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Cronaca Marcianise

FALSI INCIDENTI Indagati 4 medici e 2 avvocati

Giro d'affari da 800mila euro: 34 persone finite nell'inchiesta

I militari della Stazione Carabinieri di Macerata Campania del Comando Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno eseguito, in più comuni della provincia di Caserta, un'ordinanza cautelare applicativa della misura coercitiva del divieto di dimora e della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione medica, emessa dal gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 4 indagati (2 colpiti da divieto di dimora nella provincia di Caserta e 2 dal divieto di esercitare per 2 mesi e 3 mesi la professione medica), ritenuti responsabili di essere promotori e partecipi di un'associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni di compagnie assicurative, nonché autori delle condotte delittuose di simulazione di reato, falsa testimonianza, falsa perizia o interpretazione, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Il blitz nello studio legale

L'indagine diretta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e condotta dai carabinieri della Stazione di Macerata si è svolta tra i mesi di ottobre 2016 - maggio 2017 attraverso attività tecniche d'intercettazione telefonica ed audiovisiva, corroborate da attività dinamiche e di riscontro documentale, dalle dichiarazioni di persone informate sui fatti, il tutto a seguito del sequestro presso uno studio legale di Sessa Aurunca di 37 fascicoli relativi a richieste di risarcimento danni per sinistri stradali.

Il sistema di truffe alle assicurazioni

I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare l'operatività, nella provincia casertana, di un sodalizio delinquenziale diretto alla realizzazione di truffe in danno di più compagnie assicurative. L'associazione si avvaleva di un collaudato ed allarmante modus operandi basato sulla prospettazione di fittizi sinistri stradali con lesioni personali alle "parti coinvolte".

170 euro per un certificato medico

In particolare, secondo la prospettazione operata dalla Procura ed integralmente condivisa dal gip,  l'associazione operava tramite varie figure, tra cui: diversi stabili referenti che impartivano direttive e raccoglievano la documentazione necessaria per avviare le pratiche di risarcimento per il tramite di studi legali; gli organizzatori dei falsi sinistri stradali che individuavano e reclutavano le parti da inserire, di volta in volta, nelle fittizie attestazioni di incidente; 4 medici compiacenti, tra cui uno in servizio presso l'ospedale di Marcianise, che, in cambio di somme di danaro variabili tra i 160 e i 170 euro, redigevano e rilasciavano, uno di questi esclusivamente durante l'orario di servizio, fittizi certificati medici di pronto soccorso, spesso a favore di soggetti che non hanno mai effettuato accesso presso le strutture di pronto soccorso, o consulenze sanitarie attestanti la diagnosi e la prognosi da porre a fondamento delle istanze risarcitone; i “legali patrocinatori”, ovvero 2 professionisti legali  che, nella piena consapevolezza della natura dolosa delle istanze risarcitorie, hanno adito la via giurisdizionale per persuadere le compagini assicurative della "legittimità" delle pretese. In alcuni casi, per rafforzare il convincimento del perito o funzionario assicurativo di turno, la documentazione prodotta veniva consolidata ed integrata attraverso consulenze (ecografie e lastre radiografiche) redatte all'uopo da sanitari e tecnici compiacenti.

Gli indagati

I fittizi sinistri venivano risarciti con un compenso variabile in proporzione all'entità delle lesioni riportate dalle "parti coinvolte" e documentate nei referti medici. Complessivamente sono stati accertati 15 sinistri mai verificatisi per un giro d'affari di circa 800mila euro. Oltre ai destinatari della misura cautelare, risultano indagate ulteriori 30 persone.

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