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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria a Vico

Narcotizzata e violentata, mago Ermes sceglie il rito abbreviato

Il 66enne è accusato dello stupro di una cliente: si era rivolta a lui per "problemi di cuore"

Sarà processo con rito abbreviato per il Mago Ermes, il 66enne di Santa Maria a Vico, accusato di violenza sessuale ai danni di una donna che si era rivolta a lui per risolvere i propri problemi d'amore. Per il 66enne la Procura aveva chiesto ed ottenuto il giudizio immediato ma il suo legale, l'avvocato Perrotta, ha avanzato istanza per il rito alternativo che è stato concesso. Il processo al momento non è stato ancora fissato. 

Le indagini della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, affidate ai carabinieri di Maddaloni, partirono dopo la denuncia della donna che, nel luglio 2019, si era recata all’ospedale di Maddaloni perché non si sentiva bene per poi essere trasferita all'Ospedale San Paolo di Napoli. Dai racconti era emerso, che, dopo una cena a casa del mago, la donna si era svegliata nella predetta abitazione, intorpidita, senza ricordare nulla della sera precedente.  Si mise alla guida ma più volte venne colta dal torpore al punto da uscire per 2 volte di strada. Per questo la donna venne ricoverata. All'esito delle prime analisi, le venivano riscontrate tracce di benzodiazepine, sia nel sangue che nelle urine. Una volta allertate le autorità dagli stessi sanitari, venivano disposte immediatamente le indagini necessarie a far luce sulla vicenda, tra cui gli opportuni prelievi volti ad evidenziare la presenza di tracce biologiche, rilevanti per accertare un possibile abuso sessuale. La vittima e sua figlia sono state ascoltate dai carabinieri e sono state esperite intercettazioni ambientali ed analizzato lo smart-phone poi sequestrato all'indagato. 

Dal complesso degli elementi acquisiti, secondo la Procura, è emerso “il vile approfittamento, da parte dell'indagato, dello stato di fragilità della donna”. L’uomo, secondo la ricostruzione investigativa, dopo aver acquisito un particolare ascendente sulla vittima, garantendole la risoluzione di problemi sentimentali attraverso rituali e sortilegi, la induceva a consegnargli somme di denaro e, successivamente, la induceva vanamente ad avere con lui rapporti sessuali. A fronte dei continui rifiuti, l'indagato riusciva ad invitare la donna a casa e offrendole un aperitivo in cui aveva già sciolto del narcotico (la stessa sostanza che veniva individuava nel sangue e nelle urine della vittima, in quantità tali da cagionarle la perdita dei sensi), le procurava uno stato di incapacità, per poi violentarla. 

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