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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Casapulla

Violenze all'asilo, le maestre 'scaricano' la direttrice: "Dovevamo farci rispettare ad ogni costo"

Le due insegnanti accusano la Merola nel corso degli interrogatori. Bambini costretti a mangiare con la forza e docenti trasformate in autiste del pulmino

La regola generale era il rigore al fine di farsi rispettare ad ogni costo senza lesinare la violenza. È l'inquietante scenario emerso dagli interrogatori di garanzia resi dinanzi al Giudice per le Indagini Preliminari Alessandra Grammatica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere da Valeria E. e Anna Lucia S., ritenute responsabili insieme alla direttrice Francesca Merola - che si è però avvalsa della facoltà di non rispondere - dei maltrattamenti sistematici nonché di episodi di violenza fisica e psicologica oltre che di omissioni nella cura ed assistenza dei piccoli alunni della scuola paritaria "Piccole Pesti" a confine tra Casapulla e San Prisco.

Le direttive al rigore da ottenersi anche a costo della violenza venivano impartite dalla direttrice Francesca Merola secondo la ricostruzione delle due insegnanti, rispettivamente l'ex docente Valeria che prestò servizio in quel plesso solo tre mesi e l'insegnante più longeva Anna Lucia che conosceva da tempo la direttrice nonché i suoi metodi 'rigidi' che venivano loro inculcati. Il mantra per le insegnanti su indicazione di Merola era: "Tu devi essere rigida, ti devi fare rispettare, in ogni modo". Nel corso dell'interrogatorio le due indagate hanno dato indicazioni al gip sammaritano sul particolare contesto lavorativo in cui si trovavano ad operare fatto di esasperazione e risultati da raggiungere ad ogni costo a corredo poi di stipendi versati per poche centinaia di euro e mansioni plurime.

L'ex insegnante infatti ha chiarito al gip di come si trasformasse in factotum: dall'inserviente alla cuoca fino a diventare l'autista che prelevava i piccoli per condurli al plesso scolastico che oltre al nido e l'infanzia fungeva anche da doposcuola. L'insegnante più longeva ha chiarito i particolari rapporti di soccombenza e sofferenza intrattenuti con la direttrice Merola nel corso degli anni di servizio presso l'istituto e la pressione psicologica imposta per il risultato da raggiungere. L'obiettivo più agognato per la direttrice delle 'Piccole Pesti' era l'ora di pranzo. Si doveva mostrare ai genitori che i piccoli alunni pranzavano e tale dimostrazione doveva essere conseguita ad ogni costo.

Proprio all'ora di pranzo infatti Francesca Merola interveniva per assicurarsi che i bambini mangiassero. Quindi li imboccava a forza o li strattonava per tenerli fermi sulla sedia qualora si rifiutassero di mangiare. Senza alcuna cura che i piccoli alunni piangessero o vomitassero perché ingozzati come animali. I sistematici episodi di violenza fisica e psicologica contestati alle tre insegnanti dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e cristallizzati nell'occhio bionico installato dai carabinieri della stazione di San Prisco si compivano al solo fine di raggiungere un personale obbligo di risultato della direttrice ossia mostrare all'esterno che la scuola paritaria era efficiente.

Un'efficienza che contemplava la violenza sui piccoli alunni considerati piccole pesti (nome dato all'istituto)dove i bambini venivano messi in punizione con le manine sulla testa in un angolo dell'aula, umiliati, picchiati, lasciati sporchi nei loro bisogni per ore, scaraventati dalle brandine durante il riposo pomeridiano se facevano i capricci. L'ossessione dell'efficienza si compiva a discapito dei più piccoli tra l'esasperazione delle stesse compartecipi di tali orrori. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Gennaro Ciero, Giuseppe Stellato e Antonio Treppiccione.

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