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Cultura Santa Maria Capua Vetere

L'analisi di De Giovanni: "Assenza assessore alla Cultura in Campania grande limite"

Lo scrittore a Santa Maria Capua Vetere per la doppia presentazione dei suoi romanzi

Napoli con il suo valore narrativo estremo, le riletture del passato, i cambiamenti, le perdite viste come un diverso tipo di presenza. Sono alcuni dei temi trattati presso l'Istituto Scolastico I Carissimi di Santa Maria Capua Vetere dove si è tenuta la presentazione di due romanzi del talentuoso e celebre scrittore partenopeo Maurizio De Giovanni.

I romanzi presentati presso una gremita sala convegni dell'istituto scolastico sono stati "Un volo per Sara" e "L'equazione del cuore". Un dialogo accorato tra l'autore De Giovanni ed i moderatori l'avvocato Iulia Auriemma e il titolare della libreria Spartaco fautrice dell'evento culturale con la collaborazione del preside della scuola sammaritana Giovanni Di Cicco. Nell'accorata interlocuzione Maurizio De Giovanni ha disvelato come nei suoi romanzi la sua città ossia Napoli fosse lo sfondo perfetto ed il contenitore più prezioso a cui attingere: "Io sono un racconta storie come tutti quanti gli altri - ha ammesso lo scrittore - ma rispetto agli altri ho la fortuna di poter mettere le mani in un fantastico bagaglio di storie che è la mia città, Napoli. È una città diversa dalle altre, è una città che è poi un universo con all'interno una riserva di mondi completamente opposti tra di loro e che sono sempre raccontabili".

Non è poi però mancato il rammarico di Maurizio De Giovanni sulla nota di demerito che Napoli si trova ad affrontare sul fronte valorizzazione culturale. "Napoli ha sempre avuto una classe di scrittori vastissima in tutte le epoche della sua grande storia - ha spiegato l'autore partenopeo - io stesso attingo da Napoli e dal suo valore narrativo estremo in assenza poi di un'industria culturale all'altezza. Abbiamo il più grande numero di musicisti, scrittori, attori, registi ma non abbiamo una casa editrice a livello nazionale, né una casa di produzione cinematografica né una casa discografica. A Napoli poi ed in Campania poi manca un assessore alla cultura poiché il Presidente De Luca ha deciso di trattenere per sé le deleghe di competenza. Ciò è un grande limite. Manca una interlocuzione istituzionale diretta sul fronte della cultura".

Grande è stato poi il rammarico di De Giovanni in merito al fatto che un grande autore e poeta come Vincenzo Russo che ha affidato alla storia della canzone napoletana melodie straordinarie come "I te vurriá vasá" non avesse intitolato nulla a Napoli. Uno spiraglio di un riconoscimento alla grande storia di Vincenzo Russo è stato offerto dalla caparbia consigliera comunale partenopea Flavia Sorrentino che si è impegnata a protocollare una richiesta in tal senso presso il municipio partenopeo. L'attenzione poi si è spostata sulle correlazioni tra i personaggi di entrambi i romanzi e quanto conti avere una rilettura del passato poiché la mente spesso gioca brutti scherzi spesso pericolosi e si avvale spesso di un meccanismo di revisionismo storico.

Ma il passato non ci insegna nulla? A tale domanda De Giovanni ha fatto il punto sulle riletture del passato che "cambiano il presente " spiegando come "gli eventi del passato hanno riflessi sul presente e sul futuro spesso fatali.Sono i cambiamenti più importanti perché mentre nel presente il cambiamento lo si fronteggia,nel passato non si possono fronteggiare. Le riletture del passato quindi diventano un interessante strumento narrativo.Far scoprire ai personaggi un qualcosa successo molto tempo fa e vedere come reagiscono nei confronti delle loro vite è interessantissimo". La scoperta di segreto affidato al tempo o di un grande dolore sono i fili conduttori degli intrecci narrativi dei vivi personaggi di Maurizio De Giovanni. Correlato al cambiamento è sicuramente il dolore spesso derivante da una perdita che per l'autore "non è un'assenza ma un incremento di presenza. C'è quindi un cambiamento. Si sopravvive ad un dolore. Chi sopravvive però è una persona diversa, è più incline ad un certo tipo di riflessione e sicuramente è una persona per la quale diventa più importante il ricordo. È la perdita che cambia le persone ed il cambiamento nei confronti della perdita che ci rende più consapevoli".

La capacità di adattamento al dolore o ad un cambiamento in genere è forse la regola stessa di sopravvivenza. "Col dolore ci si fa amicizia,imparare ad ascoltarlo perché è una presenza, è un modo per cercare ancora un po' di tenerezza nella propria vita", sottolinea De Giovanni.

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