contribuiscono:-alla tutela dell'ambiente,-alla gestione di una parte del territorio,-al primo soccorso in mare e in terra,-alla sicurezza degli utenti, nei luoghi in concessione.Ma questo documento mira anche ad altri obiettivi. Si propone di verificare le linee guida di un progetto condiviso di rinascita, rilancio valorizzazione e promozione della costa e del suo hinterland, della sua società e della sua economia, unendo le energie delle imprese, sotto l'egida e la condivisione dei Comuni. Un progetto che non deve lasciar fuori nessuna delle forze della società, siano esse culturali, artistiche, sportive o anche soltanto civiche nell'intento comune di produrre immagine, valorizzazione e rilancio del territorio, incoming e occasioni di sviluppo dell'occupazione, specie giovanile.

Gli enti e le associazioni firmatarie di questo documento chiedono: la giusta applicazione dei canoni demaniali, secondo l'interpretazione sopra enunciata dell'attuale normativa e un sostegno per illustrare a tutte le Autorità di competenza quanto sia difficile operare nel contesto Domiziano anche al fine di far partire da queste istanze una gamma di disposizioni -anche a valenza nazionale - idonee a graduare il rapporto imprese /erario secondo parametri più ampi e diversificati.Gli enti comunali della costa ed il SIB danno atto che:-I balneari sono la vera industria turistica della costa Domizia.-che gli utenti della balneazione sono un patrimonio e portano sulla costa benessere ed occupazione.-che, pertanto occorre iniziare prontamente a lavorare su progetti di bonifica ambientale e sociale.-che occorre esaltare e promuovere le caratteristiche della costa quali l'amenità dei luoghi, la vicinanza ed accessibilità ai grandi centri, il lunghissimo periodo di insolazione, gli stabilimenti con attrezzature di grande rilievo e valore, utili alla destagionalizzazione degli impianti, con incremento occupazionale. L'obiettivo primario è quello di restituire il mare ai casertani e al grande pubblico dell'hinterland e nel contempo rilanciare la rappresentatività dei Comuni del contesto affermando che il litorale è patrimonio insostituibile da usare come volano della rinascita.
In questo disegno si colloca, poi, l'obiettivo più grande ed ambizioso: partire dal mare, dalle sue imprese e dalle sue dotazioni per coinvolgere l'indotto agricolo ed artigianale, esaltare la stessa storia delle Città, assecondare la voglia di crescita delle popolazioni costiere ed in particolare dei giovani, con i quali aprire un dialogo serio e costruttivo. Un dialogo che deve coinvolgere con le istituzioni e le nostre imprese tutte le forze positive del territorio: le professioni, la cultura, lo sport, gli artisti, i movimenti civici.I Comuni firmatari prendono atto che SIB vuole dialogare. Vuole coinvolgimenti istituzionali e privati per destagionalizzare, per produrre incoming, turistico per mobilitare ed organizzare i giovani del territorio. Per valorizzare i collegamenti con l'agricoltura e l'artigianato.
L'appello, dunque, è per l'accoglimento delle istanze relative al ridimensionamento dei canoni e per l'istituzione di un tavolo intercomunale con amministratori, locali, regionali, comunitari, tecnici, esponenti della cultura, dello sport, della ricreazione e dell'arte.I Balneari, è vero, sono piccole imprese familiari ma tutte insieme sono anche esempi di generazioni di imprese e di continui investimenti in professionalità, organizzazione e strutture.
In altre parole, si accredita una presenza imprenditoriale tradizionale ma valorosa e significativa, alla ricerca di alleanze per la sopravvivenza, per tutti i giovani della costa, per il territorio, per le comunità, per la provincia, per la speranza di un altro futuro. di maggior fortuna. Enti comunali ed imprese si aspettano grande attenzione ed accoglienza per far partire tutta una serie di progetti operativi, condivisi con le istituzioni e le comunità della costa Domizia.

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