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Cronaca

Camorra & politica. 24500 euro pagati da 3 candidati agli uomini di Capone

Ecco quanto hanno sborsato Corvino, Carbone e Cicia per i voti

Soldi ma anche buoni pasto da 20 euro e buoni benzina da 10 euro. Questo il corrispettivo versato da alcuni candidati alle elezioni regionali del 2015 per comprare i voti degli appartenenti al clan Belforte e quelli di persone a loro legate. Un vero e proprio mercato del voto quella scoperto dai magistrati della Dda.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti Pasquale Corvino, all'epoca candidato col Nuovo Centro Destra, avrebbe versato la somma di 6mila euro in contanti al gruppo di Agostino Capone, fratello di Giovanni referente del clan Belforte nel Capoluogo, oltre a buoni pasto e buoni benzina consegnati anche a Giuseppe Rinaldi e Maria Antonia Di Lucca.

E lo stesso avrebbero fatto anche altri candidati tra cui l'ex sindaco di San Marcellino Pasquale Carbone che avrebbe versato la somma di 7mila euro ad Agostino Capone, Rea, Antonio Merola ed Antimo Italiano, oppure Lucrezia Cicia, candidata con Forza Italia, che ha versato 11500 euro ad Alberto Russo ed Antonio Benenati in cambio del sostegno elettorale.

Ma non solo i voti comprati ma anche servizi come quello dell'affissione affidato alla Clean Service di Mariagrazia Semonella dietro minaccia. Un servizio di cui si sono serviti anche il consigliere regionale Luigi Bosco ed il vicesindaco di Caserta Franco De Michele, entrambi non indagati, che proprio alla Clean Service affidarono l'affissione dei manifesti per la campagna elettorale.

Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Nello Sgambato, Alfonso Iovino e Peppe Foglia.

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