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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Torture in carcere, svolta al Riesame per un agente

Ridotto il periodo di interdizione dal servizio: può tornare a lavorare

Svolta al Riesame per Mario Rigido, agente della polizia penitenziaria colpito dalla misura interdittiva della sospensione dal servizio nell'ambito dell'inchiesta sulle torture ai danni dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere. 

I giudici dell'ottava sezione del Riesame del tribunale della Libertà, accogliendo parzialmente l'istanza del difensore del poliziotto penitenziario, l'avvocato Dezio Ferraro, hanno ridotto il periodo di interdizione dal servizio a 4 mesi (in luogo dei 6 inizialmente inflitti). Rigido, 53enne di Caserta, potrà rientrare in servizio, dunque, alla fine del mese di ottobre. 

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, Rigido si sarebbe reso protagonista di alcuni episodi di violenza ai danni dei detenuti durante la mattanza avvenuta il 6 aprile del 2020. Non solo avrebbe colpito alcuni reclusi, che lo hanno riconosciuto, ma avrebbe assistito anche alle violenze perpetrate da altri suoi colleghi. 

Complessivamente sono 120 le persone indagate per i pestaggi all'interno della casa circondariale Uccella, mentre sono 177 i detenuti del reparto Nilo picchiati. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari sono stati elevati 87 capi di imputazione. Le indagini preliminari avevano portato, il 28 giugno scorso, all’esecuzione di 52 ordinanze applicative di misure cautelari personali a carico di altrettante persone in servizio presso diversi uffici del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria della Campania, principalmente presso la casa circondariale ‘Francesco Uccella’ di Santa Maria Capua Vetere.

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