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Cronaca

Titolare pescheria condannato a due anni per usura

Sconto in Appello in seguito a concordato per il commerciante casertano

Lieve sconto in Appello per Luigi P., titolare di una pescheria a Caserta, accusato di usura. I giudici della corte partenopea hanno inflitto una pena di due anni in seguito a concordato in Appello con il Procuratore Generale. 

In primo grado, all'esito del giudizio con celebrato con rito abbreviato, il 31enne casertano, difeso dagli avvocati Alfonso Iovino e Carlo Ercolino, aveva incassato due anni e otto mesi. In Appello ha presentato una dichiarazione scritta con la quale si è assunto la responsabilità degli addebiti contestati ottenendo uno sconto. Confermate le statuizioni civili nei confronti della vittima P. D.M. e dell'associazione "Sos Impresa" a cui si rivolse presentando la denuncia, costutuitisi parte civile entrambi rappresentati dall'avvocato Gianluca Giordano.  

Secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza di Caserta, la vittima, organizzatore di eventi, si sarebbe rivolto all'amico titolare della pescheria chiedendo in prestito 10mila euro con la promessa di restituzione di 15mila euro. Era il 2019 e P.D.M. era convinto di riuscire a saldare il proprio debito con gli introiti di alcuni eventi programmati per l'anno successivo. La pandemia e il lockdown, con la sospensione di tutte le attività, travolse anche l'imprenditore che non riuscì a pagare. Intanto gli interessi usurai applicati, fino al 600%, fecero lievitare la somma fino a 190mila euro. 

A quel punto riuscì a raccogliere tra amici e parenti 70mila euro, pagando parte del debito. Non riuscendo più a sostenere quella spesa si rivolse all'associazione antiracket presentando denuncia. 

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