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Cronaca

Business da 2 milioni per le discariche abusive: 24 indagati

Sotto chiave un'azienda di trasporti casertana: traffico illecito di 10mila tonnellate di rifiuti

Dodici persone in carcere, 8 agli arresti domiciliari, 6 aziende sequestrate ed un business da 2 milioni di euro su 10mila tonnellate di spazzatura smaltita abusivamente. Sono questi i numeri di un'operazione dei Noe di Milano che, al termine di un'indagine coordinata dalla Dda, hanno chiuso il cerchio su un traffico di rifiuti dalla Campania al Nord Italia. 

Le accuse a carico degli indagati (24 complessivamente) sono traffico illecito di rifiuti, realizzazione di discariche abusive e intestazione fittizia di beni. Disposto il sequestro di due aziende operanti nel campo del trattamento dei rifiuti e quattro società di trasporto che operano nelle province di Caserta, Pavia, Belluno, Verona, Bergamo e Monza Brianza. Confiscati anche "vari automezzi utilizzati nelle attivita' criminali", per un importo complessivo di circa tre milioni di euro. 

Secondo quanto accertato il gruppo era dedito alla gestione e smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti speciali provenienti, come dicono gli inquirenti, "prevalentemente su diversi canali, dalla Campania e da varie Regioni del Nord Italia", attraverso lo stoccaggio e il successivo abbandono in capannoni industriali dismessi. Ciò ha creato numerose discariche abusive sequestrate al Nord, nelle località di Pontevico (Milano), Gessate (Milano), Tabellano (Mantova), Torbole Casaglia (Brescia), Verona, Meleti (Lodi) e Cornaredo (Milano). 

Nel complesso è stato quantificato un illecito smaltimento di circa 10.000 tonnellate di rifiuti che ha fruttato un illecito profitto di circa due milioni di euro. Le indagini hanno avuto origine dall'analisi del fenomeno degli incendi ai danni di alcuni impianti formalmente autorizzati alla gestione dei rifiuti, oltre che di diversi capannoni industriali adibiti a discariche abusive.

Gli investigatori sono poi riusciti ad individuare una rete criminale molto articolata che coinvolgeva persone vicine a imprese operanti nel settore dei rifiuti, e altri privi di autorizzazioni che, "attraverso operazioni continuative e con ruoli diversi", dicono gli inquirenti, "condividevano un articolato e rodato programma criminoso che prevedeva lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti speciali per il conseguimento di un profitto". 

Al centro Winsystem di Cornaredo, azienda a cui sono legati gli arrestati di oggi, tra cui ci sono alcuni che sono produttori rifiuti o i primi ricettori dei rifiuti, "soggetti solitamente in regola con le autorizzazioni ed interessati al conferimento di grossi quantitativi di rifiuti verso imprese autorizzate, almeno formalmente, a riceverli".

Alcuni sono invece imprenditori titolari di una formale autorizzazione al trattamento dei rifiuti "quasi sempre inefficace per l'assenza delle garanzie fideiussorie obbligatorie", come spiegano gli inquirenti, che ricevevano i rifiuti per smaltirli ma in realtà poi li destinano a capannoni adibiti a discariche abusive. "In questo caso si tratta di società non patrimonializzate- fanno presente gli investigatori- spesso gestite da prestanome e destinate ad avere una durata breve nel tempo. 

Ci sono poi i trasportatori, titolari di regolare autorizzazione al trasporto di rifiuti, che si prestano a portarli in siti non autorizzati, con documentazione di trasporto falsa o comunque irregolare. C'e' chi recupera i capannoni da adibire a discarica abusiva, proponendoli ai produttori (o intermediari) dei rifiuti e agli imprenditori titolari della formale autorizzazione, e infine i cosiddetti intermediari, che mettono in contatto tutti questi soggetti.

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