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Eurocampania Agrifood a Sarajevo, il racconto dell'assessore Nappi

Napoli - Per l'ultima tappa della nostra Missione ci aspetta Sarajevo. È una tappa con molte incognite come del resto lo era tutto questo primo approccio con l'area dei Balcani. Incognite dovute alla particolare condizione di un Paese, come la...

Per l'ultima tappa della nostra Missione ci aspetta Sarajevo. È una tappa con molte incognite come del resto lo era tutto questo primo approccio con l'area dei Balcani. Incognite dovute alla particolare condizione di un Paese, come la Bosnia-Erzegovina che come tutti gli altri dell'area, a cominciare dalla Serbia, sta vivendo anni importanti per lasciarsi dietro le spalle il passato della guerra, con i suoi orrori e le sue distruzioni, e guadagnare un futuro più solido e prospero. Un Paese dove vi è ancora una presenza militare internazionale. Giungiamo a Sarajevo nella serata avanzata di lunedì 26 provenienti da Belgrado e dopo sette ore di spostamento in bus. E poi invece le incognite si dissolvono in una delle esperienze più toccanti anche dal punto di vista umano di questa nostra Missione. La Bosnia- Erzegovina ci si presenta come un Paese che ha dentro di se tutte le contraddizioni, e le opportunità dell'area della ex Jugoslavia. C'è una maggioranza musulmana nella Federazione di Bosnia; c'è una significativa presenza croata nella Regione di Mostar e c'è una assoluta maggioranza di serbi nella Repubblica serba e nella sua capitale Bagnaluca. Ebbene la mattina del martedì, dopo un caloroso e fattivo incontro nella nostra Ambasciata con il nostro Ambasciatore, Raimondo De Cardona, si materializza quello che io considero un piccolo evento e che da il segno a tutta la Missione. Nella sala dell'albergo dove siamo ospitati e si tiene l'incontro con i rappresentanti del mondo istituzionale, economico, e fatto molto importante, accademico, I presidi ed i responsabili dei dipartimenti di agraria delle Università di Sarajevo, Mostar e Bagnaluca si ritrovano insieme con la Regione Campania come interlocutore per costruire progetti di ricerca, di trasferimento di conoscenze e di tecniche, per scambi formativi nell'insieme tesi a migliorare la qualità delle produzioni agricole di una Regione, quella bosniaca, che ha una storia antica di produzioni agricole. Intorno a un tema, l'agricoltura per due ore abbiamo discusso insieme noi con loro e loro uniti con noi. In questo fatto c'è più di una promessa di futuro e c'è anche la conferma di una Regione, la Campania, che per la sua storia, per la sua cultura e per il lavoro di questi anni delle sue istituzioni, del mondo universitario e della ricerca, del mondo dell'impresa e del lavoro è già oggi percepito come un riferimento importante. Del resto, proprio in Serbia, a Belgrado, abbiamo avuto modo di sottoscrivere le ultime convenzioni operative per dare seguito a un accordo di cooperazione, sotto l'egida della Regione, tra le facoltà di agraria di Belgrado e Novisad e quella nostra di Portici, con l'Istituto sperimentale per l'orticoltura di Pontecagnano e l'Istituto agrario di Eboli e ancora, negli incontri di Sofia sollecitati dai nostri interlocutori e dal nostro Ambasciatore abbiamo discusso dell'ipotesi di promuovere una scuola alberghiera campana in Bulgaria così come dalla Polonia è emersa l'idea di un programma di cooperazione nel campo delle produzioni agricole di qualità. A tutti abbiamo già dato un primo appuntamento a Terrafelix, dal 4 all'8 dicembre, a Napoli.

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