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Cronaca Castel Volturno

Tratta di schiave, le intercettazioni "corrette" finiscono nel processo

Errori nella traduzione delle conversazioni tra gli imputati. Il perito chiarisce la nuova versione

Due versioni differenti date alle intercettazioni telefoniche che rappresentano il materiale probatorio che incastra la "madame" nigeriana ed il suo complice accusati di tratta di esseri umani sul litorale domitio.

E' quanto si è assistito stamattina, dinanzi al giudice Napoletano del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è stato sentito uno dei periti che hanno provveduto a trascrrivere la seconda versione delle intercettazioni a causa di discrasie legate alla traduzione dalla lingua Benin. Circostanze che sono state spiegate dal testimone che ha chiarito i dubbi relativi alle conversazioni che ora dunque entrano nel processo in via definitiva. 

Il processo si riaggiornerà a metà novembre quando dinanzi al giudice verrà riascoltato un agente della polizia di Catania che ha svolto le indagini sulla banda con ramificazioni sul litorale. 

L'inchiesta è scattata in seguito alla denuncia di una nigeriana (prostituta) che ha raccontato ai poliziotti le violenze subite da un'altra donna (anche lei nigeriana) perchè si era rifiutata di dargli dei soldi come "prezzo da pagare per essere autorizzata" a potersi prostituire. Una sorta di "affitto".  Le intercettazioni scattate per ricostruire l'esatta dinamica di quanto era accaduto portano a ricostruire un'inquietante vicenda di schiavitù, riti magici e prostituzione con le ragazze fatte arrivare dall'Africa, attraverso la Libia, per trovare il proprio inferno in Italia. 

Nel collegio difensivo è impegnato l'avvocato Andrea Balletta

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