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Cronaca Casapesenna

Il pentito svela la "faccia pulita" di Zagaria: "L'ho scoperto parlando col boss"

Francesco Zagaria alla Dda racconta il debito mai saldato dai fratelli

Aldo Nobis, arrestato nell'inchiesta sul racket degli olii esausti nell’agro aversano insieme al nipote Giulio e Vincenzo Cantiello, era pienamente inserito all'interno del clan di Zagaria essendo la 'faccia pulita' degli affari di suo fratello Salvatore alias 'Scintilla'.

E’ il ritratto criminale che fa di Nobis il collaboratore di giustizia Francesco Zagaria alias 'Ciccio e Brezza' considerato dagli inquirenti il colletto bianco della fazione dei Casalesi guidati da Michele 'Capastorta'. Zagaria, nel corso dei suoi interrogatori, ha raccontato aneddoti sui fratelli Nobis evidenziando come Aldo Nobis fosse persona di fiducia del clan Zagaria per diretta volontà di Michele 'Capastorta' con il ruolo di gestore delle bische clandestine del Clan a Casapesenna, col ruolo di faccendiere degli affari del sodalizio criminale, oltre che esser demandato alla cura della latitanza di Michele Zagaria.

In particolare Ciccio e Brezza ha relazionato sul ruolo assunto da 'Alduccio Scintilla' in merito alla realizzazione di alcune ville a Lago Patria e di come dovette soprassedere a dei crediti insoluti da parte dei fratelli Nobis per volere di 'Capastorta'.

“Quando aprii la società Andromeda agli inizi del 2000 ricordo che Nobis Salvatore stava realizzando delle ville a Lago Patria che aveva intestato al fratello Aldo che in quegli anni era incensurato e che dunque costituiva la faccia pulita della famiglia Nobis - riferisce Francesco Zagaria nelle sue dichiarazioni - ricordo che i materiali necessari per l'edilizia in tale insediamento vennero forniti da me a Salvatore e Aldo Nobis che veniva spesso presso il mio deposito per circa 120.000 euro che però i fratelli Nobis non mi restituirono del tutto”.

Le ville in itinere vennero infatti sequestrate dalla polizia municipale di Giugliano in Campania e Francesco Zagaria cercò di intercedere presso quel comando al fine di "risolvere il problema” a Nobis cercando così di recuperare la somma dovuta dai fratelli 'Scintilla'. Tale proposito non andò a buon fine e Francesco Zagaria decise di rivolgersi a 'Capastorta'."Il credito che io vantavo nei confronti di Aldo e Salvatore Nobis per i materiali non mi venne interamente restituito sicché mi rivolsi come era legge non scritta all'interno del Clan a Michele Zagaria affinché convincesse i due fratelli a restituirgli il credito. Michele Zagaria mi disse di lasciar perdere perché aveva molto a cuore i fratelli Nobis sicché mi disse che avrei recuperato quella cifra sull'insediamento a San Prisco che lui mi aveva autorizzato a realizzare”.

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