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Cronaca Maddaloni

Soldi cash ai 18enni in cambio del 30% del "bonus cultura": svolta per 6 indagati

Il Riesame annulla l'ordinanza di custodia cautelare

Arriva una prima svolta importante nell’ambito dell’inchiesta sulla truffa del bonus per 18enni che ha portato, nei giorni scorsi, ad una decina di arresti tra le province di Caserta e Napoli. Il tribunale del Riesame, accogliendo le richieste degli avvocati difensori (sono impegnati, tra gli altri, Franco Liguori e Rossana Ferraro) che avevano contestato soprattutto il reato associativo, ha disposto l’annullamento delle ordinanze di custodia cautelare a carico di Salvatore Farina di Maddaloni (era ai domiciliari), Giuseppe Piscitelli di Maddaloni (domiciliari), Walter Esposito (carcere), Marco Frieri (domiciliari), Desislava Slavova (domiciliari)  e Marco Amedeo Sanzari (a cui era stato comminato l’obbligo di presentazione alla pg).

Le indagini sono partite a seguito di una segnalazione del Ministero della Cultura ed hanno permesso alla Guardia di Finanza di raccogliere gravi indizi di reato in ordine ad un meccanismo fraudolento in base al quale il titolare di un esercizio di commercio all’ingrosso di computer e la moglie: avrebbero accettato e validato, sulla piattaforma dedicata, buoni del valore di 500 euro ciascuno, corrispondenti al "bonus cultura 18APP" (consistente in un voucher, destinato ai giovani, da spendere in cinema, musica e concerti, eventi culturali, libri, musei, visite a monumenti e parchi archeologici, teatro e danza, prodotti dell’editoria audiovisiva, corsi di musica, corsi di teatro e corsi di lingua straniera, nonché abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale); avrebbero emesso una fatturazione di pari importo, giustificandola con la compravendita, in realtà mai avvenuta, di beni funzionalmente destinati alla spendita del bonus; avrebbero ricevuto, a titolo di rimborso, la liquidazione dell’intero importo di 500 euro dal Ministero della Cultura, trattenendo per sé una percentuale oscillante intorno al 30%.

All’organizzazione avrebbero preso parte anche altre persone, con il compito di procacciare soggetti, titolari del buono, con i quali avrebbero condiviso la parte residua del valore dello stesso. L’attività illecita avrebbe permesso - attraverso la conversione in denaro, non consentita, del contributo pubblico - di conseguire il rimborso di oltre 3.300 voucher 18App (intestati a beneficiari residenti in tutto il territorio nazionale), cagionando al Ministero della Cultura un danno superiore al milione e mezzo di euro. Nella stessa ordinanza è stato disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, della somma complessiva di oltre 1.500.000 euro sui beni mobili e immobili di pertinenza degli indagati.

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