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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Capua

4 ARRESTI E 30 INDAGATI Falsi call center per truffare l'Inps

La procura di Santa Maria Capua Vetere ha svelato il sistema dell'associazione criminale

 Nelle prime ore della mattinata odierna nei comuni di Formia (LT), Genzano di Lucania (PZ), Capua e Udine, i carabinieri della Stazione di Grazzanise hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della locale procura nei confronti di C. B., 48 anni, F.M.D.C, 21 anni, A.C., 31 anni, e A.M., 43 anni, ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dell’IINPS.

I FINTI CALL CENTER

Il grave compendio indiziario è stato raccolto all'esito di un'articolata indagine, condotta dai carabinieri della Stazione di Grazzanise e coordinata dalla Procura, che ha consentito di disvelare un sofisticato meccanismo truffaldino fondante sulla fittizia costituzione di imprese, in realtà inesistenti, presso le quali risultavano -contrariamente al vero - assunti lavoratori poi licenziati. L’attività di indagine ha consentito di accertare che, per conseguire l'illecito guadagno, sono state create 5 false agenzie di call center presso cui risultavano assunti, fittiziamente, 96 lavoratori.

Grazie al tale artificio fraudolento, il decorso - sia pure fittizio - di un periodo di tempo, quale lavoratore assunto alle dipendenze dell'impresa, era sufficiente a far maturare l'indennità di sostegno alla disoccupazione. Era questo l'illecito profitto, costituente, successivamente, l'oggetto della spartizione fra i sodali dediti alla commissione dei fatti.

L'attività d'indagine, condotta dal dicembre del 2015 all'aprile del 2017, si è sviluppata mediante attività di intercettazione telefonica ed ambientale, acquisizione di copiosa documentazione, sequestro degli smartphone in uso ad alcuni degli indagati, analisi informatica di tali dispositivi, nonché attraverso servizi di osservazione e pedinamento, che hanno consentito di raccogliere un solido compendio indiziario a carico degli odierni indagati.

UNA TRUFFA DA 50MILA EURO

In particolare è stata accertata l'operatività nella provincia di Caserta di un sodalizio criminale dedito alla commissione di una serie indeterminata di episodi di truffa ai danni dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), eseguiti facendo risultare come operativi agenzie pubblicitarie e call center -in realtà inesistenti- intestati a "teste di legno", nonché nell'assumere, sempre fittiziamente, falsi lavoratori, per poi licenziarli, decorso un periodo di tempo sufficiente alla percezione dell'indennità di disoccupazione.

Nel corso di tale periodo, per rendere verosimile il rapporto di lavoro e raggirare i pubblici funzionari, gli indagati inviavano all’INPS le previste comunicazioni e i contributi finché, licenziati i falsi lavoratori, venivano presentate a loro nome le richieste di erogazione del sussidio di disoccupazione (NASPI) presso la sede INPS di Caserta.

Il gruppo criminale si procurava così un ingiusto profitto con pari danno per l'Ente pubblico, consistito nelle somme di denaro erogate dall'INPS in favore dei falsi lavoratori richiedenti, a titolo di indennità di sostegno alla disoccupazione, somme che venivano accreditate su conti correnti intestati ai dipendenti stessi, dei quali le persone arrestate detenevano la carta elettronica (solitamente una "Postepay Evolution"), che consentiva di prelevare il denaro, denaro che veniva poi ripartito tra gli associati, gli intestatari delle ditte fittizie ed i falsi dipendenti.

Dopo un periodo sufficiente a percepire il previsto sussidio, i lavoratori venivano licenziati e veniva richiesta l'indennità di sostegno alla disoccupazione. La somma effettivamente erogata dall'INPS ammonta a 48mila euro circa, mentre il danno potenziale, il cui concretizzarsi è stato scongiurato per effetto del tempestivo intervento della polizia giudiziaria procedente ammonta a circa 328mila euro.

A tal proposito va precisato che, attuando una stretta collaborazione tra la procura sammaritana, la polizia giudiziaria operante e l'INPS di Caserta (peraltro in esecuzione di protocolli di intesa che la Procura ha redatto con l'INPS di Caserta e la Guardia di Finanza di Caserta), una volta accertato che una ditta era stata costituita artificiosamente al solo scopo di percepire le indebite indennità di sostegno alla disoccupazione dei dipendenti, tale ditta veniva tenuta sotto costante osservazione e veniva bloccata l'erogazione delle indennità richieste, per limitare il danno economico subito dall'Ente pubblico, nonché al fine di impedire la protrazione dell'attività criminosa. Oltre ai soggetti colpiti dall'odierna misura cautelare risultano indagate, in stato di libertà, ulteriori 30 persone, tra cui i titolari delle ditte inesistenti ed alcuni dei lavoratori fittiziamente assunti. 

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