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Mazzetta per chiudere un occhio nell'allevamento: veterinario a processo

Il giudice Iaselli ha rinviato a giudizio il professionista per la richiesta di 4mila euro al titolare di un'azienda bufalina

Rinvio a giudizio per Carmine Vitelli, 55enne sammaritano, medico veterinario presso il Dipartimento di Prevenzione dell'Asl di San Marcellino ritenuto responsabile di induzione indebita a dare o promettere utilità.

È quanto stabilito al termine dell'udienza preliminare celebrata dinanzi al giudice per l'udienza preliminare Vera Iaselli del tribunale di Napoli Nord come da richiesta di rinvio a giudizio del Sostituto Procuratore Paola Izzo. Il processo comincerà a dicembre. Il medico veterinario della città del Foro, assistito dagli avvocati Giuseppe Stellato e Antonio Morgillo, dovrà comparire dinanzi ai giudici della Prima Sezione del tribunale di Napoli Nord. Nel corso dell'udienza preliminare si è costituito parte civile rappresentato dall'avvocato Ferdinando Letizia il titolare dell'azienda di allevamento bufalino sita a Castel Volturno, A.V., che ha disvelato agli inquirenti il prezzo della regalia da 4000 euro richiesta dal veterinario per chiudere un occhio sui controlli sanitari dovuti all'interno dell'azienda bufalina.

Secondo la ricostruzione della Procura di Napoli Nord Carmine Vitelli nel maggio 2021 nella qualità di pubblico ufficiale ossia di medico veterinario in servizio presso il dipartimento di prevenzione dell'Asl di San Marcellino abusando dei suoi poteri avrebbe indotto A.V. a promettere la somma di 4000 euro da versare a rate e a consegnargli 500 euro affinché omettesse i controlli sanitari all'interno dell'azienda bufalina del titolare castellano sita in via Torre località Variconi con la promessa di favorire la restituzione della medesima azienda sottoposta a sequestro in ragione delle carenze igienico sanitarie riscontrate all'atto delle verifiche. Nonostante l'elargizione della prima trance di 500 euro della regalia richiesta, l'azienda di allevamento bufalino da latte non venne dissequestrata. L'allevatore castellano così denunciò il veterinario ai carabinieri di Castel Volturno.

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