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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Casapesenna

Zagaria, la Procura: "Deve tornare in carcere". I giudici prendono tempo

Udienza dinanzi al tribunale di Sorveglianza di Sassari per il fratello del capoclan. I difensori chiedono di respingere il ricorso

Il procuratore generale chiede il ripristino del carcere per Pasquale Zagaria, fratello del capoclan dei Casalesi Michele.

E' quanto accaduto oggi nel corso dell'udienza celebrata dinanzi al Tribunale di Sorveglianza di Sassari, dove Bin Laden, questo il soprannome di Zagaria, era detenuto prima che gli stessi giudici gli concedessero, durante l'emergenza Covid, gli arresti domiciliari a Brescia per le gravi condizioni di salute relative ad una patologia di cui è affetto. Nel corso dell'udienza i difensori di Zagaria - gli avvocati Angelo Raucci, Andrea Imperato e Lisa Vaira - hanno chiesto di respingere il ricorso della procura anche alla luce delle motivazioni dei giudici che avevano ritenuto "primaria" la tutela della salute. Sulla questione i giudici si sono riservati con la decisione che è attesa nei prossimi giorni. 

Quella di Pasquale Zagaria è stata una scarcerazione che ha fatto parecchio rumore, almeno per l'eco mediatica che le è stata riservata, con il clamore che ha portato alle dimissioni del capo del Dap Francesco Basentini. Lo scorso 24 aprile, il Tribunale di Sorveglianza sardo aveva disposto gli arresti domiciliari per Pasquale Zagaria alla luce dei suoi gravi problemi di salute, per i quali non poteva proseguire la cura a Sassari a causa dell'indisponibilità della struttura sanitaria riconvertita per la cura del Covid-19. Pasquale Zagaria sta scontando i 5 mesi di arresti domiciliari in provincia di Brescia. Alla luce del decreto legge sulle scarcerazioni dello scorso 10 maggio, il magistrato di sorveglianza è stato chiamato a rivalutare la sua posizione. 

Nei giorni scorsi il senatore Mario Michele Giarrusso ha depositato un'interrogazione al Ministro Alfonso Bonafede paventando l'ipotesi di una possibile trattativa, per far cessare le rivolte scoppiate nelle carceri durante la pandemia, che sarebbe alla base del decreto con cui l'amministrazione penitenziaria ha 'scarcerato' circa 500 detenuti per reati di mafia, tra cui proprio Pasquale Zagaria. 

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