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Cronaca

Figuranti ai concorsi, Procura chiede arresto: "Sono ancora operativi"

Il pm Gallo svela al Riesame nuovi sviluppi nella maxi inchiesta della Finanza. Divieto di dimora per i candidati: così non possono partecipare ad ulteriori selezioni

L'attività dei 'concorsisti' di professione, che sostituivano i candidati ai concorsi per l'ingresso nelle forze armate, non si sarebbe fermata al 2019. Anzi, per il pm Stefano Gallo della Procura di L'Aquila dagli ulteriori sviluppi della maxi inchiesta della Guardia di Finanza - che ha messo nel mirino 68 persone - sarebbe emerso come il business dei "figuranti" sia andato avanti almeno fino al 2021, quindi in tempi tutt'altro che lontani.  

Per questo la Procura ha reiterato, stavolta al Riesame, la richiesta di applicazione della misura cautelare nei confronti di 58 indagati invocando il carcere per i capi e promotori della truffa - tra cui anche appartenenti alle forze dell'ordine ed ai vigili del fuoco - ed il divieto di dimora per gli altri, prevalentemente candidati 'sostituiti', proprio per evitare che potessero partecipare ad ulteriori selezioni per le pubbliche amministrazioni.

Il pm Gallo - che ha impugnato il rigetto da parte del gip di applicazione delle misure cautelari - i due distinti gruppi, uno attivo nel napoletano e l'altro in provincia di Caserta, sarebbero ancora operativi. Richiesta a cui si sono opposti i difensori degli indagati: gli avvocati  Andrea Piccolo, Angelo Raucci, Giuseppe Stellato, Elisabetta Carfora, Maria Rosaria Duonnolo, Alessandro Caputo, Raffaele e Gaetano Crisileo. La decisione dei giudici è attesa nei prossimi giorni. 

Molti indagati sono della provincia di Caserta, tra il Capoluogo, Marcianise, Aversa, Capua, Santa Maria Capua Vetere, San Felice a Cancello e Maddaloni. L'accusa nei loro confronti sono di falso, truffa e sostituzione di persona. Secondo quanto sta emergendo, i candidati si rivolgevano al sodalizio per farsi sostituire al momento della prova. Il servizio aveva un costo di 10mila euro. 

La Procura nel corso di una perquisizione ha rinvenuto, in possesso di due fratelli di Aversa, un foglio d'agenda indicante i nomi e le cifre che ciascun candidato avrebbe versato per farsi sostituire al momento della prova. Dopo la perquisizione il gruppo casertano, coordinato dai fratelli normanni e di cui facevano poi parte i "figuranti" da mandare a svolgere la prova, decide di lasciar perdere la truffa facendo presentare o il candidato reale o non presentandosi affatto. Addirittura alcuni candidati per rendersi più credibili hanno denunciato lo smarrimento del proprio documento di identità.

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