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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Electrolux, siglato laccordo a Palazzo Chigi: colpaccio di Renzi

(Roma) Ieri pomeriggio, il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, alla presenza dei ministri dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, e del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, dei presidenti delle Regioni Friuli...

(Roma) Ieri pomeriggio, il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, alla presenza dei ministri dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, e del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, dei presidenti delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, Veneto, Luca Zaia, Emilia Romagna, Vasco Errani, e Lombardia, Roberto Maroni, delle rappresentanze sindacali e dell'azienda Electrolux Spa, ha firmato l'accordo che salvaguarda posti di lavoro e la produzione in Italia di tutti e quattro gli stabilimenti Electrolux (Porcia, Susegana, Forlì, Solaro).
Un risultato raggiunto dopo nove mesi di trattative che ha dimostrato come, con il senso di responsabilità di tutte le parti interessate, si possono creare in Italia le condizioni per mantenere e sviluppare le attività manifatturiere nonostante la concorrenza sul costo del lavoro di altri Paesi europei ed extra europei.
L'azienda ha, di fatto, accettato di rimanere in Italia, rinunciando a delocalizzare buona parte della produzione in Polonia, valorizzando la qualità della manodopera italiana in un settore di grande tradizione nazionale come l'elettrodomestico.
Al tempo stesso l'azienda si è impegnata quindi a non ricorrere alla mobilità nell'intero periodo di piano. E a investire, nel quadriennio 2014-2017, 150 milioni di euro, destinati per il 60% ad innovazioni di prodotto e per il 40% ad interventi anche innovativi sul processo produttivo, in modo da concentrare nel nostro Paese le produzioni alto di gamma a più alto valore aggiunto.
Tutte le linee di prodotto rimangono in funzione, consentendo il mantenimento in attività dei quattro stabilimenti del gruppo sul territorio nazionale.
I sindacati e i lavoratori, che saranno chiamati a esprimersi con un referendum, hanno accettato i contratti di solidarietà con riduzione del 20% del monte ore. In particolare, negli stabilimenti di Susegana, Forlì e Solaro si è accettato di aumentare la produttività, sempre nel rispetto della sicurezza.
Nello stabilimento di Porcia viene ridotta da 10 a 5 minuti la pausa. E il sindacato ha rinunciato al 60% dei permessi sindacali.
Il Governo e le Regioni interessate si sono, infine, assunti l'impegno di sostenere gli investimenti previsti dal Piano industriale in materia di ricerca e innovazione di processo e di prodotto con finanziamenti agevolati o a fondo perduto. Inoltre, il Governo si è, altresì, impegnato a sostenere economicamente con una decontribuzione fino al 35% l'utilizzo dei contratti di solidarietà.

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