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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Truffa da 500mila euro ai commercianti, in 6 nei guai

Il trucco scoperto dalla polizia. Ora finiscono a processo

Sei persone (cinque casertane ed una di Napoli) sono state rinviate a giudizio per truffa. Si tratta di persone tra i 37 ed i 60 anni residenti a Caserta, Villa Literno e Mondragone, che sono finiti nel mirino della polizia di Gaeta. Le truffe si consumavano ai danni di onesti commercianti. La vittima di turno, riceveva spesso un contatto diretto o telefonico da parte del sedicente ‘ragioniere’ della ditta ‘Gema s.a.s. Wedding Planner di G. T., con sede a via del Pianeta Terra n. 60 a Roma, peraltro realmente esistente ed iscritta al registro delle imprese. Questi era solito “ammiccare” gli ignari fornitori con ordini “interlocutori”, di poco conto e finalizzati solo a creare la giusta ‘fidelizzazione’ con la quale consumare poi la truffa vera e propria. Dopo un primo affare di poche centinaia di euro andato a buon fine, il successivo acquisto risultava più corposo: ovvero almeno sette o ottomila euro di merce, tra prodotti ortofrutticoli, enogastronomici e di vestiario. L’effettiva esistenza del deposito commerciale riconducibile alla ditta Gema, ubicato alla via Garibaldi n. 158 a Castelforte, doveva contribuire ad illudere i venditori di aver intrapreso un rapporto commerciale con una società affidabile. Oltre a questo “specchietto per le allodole” del magazzino, peraltro eternamente vuoto, le merci venivano trasferite altrove a bordo di un furgone del tipo “Ducato” di marca Fiat e colore bianco, con targa estera. Emblematica al riguardo è anche la truffa perpetrata ai danni di un operatore commerciale che partecipava, con un proprio stand, al Salone Internazionale “Vinitaly” tenutosi a Verona. Anche in questo caso, al momento dell’incasso, gli assegni risultavano falsi con gravi danni economici per gli operatori onesti. Da questo disarmante quadro dei fatti, ha preso il via l’indagine del Commissariato di Gaeta che ha analizzato ogni possibilità o indizio per risalire compiutamente alle identità dei responsabili delle reiterate truffe, il cui profitto consisteva nel collocare agevolmente sul mercato i prodotti a prezzi, per l’appunto, da “sottocosto”. Il giro di affari della truffa è di circa 500mila euro.

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